martedì 31 dicembre 2019

Il pianeta del tesoro - Recensione -


Titolo originale: Treasure Planet
Anno: 2002
Durata: 95 min
Genere: animazione, fantascienza, avventura
Regia: Ron Clements, John Musker
Soggetto: Robert Louis Stevenson (romanzo)

Per il sottoscritto parlare del Pianeta del tesoro è estremamente difficile, sopratutto per il profondo legame nostalgico e affettivo che mi lega a questa pellicola. Sapete ci sono sempre due o tre film che per qualche arcano motivo si legano alla nostra anima e finiscono per identificare una parte di noi stessi. Quindi dopo un bel respiro vediamo di parlare con calma di questo di piccolo capolavoro del cinema che fece un bel tonfo al botteghino.

Altro che immersione nella storia...
Il pianeta del tesoro (Treasure Planet) è un film d'animazione del 2002 diretto da Ron Clements e John Musker. Liberamente tratto dal romanzo "L'isola del tesoro" di Robert Louis Stevenson, ne ripercorre a grandi linee la storia, aggiungendo una ambientazione spaziale e tematiche fantascientifiche e steampunk. Una idea sulla carta rischiosa ma che era già stata usata con profitto in altri show, basti pensare per esempio alla serie anime "Hakugei: Legend of the Moby Dick" di Osamu Denzaki (che aveva già diretto la meravigliosa versione animata dell'isola del tesoro) o la versione kolossal del 1987 per la TV "L'isola del tesoro della RAI" di Antonio Margheriti (a cui questo film deve diverse strizzate d'occhio).

Il film si apre con il piccolo Jim Hawkins leggere di nascosto un libro che genera ologrammi* sulle avventure del temibile capitano Nathaniel Flint e del suo Pianeta del Tesoro. Passano gli anni e Jim è diventato un ragazzo problematico che sembra aver perso la propria strada, ma il ritrovamento fortuito della mappa per il pianeta del tesoro di Flint può cambiare per sempre il destino del ragazzo e dei suoi amici. Purtroppo la mappa è ricercata anche dalla peggiore feccia della galassia.

mercoledì 25 dicembre 2019

Festa in casa Muppet - Recensione -



Titolo originale: The Muppet Christmas Carol
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1992
Durata: 85 min
Genere: commedia, fantastico, avventura, musicale
Regia: Brian Henson
Soggetto: Charles Dickens
Sceneggiatura: Jerry Juhl

Festa in casa Muppet (o The Muppet Christmas Carol in originale, perché qui in Italia siamo bravissimi a cannare titoli) si è rivelato una piacevole sorpresa, un film che riesce nel difficile compito di coniugare le atmosfere prevalentemente cupe del canto di Natale di Dickens con le tematiche più allegre dei Muppet. Rilevandosi un ottimo film natalizio (di quelli che scaldano il cuore) e con Michael Caine praticamente perfetto nel ruolo dell'avaro Scrooge. Questo è il primo prodotto dei Muppet senza l'intervento del loro creatore, Jim Henson, morto qualche mese prima e alla cui memoria il film viene dedicato, che di fatti passa nelle mani del figlio Brian.

sabato 21 dicembre 2019

Quando il cartone dei Ghostbuster (The real Ghostbuster) incontrò i mostri di Lovecraft (41 - Un libro pericoloso)


Ma quanto era bella serie cartoon dei Ghostbuster?

Oggi la figura di Lovecraft è più popolare che mai, tra videogiochi e film in prossima uscita che ne hanno ampliato la fama e arrichito il suo pantheon immaginario. Ma se vi dicessi che nel 1987 gli sceneggiatori del cartone dei Ghostbuster avevano già realizzato una puntata Crossover con i mostri di H. P. Lovecraft? Per di più rimanendo molto più fedeli all'opera originale di tanti prodotti moderni? Ovviamente Target per ragazzi permettendo.

Mostri lovecrafitiani
La trama vede la Miskatonic University prestare il Necronomicon alla libreria nazionale di New York (evidentemente la lezione con Wilbur Whateley è stata completamente dimenticata), un prestito bibliotecario che equivarrebbe al prestito di una bomba atomica da parte dell'esercito a un museo di scienze per fare un paragone spicciolo. Ovviamente tempo zero e il libro viene rubato. I nostri eroi preoccupati della cosa decidono d'indagare sul caso visto il possibile pericolo che si scateni la fine del mondo (Carino il siparietto comico dove il sarcastico Venkman zittisce tutti indovinando che la notte speciale per risvegliare Cthulhu e soci ci sarà proprio in quei giorni).

sabato 14 dicembre 2019

Redline - Recensione -


Titolo originale: Redline
Regia: Takeshi Koike
Soggetto: Katsuhito Ishii
Studio: Mad House
Durata: 101 min.
Anno di uscita: 2009

In un modo futuristico e stravagante l'intrattenimento principale sono le corse automobilistiche, in cui i piloti mettono in pericolo la loro vita sfrecciando su bolidi iperveloci e armati con le più variegate e mortali armi a disposizione per sconfiggere l'avversario. L'unico a fare eccezione è JP (detto JP il bravo ragazzo o il gentiluomo), un pilota umano che si basa unicamente sulla velocità per vincere le gare, anche se girano oscure voci sul suo conto. L'obbiettivo finale di ogni pilota della galassia è partecipare alla Redline: la gara più complessa e pericolosa mai organizzata, e che vede partecipare i migliori piloti dell'universo (Ognuno come nella migliore tradizione delle Wacky Races dallo stile e armamento unico). Quest’anno la Redline è ancora più mortale del solito visto che è organizzata sul pianeta Roboworld, un mondo abitato da robot simil-nazisti super tecnologici, che non vedo di buon occhio una gara organizzata sul loro territorio.

lunedì 2 dicembre 2019

Power Rangers (2017) - Recensione -


Anno: 2017
Durata: 124 min
Genere: azione, avventura, fantascienza
Regia: Dean Israelite

I Power Rangers sono uno di quei tipici prodotti anni 90 che scatenano un forte senso di nostalgia canaglia, sopratutto in quei bambini ormai oggi quasi tutti trentenni che all'epoca non si perdevano una puntata dei tizi colorati in tv. Ancora oggi nella mia testa risuona la voce di Marco Destro che canta "Rosso, giallo e più, rosa, nero e blu; i colori Power Rangers!". Certo a rivederlo oggi lo show non fa di certo una bella figura, con storie banali e un po' trite; ma i Power Rangers li si vedeva per le mazzate che davano ai cattivoni e non per la ricchezza lessicale del parlato.

Lo Show è ancora in attività (saccheggiando a piene mani dallo show giapponese Super Sentai, da cui ogni serie dei Power Rangers riprende i costumi e le scene di combattimento) ma non ha più, almeno da noi, lo stesso slancio di fama della prima mitica serie (chi si ricorda dei mille cloni creati all'epoca per cercare di replicare il successo? Dei VR Troopers o i Beetleborgs? Ma sopratutto chi mi sa dire qualcosa dei Mystic Knights senza andare a cercarli in rete?).

Logico che fosse una questione di tempo prima che Hollywood con sempre meno voglia di rischiare in idee originali, dopo aver saccheggiato ampiamente gli anni 80, si sia decisa che la nuova miniera nostalgica da sfruttare fossero i vicini ma non troppo anni 90. Spesso con risultati altamente altalenanti come il deludente Ghost in the Shell o il divertente Jumanji - Benvenuti nella giungla.