giovedì 31 dicembre 2020

Eric di Terry Pratchett - Recensione-

 

Se c'è una cosa "bellissima" delle opere di Terry Pratchett pubblicate qui in Italia è che praticamente tutte le saghe principali sono interrotte, rendendo praticamente impossibile per chi non conosce bene l'inglese continuare a seguire le varie saghe; una cosa non certo allegra per chi come il sottoscritto ama le storie di Pratchett. La saga di Scuotivento non fa eccezione e si ferma per l'edizione Salani a questo volume (mentre nel resto del mondo ci sono altri quattro volumi). Sarebbe sicuramente interessante un giorno capire per quali motivi la prosa di Terry Pratchett nel nostro paese non ha attecchito: storie troppo complesse o fuori dai gusti nostrani? Una cattiva distribuzione? La difficoltà di tradurre giochi di parole e concetti? L'idea proposta erroneamente dall'editore che si trattasse di fantasy per ragazzi? O semplicemente la Salani ha fatto i soldi con le mille edizioni diverse di Harry Potter e se ne frega di pubblicare altro?

Dopo gli eventi di "Stregoneria" il nostro eroe si trova in una sorta di dimensione di mezzo, dalla quale c'è una possibilità su un milione di uscire, ma si sa che nel mondo disco più un evento è improbabile più possibilità ha di essere inavvertitamente realizzato. In special modo quando c'è Scuotivento, mago pasticcione ma maestro dell'arte della fuga, che nel tentativo di scappare dall'inferno in cui si trova finisce per essere evocato da un ragazzino, Eric. Il ragazzo tramite l'evocazione di un "demone" vuol chiedere tre piccole cose: diventare immortale, essere il padrone assoluto del mondo e avere al suo fianco la donna più bella della storia dell'umanità. Ma come diceva anche Oscar Wilde "Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo", è infatti Eric e Scuotivento si trovano catapultati in un assurdo viaggio tra spazio e tempo, che come nei migliori patti faustiani parte benissimo per poi finire molto male (o meglio con profondo scorno di Eric). Per quanto Eric non sia uno dei romanzi più riusciti del mondo disco, Pratchett riesce mettere sul tavolo delle carte veramente molto buone. Partendo da una satira sui desideri umani basilari: Per esempio Eric si trova si a conoscere sì una delle donne più belle di Mondo Disco (la loro versione di Elena di Troia) ma nonostante i fiumi di parole dei poeti, si rivela in realtà per una donna ormai matura, forse ancora piacevole se messa nella giusta luce, ma che ha subito il peso della passione giovanile e delle gozzoviglie e decisamente lontano dai desideri focosi di un ragazzino; Oppure il suo desiderio di potere sembra realizzarsi presso una civiltà simil azteca, che lo considera un dio sceso in terra, ma poco dopo deve affrontare l'astio del suo popolo che non ha apprezzato il fatto di averli spediti in un posto orribile e a continuare una serie di sacrifici umani senza fine per soddisfarlo.   

La trama si conclude con l'arrivo dei nostri eroi all'inferno, dove il nuovo sovrano pieno di buone intenzioni ha modificato regole e punizioni in modo da renderle più efficienti, trasformando tutto in una gigantesca parodia di una multinazionale, dove tutto è stabilito da regolamenti e protocollato. Un posto noioso e freddo, sia per i dannati che per i demoni. Sarà l'intervento dei nostri amici a dare il colpo finale per ristabilire i cari e dolorosi vecchi metodi. 

In definitiva un romanzo carino e come da prassi di Pratchett pieno di interessanti riflessioni. Poi vogliamo mettere le esilaranti scene che vedono coinvolto il Bagaglio? Che viaggerà avanti e indietro tra le dimensioni e il tempo pur di ritrovare il proprio amato padrone.

mercoledì 30 dicembre 2020

Il Franken-Meme di Nocturnia (Edizione decimo anniversario)

 
 

 

Il blog di Nocturnia è uno dei migliori siti in circolazione. Io l'ho sempre visto come una sorta di Dylan Dog nella sfera dei blog, sempre pronto a raccontare seduto nella penombra nuovi aneddoti interessanti su eventi misteriosi o poco conosciuti della storia recente (ma non solo). Inoltre porgo l’occasione per ringraziarlo per aver sempre fatto da cassa di risonanza ai vari progetti a cui questo blog e il suo creatore si sono lanciati. 

Il buon Nick Parisi, la mente dietro a Nocturnia, ha promosso da diversi anni la pregevole iniziativa del Franken-Meme, volta a far conoscere e condividere le proprie esperienze su i blog che consideriamo degni di considerazione o che abbiamo scoperto recentemente e che vogliamo far conoscere per particolari meriti. Visto che quest'anno siamo arrivati al decimo anniversario ho deciso di partecipare a mio volta a questa pregevole iniziativa.
 
I MUST! Cioè quei Siti che per voi sono il massimo, i migliori, quelli fondamentali da visitare quasi ogni giorno, oppure ogni volta che fanno uscire un nuovo articolo o una nuova recensione. Magari non sempre li commentate però li leggete in continuazione.

LA BARA VOLANTE: Il buon Cassidy ha un blog veramente ben fatto, soprattutto quello che mi piace di più nelle sue recensioni è il fatto che inserisce molti spunti su come sono stati realizzati i film o sulla vita biografica del registra. Il tutto condito da uno stile originale e piacevole da leggere. Io ho sempre immaginato Cassidy come una sorta di Barman, in quei locali dove se non conosci l'ubicazione non lo troverai mai. Sempre pronto a raccontarti nuovi pettegolezzi sui registi, vivi o morti non fa differenza, che sono venuti a trovarlo.
 
IL BOLLALMANACCO DI CINEMA Il blog di Babol è una vera e propria istituzione del web per quanto riguarda film e serie tv (oltre ad essere stata una delle mie figure di riferimento per la creazione di questo blog). 

Poi volgiamo parlare del fatto che Babol come il sottoscritto è una grande fan di Lupin III? Solo per questo motivo meritava una citazione.

lunedì 28 dicembre 2020

La biblioteca di Lovecraft (volume 01) - Recensione -

 
 
È sempre bello per il sotto scritto (decisamente meno per il suo portafoglio) scoprire nuove collane editoriali, sopratutto se queste ripropongono opere letterarie citate dal caro Zio Lovy. Spunti spesso tratti dai suoi saggi "Supernatural horror in literature" e "In defence of Dagon".

Il volume graficamente si rivela molto curato (anche se non mancano difetti grafici come immagini sgranate, ma nulla che non si possa perdonare considerando che si tratta del primo volume). Il libro contiene quattro racconti: 
 
Il luogo ideale di A. Bierce: Un racconto molto interessante, inizialmente la trama sembra decisamente sconclusionata, ma man mano che si va avanti nella lettura ogni tassello si incastra alla perfezione e si trasforma in un piccolo gioiello dell'orrore.
 
Il volto di Edward Frederic Benson: La trama vede una donna condurre una vita apparentemente agiata e tranquilla, se non fosse per la ricomparsa di un sogno orribile (che a sua volta era premonitore qualcosa di ancora peggiore) che faceva da bambina, causandole forti attacchi di ansia e paranoia. I medici le consigliano un periodo di riposo presso una rinomata ma sperduta cittadina inglese. Nonostante la situazione sia inizialmente tranquilla sarà proprio qui che il suo tragico destino arriverà a compiersi. Un racconto che riprende il tema del quadro maledetto ma con molta abilità e fascino, incollando il lettore con la sua prosa diabolica. È il racconto che mi è piaciuto di più assieme a "L'occhio invisibile".

venerdì 25 dicembre 2020

Natale di Dorata Speranza (Golden Hope Christmas) di Robert E. Howard



Quale miglior modo di festeggiare il periodo natalizio se non con una storia del mio bardo Texano preferito? Natale di Dorata Speranza è uno dei primi racconti scritti da un giovane Howard per il giornale scolastico, quando aveva circa 16 anni. Un racconto che dimostra uno stile ancora acerbo, ma capace di tratteggiare un calda storia natalizia e personaggi affascinanti nel giro di poche pagine. Il tutto in un genere, il western, che Howard adorava e a cui dedicherà molte storie.

Red Ghallinan è un uomo cinico e duro, che ha vissuto un'infanzia fatta di violenza e povertà (tranne che per un breve momento della sua tormentata esistenza), odiato da tutti e temuti dagli altri criminali, il suo unico lavoro consiste nell'uccidere in duello gli avversari dei ricchi possidenti locali. Le avanguardie della legge però si fanno sempre più vicine e il pistolero deve trovare nuove vie per guadagnarsi il pane. Il lavoro in miniera è duro e faticoso, quindi decide di truffare Hal Sharon, un giovane ingenuo e sognatore dall’Est, millantando le incredibili qualità della sua concessione. Incredibilmente la testardaggine di Hal viene premiata e Red mosso da profonda invidia medita una sanguinosa vendetta. Un segno gesto di buona volontà fermerà il massacro.

Natale di Dorata Speranza è una storia di brevissima durata, con personaggi semplici e stereotipati, ma la trama funzione e scorre bene. Il gesto che salva i protagonisti è ben pensato (riesce a dare quel tocco di spirito natalizio senza mettere in ballo renne e babbi natali o spiriti festivi). Il ravvedimento del cattivo funziona e ci sta in una storia di questo genere. Il tema western ci sta veramente bene e l'influenza degli scritti di Jack London si sente.

Il racconto può essere letto tranquillamente sul sito dell'editore Providence Press: http://www.providencepress.it/it/natale-2018/

lunedì 21 dicembre 2020

Zanna Bianca (2018) - Recensione -

Titolo originale: Croc-Blanc
Paese di produzione: Francia, Lussemburgo
Anno: 2018
Durata: 85 min
Regia: Alexandre Espigares
Soggetto: Jack London
Sceneggiatura: Philippe Lioret, Serge Frydman 

Coccoloso fuori, totalmente selvaggio dentro
Zanna Bianca è uno dei classici della letteratura, un romanzo che esplora attraverso un cucciolo di cane lupo temi come la moralità e la redenzione, ma che riflette anche sul difficile rapporto tra uomo e natura. Soprattutto il romanzo di Jack London fu uno dei primi a mettere il punto di vista dell'animale al centro della storia (seppur filtrato dall'idea di darwinismo sociale e della difficile esperienza dell'autore nel Klondike). Una storia che ha conquistato milioni di lettori, riproposta in vari film, anche se stranamente nessuno in versione animata (anche bisogna dire che il film Balto in diversi elementi riprende la storia di London). A sopperire a questa mancanza arriva nel 2018 Espigares, che realizza una storia decisamente ben realizzata anche se non scevra di difetti. 

Zanna Bianca è un cucciolo di cane-lupo (in realtà è per tre quarti un lupo) che vive nello Yukon di fine ottocento. Il capo di una tribù indiana accoglie il cucciolo per le sue qualità fisiche, l'animale cresce e dimostra una forza fisica eccezionale. Le sue caratteristiche fisiche attirano però le attenzioni di fuorilegge che scommettono sui combattimenti tra animali.

Il primo incontro con l'essere umano (da notare il particolare stile spigoloso per le fattezze umane)
Per essere un film di produzione europea (quindi con budget e maestranze inferiori rispetto alle controparti americane e giapponesi) il film visivamente è un piccolo gioiello. Grazie anche all'uso di una animazione mista, realizzata in parte con il Motion Capture per l'animazione degli esseri umani, computer grafica per gli animali e l'utilizzo della pittura per la colorazione. Un mix che funziona decisamente bene, soprattutto per i paesaggi che sono veramente spettacolari ( gli effetti di illuminazione, in special modo quelli riguardanti il tramonto sono fatti benissimo. Danno una sensazione di realismo che difficilmente ho riscontrato in altri film), gli umani sono realizzati in modo spigoloso ma considerato l'ambiente è un tocco adeguato per esprimere la durezza della vita in quei luoghi. Il character design degli animali, in special modo Zanna Bianca è fatto con cura (da cucciolo è troppo dolce). Le animazioni sono ben curate, in special modo quelle degli animali (anche se bisogna dire che gli esseri umani non godono di altrettanta cura e risultano leggermente scattosi nelle movenze).

Il difetto principale del film è che non si capisce bene a quale pubblico si rivolge: da una parte è troppo serioso e scevro di elementi comici che possono attirare il pubblico più piccolo, dall'altra film ci va con il freno a mano tirato per le scene violente o dal forte impatto emotivo (rendendo molto più difficile per lo spettatore immedesimarsi nelle sofferenze di Zanna Bianca e nel suo difficile percorso di crescita tra civiltà umana e natura selvaggia). Il film poi non è neanche totalmente fedele allo storia del romanzo, saltando una buona parte introduttiva del romanzo e modificando molti sviluppi narrativi della storia, il che ci può stare se le scelte portano a uno sviluppo interessante, peccato che le scelte in questo caso non portano a sviluppi particolarmente interessanti e anzi spesso finisco per svilire il messaggio del romanzo. 

In definitiva Zanna Bianca è un buon film, in special modo nella prima parte, quella ambientata nella foresta e prima del contatto con gli umani. Il resto del film non si dimostra altrettanto buono, ma si rimane sulla sufficienza, grazie all'ottimo comparto grafico che sopperisce alle vistose lacune narrative.

sabato 19 dicembre 2020

Le 5 leggende - Recensione -

Titolo originale: Rise of the Guardians
Lingua originale: inglese
Anno: 2012
Durata: 97 min
Genere: animazione, avventura, fantastico, commedia
Regia: Peter Ramsey
Soggetto: tratto dai libri di William Joyce
Sceneggiatura: David Lindsay-Abaire

Tratto dalla serie di romanzi "The Guardians of Childhood" scritta da William Joyce, "Le 5 leggende" si è rilevato un film veramente piacevole e ben fatto. Sia a livello narrativo, con trovate che mi hanno conquistato, sia a livello visivo, con effetti grafici di primo piano.

Il comparto grafico di questo film è veramente spettacolare
Jack Frost è uno spirito senza memoria del proprio passato, legato all'elemento del freddo e del ghiaccio, che vive facendo scherzi ma senza che nessun bambino o essere umano in generale per qualche motivo lo possa vedere o sentire. Un giorno Pitch, il malvagio uomo nero, torna dal suo esilio per riportare la paura e il vuoto nei cuori dei bambini. Per scongiurare la minaccia e proteggere i bambini i quattro guardiani storici (Babbo Natale, Sandman, la Fata dei dentini e il Coniglietto pasquale) si alleano con Frost. 

lunedì 14 dicembre 2020

Il dottor Miracolo - Recensione -

Titolo originale: Murders In The Rue Morgue
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1932
Durata: 75 min
Genere: orrore
Regia: Robert Florey
Soggetto: Edgar Allan Poe

Il successo può rappresentare per un attore sia una benedizione, portandoti nell'olimpo delle produzioni hollywoodiane di fama, sia una maledizione, relegandoti ad interpretare lo stesso identico ruolo per il resto della tua carriera artistica. Un esempio lampante di questa contraddizione fu Bela Lugosi, che nel 1931 salì nell'olimpo della celebrità del cinema con Dracula (un "filmetto" che ha solo consacrato la figura del vampiro per come la conosciamo oggi), ma che allo stesso tempo ne segnò il destino in modo indelebile, costringendolo per il resto della sua vita a vivere nell'ombra del conte (complice anche un forte accento ungherese), nonostante la sua volontà di interpretare ruolo più "umani".    

La Universal dopo l'uscita di Dracula sta preparando il suo nuovo film dell'orrore, un altro "filmetto" ispirato a un romanzo gotico di Mary Shelley, Frankenstein (anche questa pellicola ha segnato l'immaginario collettivo, tanto che immaginare il mostro senza gli iconici chiodi o l'ampia fronte sarebbe impossibile). Inizialmente si pensa di far dirigere il film a Robert Florey e far interpretare il mostro a Lugosi, ma dopo qualche prova, gli studios cambiano idea e decidono di far dirigere il film a James Whale e usare Boris Karloff per il mostro. Il film sarà un altro successo per lo studio. Per compensare il duo e sfruttare la rivalità dei due grandi attori, Lugosi e Karloff, la Universal da il via a progetto di adattamento per la storia di Poe "I delitti della Rue Morgue". 

Siamo nella Parigi di metà ottocento, in un circo itinerante il dottor Miracolo (Bela Lugosi) intrattiene il pubblico con uno Erik, un possente gorilla che ubbidisce ai suoi ordini grazie alla capacità del dottore di comprendere la lingua dei primati. Lo show in realtà è una copertura per permettere allo scienziato di compiere i suoi folli esperimenti, volti a confermare la validità della teoria sull'evoluzione dell'uomo dalla scimmia, e creare successivamente un potente ibrido uomo-gorilla tramite l'uso di sventurate ragazze a cui iniettare il sangue del primate (che dovrebbe fungere come una sorta di test di compatibilità per diventare la sua compagna). Visto che le donne non sopravvivono al trattamento, il dottore con l'aiuto del suo aiutante, se ne libera gettando i corpi nella Senna. I ritrovami dei cadaveri insospettiscono il giovane Pierre Dupin, che inizia una indagine che lo porterà a scoprire i piani del dottore appena  in tempo per salvare la sua amata, rapita da un innamorato Erik. L'epica lotta si concluderà nei tetti di Parigi.

mercoledì 9 dicembre 2020

Over the Moon - Il fantastico mondo di Lunaria - Recensione -

Titolo originale: Over the Moon
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti, Cina
Anno: 2020
Durata: 95 min
Genere: animazione, avventura
Regia: Glen Keane
Sceneggiatura: Audrey Wells

 La morte è da sempre uno dei grandi tabù della nostra società, un elemento che l'uomo ha sempre cercato di esorcizzare e analizzare in modi sempre più complessi col passare del tempo (basti pensare danza macabra medievale o il viaggio di Ulisse nell'oltre tomba per esempio), altre volte è un comodo escamotage per permettere all'eroe di partire all'avventura (la morte dell'amata per evitare l'imborghesimento del protagonista o in salsa Disney  la morte di un genitore, di solito la madre). Oggi con la sempre più lunga aspettativa di vita, la scomparsa di una persona giovane, colpisce profondamente chi vi assiste o ne subisce i cambiamenti. Sopratutto perché la signora con la falce non è più una componente quotidiana delle nostre esistenze e quindi mancano tutti gli strumenti per analizzarla e comprenderla (questo ovviamente non vuol dire che la morte sia scomparsa, ahimè! Ma semplicemente abbiamo rinchiuso questi tristi eventi in luoghi appositi, gli ospedali, e quindi la morte non è quasi più un evento a cui assistiamo di persona. Basti pensare che nel medioevo erano le donne ad assistere i moribondi, visto che assieme alla nascita era considerato loro esclusivo compito. Tanto che gli uomini ne erano estranei).  

Ben venga quindi la recente sensibilità sul tema espresso da molte pellicole di animazione. Film che spesso offrono una interessante riflessione o perlomeno un mezzo per elaborare/creare speranza al giovane spettatore. Sopratutto il film  offre una sottile e interessante metafora sul non rimanere ancorati nei propri dolorosi ricordi e vivere la propria vita.

lunedì 7 dicembre 2020

Green Book - Recensione -

Lingua originale: inglese, italiano
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2018
Durata: 130 min
Genere: biografico, commedia, drammatico, musicale
Regia    Peter Farrelly
Sceneggiatura: Brian Hayes Currie, Peter Farrelly, Nick Vallelonga 

Scovato per caso durante una ricerca su un noto servizio di streaming Green Book si è rivelato una piacevole scoperta. Il film è un viaggio on the road nell'America degli anni sessanta, un paese ancora con profonde lacerazioni politiche e culturali (alcune ancora oggi non risolte), sopratutto per quanto i rapporti con il prossimo. 

Tony Lip, è un disoccupato italo-americano, che a causa di necessità economiche si ritrova ad accettare un posto come autista e tuttofare per Don Shirley, un pianista di colore, durante la sua tournée negli stati del profondo sud americano. 

sabato 5 dicembre 2020

Star Trek. La Pista delle Stelle volume 1 - Recensione -

 

«Spazio: ultima frontiera. Questi sono i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all'esplorazione di strani nuovi mondi alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà, per arrivare là dove nessun uomo è mai giunto prima.»

 

Star Trek è una serie tv di fondamentale importanza per la storia della fantascienza, non solo per aver emozionato generazioni di spettatori, non solo per aver anticipato molti elementi tecnologici che oggi sono diventati di uso quotidiano come i telefonini o le porte automatiche (ahimè non ancora il teletrasporto), ma anche per aver affrontato tematiche culturali all'epoca (e per molti aspetti purtroppo ancora molto presenti oggi) come il razzismo e la paura del diverso (nell'equipaggio del capitano Kirk erano presenti: un russo (Chekov, considerando che la serie esce in piena guerra fredda di certo non una cosa facilissima),un'africana (Uhura, che non solo fu la prima donna ad avere un ruolo di comando in una serie tv ma fu anche la prima ad partecipare a un bacio interrazziali con il capitano Kirk). Addirittura nell'equipaggio un alieno (Spock), il mio personaggio preferito assieme al dottor McCoy. 


Quindi quando un giorno sono passato davanti a un nuovo mercatino dell'usato nella mia città potevo evitare di entrarci? Sopratutto quando ho visto nella vetrinetta una libricino con l'immagine dell'Enterprise? Ovviamente no (e ovviamente non è l'unica cosa che mi sono riportato a casa). 

Questo volume dovrebbe essere uno dei primi (se non il primo in assoluto) libro tratto dalla serie classica. I volume è una raccolta di racconti tratti dalle sceneggiature originali (quindi con il fascino ulteriore di vedere come le storie erano state originariamente pensate, senza il successivo lavoro di modifiche e adattamento alle esigenze dello show). Purtroppo il volume non segue l'ordine cronologico della serie tv e le storie sono presenti in ordine randomico (anche se da quando ho letto i dodici volumi della serie coprono l'intera serie classica). 

Il lavoro in generale mi sembra buono, nonostante la sua brevità (158 pagine), anche se si sente che alcune storie avrebbero migliorato con un po' più di pagine. 

martedì 1 dicembre 2020

The Mandalorian – S02E05 – Chapter 13 – The Jedi - Recensione by Alvaro V. H.

 

 

Una delle cose che mi piacciono di più del primo Monkey Island è la possibilità all'interno dello Scumm bar di parlare con un pirata dall'aria "molto sveglia", che ad ogni nostra domanda, ci risponderà sempre con un laconico "Aye". Se però a questo filibustiere gli chiederemo di parlarci di Loom (la targhetta sulla sua giacca infatti dice "Ask me about Loom"), la sua faccia si illuminerà e con una parlantina degna di Stan ci illustrerà le meraviglie dell'ultimo gioco della LucasArts (una riuscita parodia all'interno del gioco della sfacciate pubblicità dei videogiochi o dei prodotti commerciali in generale). Visto che anch'io un tempo sono stato un giovane con semplice desiderio di diventare un pirata (o meglio "Un temibile pirata") ho deciso di istituire questa piccola rubrica, "Dunque, parlami di...", per dare la possibilità a piccoli recensori di dire la loro su vari argomenti (ovviamente non sono stato pagato con sonati pezzi da otto per questa recensione, ne tanto meno ho rifilato l'unica e autentica mappa per il tesoro di Monkey Island come forma di pagamento... forse).

Episodio chiave della nuova stagione e del progetto seriale di Jon Favreau e Dave Filoni (qui regista), ci troviamo non di fronte ad un capolavoro, ma alla cosa più vicina all’idea ed alla visione di George Lucas, e si, a quello che i fan storici della Saga per eccellenza,vogliono vedere in un prodotto del genere.

MADONNA TANO!!!

Partiamo dall’introduzione,e che introduzione!

L’arrivo in live action di uno dei personaggi più amati del nuovo corso di Star Wars,ed eredità di quel capolavoro di serie animata chiamato The Clone Wars: Ahsoka Tano, allieva padawan di Anakin Skywalker,qui con le fattezze ed il carisma di Rosario Dawson,che buca lo schermo ad ogni inquadratura, e che, personalmente, mi ha perfino dato un brivido “erotico” nel vederla trasportata finalmente in un contesto reale, lontano dalla grafica CGI della serie animate e dagli altri media come fumetti, libri etc.

lunedì 30 novembre 2020

Abarat di Clive Barker - Recensione -

 

Ne ho già parlato altre volte ma chi bazzica i mercatini dell'usato o in generale è un appassionato di libri sviluppa una sorta di sesto senso bibliofilo che ti guida verso libri che altrimenti non avresti mai scoperto, sepolti da chili di libri o dalla copertina così anonima da essere praticamente invisibili. Un rapporto strano da spiegare ma quando prendi in mano il libro si forma una strana connessione che ti fa capire che si tratta di un libro interessante. Abarat non fa eccezione, sopratutto mi aveva colpito la copertina, decisamente particolare e sognante (per una volta l'edizione italiana ha una copertina decisamente più carina di quella americana) e l'interno ricco di illustrazioni (fatte dallo stesso Barker con la pittura ad olio. Solo in questo volume se ne contano ben 100).

Sarà un piccolo dettaglio ma il fatto che l'interno del libro riprenda il disegno della protagonista da cui partirà tutta la vicenda è una accortezza che mi ha meravigliato

venerdì 27 novembre 2020

SpongeBob - Amici in fuga - Recensione

Titolo originale: The SpongeBob Movie: Sponge on the Run
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2020
Durata: 83 min
Genere: animazione, commedia, fantastico, avventura, azione, musicale
Regia: Tim Hill
Sceneggiatura: Tim Hill
Produttore: Paul Tibbitt, Mary Parent


Dai i suoi esordi nei primi anni 2000 SpongeBob è ormai un personaggio affermato e amato dal grande pubblico, quasi al pari di Mickey Mouse o dei Looney Tunes. Non è un caso quindi che Nickelodeon e Viacom (che ha acquisito tempo fa la prima) stiano cercando in tutti modi di espandere ancora di più lo show con film e prodotti accessori (con tanto di una nuova serie dove il protagonista e compari sono in versione giovanile e ambientata in un campo estivo. Ma il trend delle versioni baby non era rimasto agli anni 90?). Ricordo con piacere il primo film ed ero curioso su questo terzo capitolo della saga, visto che era su Netflix a causa della pandemia Covid che ha chiuso i cinema, mi sono detto che poteva essere una buona occasione per dargli una occhiata (il primo completamente in cgi, anche se piacevolmente camuffata per assomigliare allo stile della serie animata). 

Lo stile di animazione è veramente spettacolare
Il film inizia con l'ennesimo tentativo fallito di Plankton di rubare la formula del Krabby Patty. Fallimento che lui attribuisce come sempre a Mr. Krabs, ma l'intervento di Karen, la sua caustica moglie robot, gli fa comprendere finalmente che il suo vero antagonista è sempre stato SpongeBob, in tutta la sua simpatica idiozia. Per sbarazzarsi della spugna Plakton inscena un nuovo piano che coinvolge anche Gary (la lumaca di SpongeBob) e l'odioso Re Poseidone (che però non ha nulla a che fare con quello del primo film e che vuole usare la bava di Gary per i suoi benefici effetti sulla pelle).

mercoledì 25 novembre 2020

Providence Tales n° 3 (Autunno 2018) - Recensione


Nuovo volume di Providence Tales, purtroppo senza una nuova avventura di Steve Costigan, ma con interessanti chicche da leggere. Sopratutto per l'opera prima di Arthur Conan Doyle e alcune lettere di Lovecraft.

I racconti:

La fattoria infestata di Goresthorpe di Arthur Conan Doyle: Opera prima di un allora diciottenne Doyle, inviata probabilmente nel 1877 alla rivista Blackwood's Magazine, che però rifiutò il testo (rimanendo fino a poco tempo fa dimenticata negli archivi della rivista). La trama vede due amici lanciarsi nella sfida di pernottare all'interno di una casa infestata. Lo sviluppo è abbastanza classico e standard per l'epoca, ma è interessante vedere come il grande giallista inglese si sia approcciato alla scrittura. 

Sherlock Holmes e i borghi di confine di Anonimo:
Altro testo ritrovato recentemente, dalla paternità dubbia, commissionato per finanziare la ricostruzione di un ponte crollato nel 1903 (da alcuni ritenuto una avventura perduta di Holmes di Conan Doyle). A mio giudizio è un testo abbastanza banale e lontano anni luce dalle migliori storie di Sherlock Holmes. Sicuramente il fascino di leggere un piccolo pastiche dei primi del novecento ne vale la lettura.

Ratti nel campanile di David Wright O’Brien: Un apparente uomo comune decide di realizzare la casa dei suoi sogni, peccato che il progetto abbia delle geometrie così assurde da sembrare uscito dal sogno di un abitante di R'lyeh. Alla fine la casa viene costruita ma poco dopo iniziano a sentirsi dei strani rumori. Inizialmente si pensa che sia colpa di banali ratti, ma la realtà è che si tratta di esseri molto più odiosi e malvagi. Storia veramente spettacolare e dal finale letteralmente infuocato, consiglio vivamente di dargli un'occhiata. Probabilmente il miglior racconto proposto. 

Gente di ogni tipo di Leroy Yerxa: Agli editori capita di ricevere ogni genere di racconti, molto spesso si tratta di ciarpame senza valore, ma una regola aurea è che la realtà supera sempre la fantasia, anche nell'assurdo. Racconto molto carino, con un finale all'altezza delle migliori aspettative.

lunedì 16 novembre 2020

La storia fantastica - Recensione -

Titolo originale: The Princess Bride
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1987
Durata: 94 min
Genere: avventura, fantastico, commedia, sentimentale, azione
Regia: Rob Reiner
Soggetto: dal romanzo "La principessa sposa" di William Goldman
Sceneggiatura: William Goldman

Avete presente quelle iniziative che cercano in tutto i modi di farti vedere come è bello e divertente leggere, ma che alla fine falliscono tutte nell'obbiettivo? Ecco secondo me "La Storia Fantastica" riesce benissimo a farti comprendere la bellezza nel trovare un libro così emozionante da lasciarti immergere totalmente nella storia, ma sopratutto ti mostra molto chiaramente che se non sei il primo a dare l'esempio leggendo una storia come fa il nonno del film ai tuoi pargoli/parenti non puoi aspettarti che essi lo facciano da soli per magia. 

In una stanza che trasuda anni 80 il tenente Colombo (Peter Falk) racconta una storia a Brian di Piccoli mostri. Avete la mia attenzione più totale.

Vittima dell'influenza un bambino passa il tempo giocando ai videogiochi, cosa che non fa molto piacere al suo nostalgico nonno, che gli propone invece di leggerli una storia. Nonostante la sua iniziale perplessità, il bambino decide di accettare la proposta, sia per accontentare il suo vecchio sia perché in fondo è sempre più incuriosito dalla storia d'amore tra il garzone Westley e Bottondoro e dei tentativi del viscido principe Humperdink di separarli. 

giovedì 12 novembre 2020

City Hunter Special 6 - Arrestate Ryo Saeba! - Recensione -

 

Purtroppo con oggi si conclude a malincuore (per il sottoscritto, ma spero anche per voi lettori) il nostro appuntamento con gli special di City Hunter. "Arrestate Ryo Saeba!" esce in Giappone nel 1999 ed è arrivato da noi nel 2004. Questo special rappresenta al meglio i pregi e i difetti delle produzioni del nostro pistolero. 

Kaori e Ryo hanno stabilito un nuovo record di disoccupazione (sarebbe interessante sapere se Hunter in qualche modo paga le tasse e può usufruire di forme di aiuto economico), ma per fortuna nonostante il suo essere un farfallone il nostro sniper trova una cliente nella bellissima presentatrice Sayaka Asagini della potente emittente tv "Mega City tv". La ragazza ha assistito all'omicidio di un suo superiore e adesso teme che qualcuno possa ucciderla. A complicare la situazione c'è il fatto che ogni membro della tv ha ricevuto un  anello che registra la loro posizione e che se si tenta di toglierlo farà scattare un ago imbevuto di veleno nel possessore.

sabato 7 novembre 2020

Conan e il Dio-ragno di di L. Sprague de Camp



I pastiche howardiani sono come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita. A volte sono discretamente divertenti, altre volte sono decisamente scadenti. "Conan e il Dio-ragno" è un testo discreto, a tratti anche divertente e in altri invece un po' stucchevole, ma che offre la piacevole alternativa di un barbaro decisamente più sentimentale e ciarliero di quanto siamo abituati con la penna di Howard.

La trama vede Conan fuggire dal Turan a causa delle sue disavventure sentimentali per conquistarsi la bella di turno. Neanche il tempo di dire cimmero, che il barbaro si ritrova coinvolto suo malgrado nel complotto dei sacerdoti del dio ragno Zath; che sono pronti a per rapire Jamilah, la moglie favorita di re Yildiz, per i loro oscuri scopi. Tra belle ballerine, un dio ragno e sacerdoti dagli oscuri poteri magici Conan avrà una durissima prova da affrontare.

martedì 3 novembre 2020

Passione libri di Debbie Tung - Recensione -


La lettura è una delle mie attività preferite, una delle poche cose che ho iniziato da bambino e che non ho mai smesso di fare da adulto, complice una natura introversa e timida che nel leggere a trovato ristoro e spesso una valvola di sfogo. 

La mastodontica pila di libri da leggere, di cui ci promettiamo di leggere tutto prima di acquistare altro e che costantemente non rispettiamo acquistando un altro volume. Help!

Ogni passione si sa porta a sviluppare una serie di comportamenti che alla fine diventano una parte di noi stessi e questa non fa eccezione: la paura di non avere nulla da leggere (che ai tempi della scuola mi portava a caricare due o più libri nello zaino perché non si sa mai quando finirai il libro attuale, e che spesso si trattavano dei corposi e pesanti Mammut Newton. Che mannaggia a loro avevano la copertina che si piegava solo con lo sguardo); sviluppare un odio totale per le etichette dei mercatini dell'usato, che probabilmente sono studiate apposta per essere difficili da togliere senza lasciare aloni o danneggiare la copertina; lo sviluppo di una capacità quasi diabolica di trovare il libro giusto in libreria, quello che dalla quarta di copertina sembra una cosa super interessante, e che assolutamente non puoi lasciare lì; perdere l'autobus/treno perché troppo preso dalla storia che stai leggendo ecc. 

Far bagnare il libro? Giammai! Meglio beccarsi una febbre da cavallo!
Quindi se trovi in libreria e trovi un libro pieno di vignette che ti fanno ridere perché ti ci ritrovi in molte, forse troppe per non preoccuparti un po', che fai non lo riporti a casa? Ovviamente sì.

Debbie Tung è una fumettista inglese che spiega in poche vignette alcuni atteggiamenti e stranezze tipici del bibliofilo medio, con un pizzico di ironia e molta dolcezza. Il suo tratto è molto semplice e leggero, si concentra sull'essenziale e non ha particolari guizzi artistici, ma va dritta al cuore. L'impostazione originale è decisamente pensata per i blog e cellulari, con una divisione a quattro o sei vignette massimo. 

Una lettura decisamente piacevole, anche se sconsiglio di leggere il tutto in un fiato, visto che altrimenti si rischia di finire il tutto in poche ore.  

Sicuramente è un libro pensato per il bibliofilo duro e puro, di quelli che per intenderci guardano gli ebook con la stessa comprensione di Bernardo Gui per le teorie di un eretico (tanto che in tutto il libro l'ebook reader viene citato due volte e pure in aspetti accessori o negativi). Poi sarà un mio difetto ma non ho mai capito l'estasi che provano molti lettori e la protagonista nell'odorare un libro, l'ho sempre trovata una esagerazione di un aspetto tutto sommato accessorio (non ho mai sentito lodare l'odore del pallone nuovo da un appassionato di calcio per dire).

In una pagina il mio superpotere di trasformare i soldi in libri ogni volta che mi trovo in una libreria

In definitiva a mio giudizio Debbie Tung scrive una serie di vignette divertenti e in cui ogni lettore ci si può rispecchiare. Sicuramente si presta moltissimo come idea regalo per i vostri amici divora libri. Io personalmente mi sono divertito molto a leggerlo.  

Le etichette adesive noooo! Nooo! (fugge via urlando maledizioni in antico stigiano)

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lunedì 26 ottobre 2020

I navigatori dell'infinito e Gli astronauti di J.-H. Rosny aîné - Recensione -

 

Oggi il contributo della fantascienza europea (o in questo caso della protofantascienza) tende purtroppo ad essere dimenticato, un vero peccato considerando il grande livello raggiunto in paesi come Italia (Yambo per esempio) e Francia, con idee e spunti davvero interessanti.Ovviamente sia gli autori italiani che francesi raramente raggiungessero il livello dei corrispettivi angloamericani, ma non per questo vanno denigrati ma invece valutati secondo il loro periodo storico.

La fantascienza francese ha attecchito poco nello stivale (nonostante nel tempo ci siano stati qualche piccolo tentativo di esportare qualche volume), ma J. H. Rosny aîné mi ha stupito molto e merita a mio giudizio una riscoperta. Spero che l'iniziativa dell'editore Il Palindromo spinga altre case editrici ad emulare il gesto e riscoprire una branchia della fantascienza oggi sconosciuto (cosa che in America sta in parte avvenendo).

J.-H. Rosny aîné (nato a Bruxelles il 17 febbrario 1856 e morto il 15 febbraio 1940 a Parigi), pseudonimo di Joseph-Henry Honoré Boëx è conosciuto in Italia principalmente grazie al romanzo di ambientazione preistorica "La guerra del fuoco" (1909), da cui venne tratto un film omonimo del 1981 diretto da Jean-Jacques Annaud. Le sue escursioni nel campo della fantascienza nel nostro paese erano fino a questo momento completamente inedite. All'inizio della sua carriera scrisse numerosi romanzi assieme a suo fratello minore Séraphine-Justine-François Boëx, per poi dividere la propria carriera artistica con il romanzo Marthe Baraquin ( aggiungendo aîné al suo nome nei suoi successivi romanzi, tale termine infatti vuol dire vecchio, mentre il fratello prese il nome Jeune , giovane). nei suoi romanzi di fantascienza unì il naturalismo al fantastico con un intento fortemente incentrato al divertissement (Da molti è stato definito uno dei padri della fantascienza francese assieme a Jules Verne).

domenica 25 ottobre 2020

City Hunter Special 5 - La Rosa Nera - recensione -

 

City Hunter: La rosa nera (titolo decisamente più brutto rispetto all'originale "Goodbye My Sweetheart") è il primo special uscito dopo la conclusione della serie tv nel 1991. Questo special è uscito in Giappone nel 1997, mentre in Italia è arrivato in tv solo nel 2004. 

Questa volta Hunter dovrà vedersela con Professor, un criminale di fama internazionale, caratterizzato dal fatto che sceglie solo i colpi che possano mettere alla prova le sue abilità e non per il semplice compenso. Il criminale si trova attualmente a Tokyo dopo essere sfuggito da una retata della polizia. Allo stesso tempo Emi, una famosa ballerina, chiede ai nostri eroi di ritrovare suo fratello, scomparso durante il suo diciottesimo compleanno. Le due storie finiranno per scontrarsi, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. 

Questo character design più maturo e realistico non mi dispiace. Peccato che cozzi molto nelle scene comiche.

Fin dalle prime scene si vede benissimo che lo special punta molto a replicare gli stilemi del cinema action americano. Un nemico e una trama più seria "costringono" Ryo a dare il meglio di se, sopratutto nelle scene dove la sua fisicità e abilità con la pistola brillano assai. 

Il cattivo con il suo cinismo, intelligenza e una spiccata dose di sociopatia lo rendono la perfetta nemesi di Ryo Saeba. Rispetto ai tanti cattivi da operetta visti precedentemente la sua totale mancanza di scrupoli morali lo rendono un avversario molto pauroso e a tratti realistico (con tanto di background che per una volta da i giusti elementi per spiegare la sua rabbia contro il mondo).

giovedì 22 ottobre 2020

Dampyr 246-247 ("I sussurri nel buio" e "Il segreto di Robert Howard") - Recensione -

 

Non sono una grande esperto della saga di Dampyr (devo ammettere che la cosa un po' mi dispiace perché leggendo tempo fa il primo volume della saga ne ho notato tutto il potenziale, ma purtroppo il mio difetto è che non amo molto le saghe che teoricamente possono durare all'infinito) ma leggendo sul web che per due volumi la storia sarebbe stata incentrata sul mio caro zio Bob sono corso in edicola ad acquistare il fumetto (aspettando di averli entrambi prima di leggere la storia, in modo da non morire di ansia per l'attesa dello sviluppo della trama nel successivo capitolo). Che poi sicuramente tra un po' mi ritoccherà riprendere a breve Dampyr perché i miei sensi salgariani vibrano per una vicina uscita, ma ne riparleremo. 

Quando un personaggio di un fumetto esprime perfettamente il tuo pensiero.
Il fumetto riprende la parte finale della vita di Robert E. Howard, uno dei più grandi scrittori pulp e fantasy che abbia mai camminato su questa terra. Sicuramente un grande bardo della forza e del coraggio, che infondeva molto di se nei suo personaggi e per questo ancora oggi le sue storie non annoiano e affascinano per la vividezza delle trame (spesso inserendoci riflessioni e temi così importanti da sorprendere il lettore più smaliziato). 

martedì 20 ottobre 2020

Mister Link - Recensione -

Titolo originale: Missing Link
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2019
Durata: 95 min
Genere: animazione, avventura, fantastico
Regia: Chris Butler
Sceneggiatura: Chris Butler 

Mr link è l'ultima fatica dello studio Laika, uscito lo scorso anno in America e arrivato da noi solo quest'anno. 

Come per tutti i film dello studio Laika si tratta di un film in stop motion diretto in questo caso da Chris Butler. È stato candidato agli Oscar lo scorso anno per la categoria animazione (purtroppo vinto ingiustamente dal quinto capitolo di Toy Story). 

La mia stessa espressione quando cerco di parlare delle mie passioni con dei perfetti sconosciuti.
La storia vede Sir Lionel Frost, un avventuriero scapestrato e sognatore, cercare di ottenere l'approvazione della rinomata "Society of Great Men", che però poco apprezza l'idealismo e il romanticismo che Mr Frost mette nelle sue assurde e fallimentari ricerche (che riguardano principalmente i criptidi, animali la cui esistenza è sostenuta da tradizioni e leggende, ma di cui mancano prove scientifiche). A dargli una possibilità di riscatto c'è una misteriosa lettera, che lo invita a cercare il famoso Sasquatch negli USA. Arrivato sul posto l'avventuriero scopre che la lettera è stata inviata dalla stessa mitica creatura, che spera ardentemente che Mr. Frost possa aiutarlo nella sua ricerca per ritrovare i suoi parenti tra gli Yeti, in Himalaya. Mr Frost e Mr Link (il nome dato alla creatura) partono per questa nuova grande avventura ma non tutti sono disposti a permettere che "l'evoluzione" faccia il suo corso. 

domenica 18 ottobre 2020

City Hunter Special 4 - Servizi Segreti - Recensione -

 

In Giappone arriva James McGiver, ex guerrigliero e attualmente il candidato presidente di un repubblica controllata da una feroce giunta militare. Tra i membri della sua scorta c'è sua figlia Anna, che però ha dimenticato la figura paterna dopo un doloroso evento. Qualcuno nel frattempo sembra intenzionato a colpire il presidente tramite la ragazza e tocca a Ryo Saeba proteggerla. Kaori e Hunter si troveranno invischiati una storia di potere, vendetta e avidità. 

Non vi preoccupate è solo uno degli elementi su cui si basa il film
Ho molto apprezzato questo special, che riprende a grandi linee alcuni elementi del primo film dedicato al nostro cecchino preferito (il rapporto problematico tra padre e figlia, la minaccia di un paese estero, i fantasmi dal passato che tornano a turbare il presente ecc). La trama funziona decisamente bene, con i vari elementi della storia che si incastrano perfettamente negli eventi, anche se alcuni spunti sono stati volutamente inseriti per portare il pubblico verso una certa reazione (la morte di un determinato personaggio in un punto che permetta a Ryo di ottenere la motivazione per far scattare il momento giustizia e una faccia alla Ken il guerriero per esempio). Bello il rapporto padre - figlia, che sviluppa tra contrasti e difficoltà in modo piacevole, e senza quella soluzione finale troppo melensa del primo film. Peccato che alcune idee interessanti introdotte in questo film vengano presto messe nel dimenticatoio dopo pochi minuti di pellicola: Kaori che nei primi minuti dello special sembra finalmente messa alla pari con Ryo (tanto da aver imparato a sparare) ma che poi torna al suo ruolo di martellatrice delle porcherie del suo collega e che nel film è continuamente ossessionata dal paragone tra la sua "tavola piatta" e le procaci forme delle sue assistite (cosa che mi ha fatto venire l'urticaria dopo pochi minuti). O Saeko che afferma di essere stata molto simile alla ragazza alla sua età, e che quindi sarebbe una ottima mentore per Anna e con un interessante sviluppo del personaggio, ma la cosa finisce lì per dare ulteriore e ingiustificato spazio a Ryo.

Anna e James McGiver

I nuovi personaggi funzionano, sopratutto James McGiver, che di fatti giustamente per intraprendenza e coraggio ricorda un po' un Ryo. Anna invece soffre un po' della visione prettamente maschile della donna in Giappone: venendo prima vista come una donna preparata e coraggiosa, per poi dopo le prime rivelazioni sul suo passato, diventare improvvisamente esitante e nervosa, con il grande "dubbio esistenziale" sul fatto che una donna che non attrae e non cura il suo vestiario è prettamente inutile (certo poi il film cerca di spiegare la situazione ma il cambiamento è troppo brusco per essere credibile). I cattivi sono ne più ne meno delle macchiette, con motivazioni a tratti forzata, sicuramente l'elemento meno riuscito. I nostri eroi seguono il loro classico canovaccio, da segnalare solo un Umibozu messo in scena con una motivazione assurda e poco credibile. Bello comunque il rapporto da mentore di Ryo con Anna, anche se purtroppo sfocia spesso nelle immaginabili scenette comiche a suon di mutandine e battute a tema mokkori.  

Le animazioni sono di buon livello, con alcune scene dirette veramente bene come la scena di inseguimento con la mini cooper.

Il film ha aveva un grande potenziale, sopratutto in quei elementi di novità detti sopra, ma preferisce andare sull'usato sicuro. Alla fine non ci si può lamentare tra ottime scene di combattimento, personaggi interessanti e una storia che si segue con piacere con le sue rivelazioni ad effetto.