martedì 26 febbraio 2019

Batman Ninja - Recensione -


Anno: 2018
Durata: 85 minuti
Genere: animazione
Regia: Junpei Mizusaki Tetsuro Satomi
Soggetto: Leo Chu, Eric S. Garcia (versione americana)

Batman Ninja (ニンジャバットマン) è un film d'animazione giapponese del 2018 diretto da Junpei Mizusaki e prodotto dalla Warner Bros Animation, pellicola che assieme a Lego Batman si dimostra una delle pellicola più riuscite tra quelle incentrate sulla figura dell'uomo pipistrello (perlomeno dai film di Nolan).

La trama vede Batman affrontare Gorilla Grood (gorilla parlante e superintelligente, con tanto di capacità di controllare il pensiero altrui per non farsi mancare nulla) intenzionato a testare una macchina del tempo nel penitenziario di Gotham. Nonostante gli sforzi di Batman la macchina viene attivata e tutti i buoni e cattivi presenti in zona vengono trasportati nel Giappone feudale. Il nostro eroe per qualche motivo arriva due anni dopo gli altri, con Biff che grazie all'almanacco sportivo... ehm!... Volevo dire con i cattivoni che nel frattempo si spartiti il Giappone in zone d'influenza e si sono costruiti anche dei castelli mecha giganti con cui bramano di sconfiggere i rivali e diventare i padroni indiscussi dell'intero Giappone. Il nostro eroe ovviamente interviene per firmarli ma senza il supporto della tecnologia e l'industria moderna le armi di Batman, si esauriscono subito, e lo costringono a tornare a un armamentario più antico, ma non per questo meno efficacie (con tanto di super clan ninja a tema pipistrello a fargli da spalla).

domenica 24 febbraio 2019

Il primo Re - Recensione -


Lingua originale: protolatino
Paese di produzione: Italia, Belgio
Anno: 2019
Durata: 127 min
Genere: epico, storico, azione
Regia: Matteo Rovere
Soggetto: Filippo Gravino, Francesca Manieri, Matteo Rovere
Sceneggiatura: Filippo Gravino, Francesca Manieri, Matteo Rovere

Nel 753 a.C i due fratelli pastori Romolo e Remo vengono travolti da un'improvvisa e violenta esondazione del fiume Tevere, finendo spiaggiati nel territorio della potente città di Alba Longa. I due vengono catturati dagli albani come schiavi. Ribellatisi ai loro carcerieri, liberano gli altri prigionieri latini e sabini e, avuta la meglio, riescono a fuggire per raggiungere il Tevere, prendendo in ostaggio, sotto richiesta di Romolo, la sacerdotessa della dea Vesta Satnei, portatrice del sacro fuoco, così da conservare il favore degli dei. I due fratelli divisi da una diversa concezione del destino dovranno fare i confronti con una divinazione che vuole che uno dei due fratelli ammazzi l'altro per fondare poi una città che conquisterà il mondo.  

Il progetto di Matteo Rovere è davvero atipico per il panorama italiano, ormai diviso tra la film comici ridanciani e film serissimi che poi non portano nessun valore, sopratutto per una ricerca linguistica e storiografica davvero di alto livello. Un film con una fotografia perennemente oscura e nebbiosa, dove tra leggenda e storia, si svolgono le disavventure dei due fratelli incentrate sul sempre assillante quesito se il nostro operato sia solo opera della nostra volontà o il divino/natura interferisce in modo imperscrutabile e cinico nelle vicende degli essere umani. Una quesito che nel mondo ancora arcaico e quasi preistorico dei protagonisti ha una valenza fondamentale (ma ancora oggi ha la sua importanza nonostante il nostro apparente menefreghismo moderno), anche se uno dei fratelli prova le prime forme di ribellione al fato e alla passività date dagli oracoli/dei.  

venerdì 22 febbraio 2019

Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità - Recensione -


Titolo originale: At Eternity's Gate
Paese di produzione: Stati Uniti d'America, Francia
Anno: 2018
Durata: 110 min
Genere: biografico, drammatico
Regia: Julian Schnabel
Sceneggiatura: Jean-Claude Carrière, Julian Schnabel, Louise Kugelberg


Van Gogh è uno dei pittori espressionisti più famosi al mondo, le sue opere sono ricordate e omaggiate ovunque ma quando si cerca di scoprire l'uomo dietro all'artista le cose si fanno molto più difficili (al massimo ci ricordiamo del famoso taglio dell'orecchio e poco altro). Julian Schnabel famoso pittore contemporaneo dedicatesi a partire dagli anni 90 alla cinepresa, con un proprio stile molto personale, e a tratti in controtendenza al concetto di cinema tradizionale si è imbarcato nell'impresa di dare la propria versione sul pittore. Lo stesso suo film si può definire una propria visione dell'artista fiammingo più che una corretta biografia, arrivando ad andare controcorrente accettando una teoria sulla morte del pittore non approvata dagli storici.  

Van Gogh era un pittore decisamente particolare visto che inizialmente i suoi passi si rivolgono verso la carriera di predicatore (andò a predicare nelle miniere belghe), dotato di una profonda cultura sia religiosa che laica (sapeva parlare perfettamente l'olandese, il francese e l'inglese). Arrivato a Parigi ricevette la propria epifania artistica quando in una mostra ebbe la possibilità di vedere alcune stampe giapponesi, che con i loro forti contrasti cromatici lo conquistarono. Van Gogh diverrà un vero e proprio artista maledetto, dotato di una capacità incredibile ma mai compresa dai suoi contemporanei (tranne forse dal suo amato fratello Théo), costellando la sua carriera di tantissimi quadri. Basti solo pensare che nel soggiorno a Arles ne realizzerà duecento tra disegni e acquarelli, ma senza mai ottenere il riconoscimento agognato (in vita riuscirà a vendere un solo quadro a una sorella di un suo amico un anno prima di morire).

mercoledì 20 febbraio 2019

Il Grande Gioco - I servizi segreti in Asia centrale di Peter Hopkirk - Recensione -


La storia è da sempre per molti qualcosa di noioso, complice un metodo di studio che per sveltire i tempi serrati tende a ridurre il tutto a pochi eventi significativi, dove l'unica che cosa che conta è ricordarsi a memoria una serie sterminate di date poi dimenticate il giorno dopo. Un vero peccato perché la storia è piena di eventi che potrebbero tenere tranquillamente testa alle più ingarbugliate e appassionati serie tv e film.

Uno dei periodi storici sicuramente più interessanti ma decisamente sconosciuti al grande pubblico è la guerra silenziosa che vide coinvolti per circa un secolo (1800-1905) l'Impero Russo e quello Inglese per il controllo delle ricche zone dell'Asia centrale, una guerra che ricorda per molti versi la successiva guerra fredda tra URSS e Stati Uniti. Una guerra atipica perché combattuta con mezzi poco avvezzi all'arte militare e con le sottili arti della diplomazia e delle spie. Un conflitto che vide spesso come atipici eroi negli esploratori e cartografi, che spesso per necessità dovettero nascondersi dietro a vari travestimenti (come dei precursori di James Bond), in missioni che si svolgevano in terre di cui non sapeva nulla e dove la legge era in mano a sanguinari Khan che bisognava sperare di blandire con regali munifici e confessioni di profonda amicizia alternate ad tante bugie (e molte blandizie).

mercoledì 13 febbraio 2019

Michele e l'aliante scomparso di Maurizio Cometto - Recensione -


Nel misterioso paesino di Vallascosa i papà portano i loro figli maschi a fare una passeggiata alla spianata del Contrario per sancire l'abbandono dell'infanzia (la cosiddetta "muta" ), ma quando scendono dalla valle qualcosa in loro si è perso per sempre, tanto da sembrare dei freddi automi. Michele è un ragazzino come tanti nel paesello, con il sogno di comprare finalmente un magnifico aliante che ha adocchiato da molto nella vetrina del ferramenta, ma il destino del passaggio all'età adulta sembra che stia per abbattersi anche su di lui. Forse solo grazie all'aiuto della vecchia signora Lena il ragazzo riuscirà a trovare il modo per salvare se stesso e a spezzare la maledizione che da anni colpisce la città.

sabato 9 febbraio 2019

Fire and Ice - Fuoco e ghiaccio - Recensione -


Titolo originale: Fire and Ice
Paese di produzione: USA
Anno: 1983
Durata: 81 min
Genere: animazione, fantastico
Regia: Ralph Bakshi
Sceneggiatura: Gerry Conway, Ralph Bakshi, Frank Frazetta

Gli anni 80 sono il periodo d'oro per il fantastico "barbarico" o sword and sorcery, le opere di Robert E. Howard conquistano il pubblico e il film di Milius consacra definitivamente il suo personaggio più famoso, Conan il barbaro (uscito esattamente un anno prima di questo film). Anche il fantasy in generale dopo il periodo pulp degli anni 30-40 sembra tornato alla gloria di un tempo, grandi autori come  Fritz Leiber, Marion Zimmer Bradley, Michael Moorcock ecc. Nel campo delle illustrazioni si dimostra un campione Frank Frazetta, che con le sue opere riscrive il cannone barbarico, fatto di uomini possenti e donne dal fisico giunonico, diventando un canone all'interno dell'epopea barbarica. 

Franzetta con alcuni attori usati per i filmati in live action
Nel 83 uno dei più grandi pionieri dell'animazione americana, Balski, e l'illustratore Frazetta mettono insieme le forze per crea un film che sia il capolavoro del genere, venendo strettamente coinvolti in ogni fase della produzione del film. Il film si dimostra il capolavoro della tecnica dello rotoscopio dando ai personaggi una "fisicità" e un realismo difficilmente poi eguagliati da un film animato in modo tradizionale. Peccato che una trama molto semplice e a tratti poco chiara vanifichino alla fine il risultato finale e una delle cause del suo flop al cinema.

mercoledì 6 febbraio 2019

I Muppet nell'isola del tesoro - Recensione -


Titolo originale: Muppet Treasure Island
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1996
Durata: 99 min
Genere: commedia, avventura
Regia: Brian Henson


Dopo il buon successo di Festa in casa Muppet, Brian Henson lancia i Muppet in una nuova storia questa volta in un clima molto più caldo e avventuroso del precedente, infatti in questo film si parla del migliore dei mestieri (quindi aprite bene le orecchie). Se avete la mappa non ci rimane altro che lanciarci all'avventura e andare alla ricerca del tesoro del capitano Flint.
«Ragazzi ricordate di non correre con in mano forbici o oggetti appuntiti...perché si ride, si scherza fino a quando uno dice ahhhhhhhhhhh!»
La trama ricalca abbastanza fedelmente la trama del romanzo di Stevenson, con molte semplificazioni e alleggerimenti per rendere tutto più godibile a un pubblico molto giovane, anche se non mancano modifiche che non sono riuscito a ben capire come quella di far diventare Jim orfano.

Come resistere a quel sorriso da canaglia?
Per il resto il film segue il classico stile muppet, sempre molto ironico e pieno di battute, quasi sempre divertentissime. Il mio momento preferito è quello dove viene annunciato l'arrivo del terrificante capitano Smollett, descritto come un diabolico e oscuro figuro, ma che dopo una inquietante entrata di scena con tanto di cavalli al galoppo si rivela essere il pacifico e gracile Kermit. Molto carini anche i ratti turisti che  con il tono cinico e annoiato fanno da giusto contraltare alla serietà della storia. L'unico personaggio "fuori rotta" è Miss Piggy, che viene inserita forzatamente in una storia che non prevede grossi ruoli femminili e il risultato si sente (sopratutto risulta decisamente meno sopportabile del precedente ruolo).