lunedì 26 ottobre 2020

I navigatori dell'infinito e Gli astronauti di J.-H. Rosny aîné - Recensione -

 

Oggi il contributo della fantascienza europea (o in questo caso della protofantascienza) tende purtroppo ad essere dimenticato, un vero peccato considerando il grande livello raggiunto in paesi come Italia (Yambo per esempio) e Francia, con idee e spunti davvero interessanti.Ovviamente sia gli autori italiani che francesi raramente raggiungessero il livello dei corrispettivi angloamericani, ma non per questo vanno denigrati ma invece valutati secondo il loro periodo storico.

La fantascienza francese ha attecchito poco nello stivale (nonostante nel tempo ci siano stati qualche piccolo tentativo di esportare qualche volume), ma J. H. Rosny aîné mi ha stupito molto e merita a mio giudizio una riscoperta. Spero che l'iniziativa dell'editore Il Palindromo spinga altre case editrici ad emulare il gesto e riscoprire una branchia della fantascienza oggi sconosciuto (cosa che in America sta in parte avvenendo).

J.-H. Rosny aîné (nato a Bruxelles il 17 febbrario 1856 e morto il 15 febbraio 1940 a Parigi), pseudonimo di Joseph-Henry Honoré Boëx è conosciuto in Italia principalmente grazie al romanzo di ambientazione preistorica "La guerra del fuoco" (1909), da cui venne tratto un film omonimo del 1981 diretto da Jean-Jacques Annaud. Le sue escursioni nel campo della fantascienza nel nostro paese erano fino a questo momento completamente inedite. All'inizio della sua carriera scrisse numerosi romanzi assieme a suo fratello minore Séraphine-Justine-François Boëx, per poi dividere la propria carriera artistica con il romanzo Marthe Baraquin ( aggiungendo aîné al suo nome nei suoi successivi romanzi, tale termine infatti vuol dire vecchio, mentre il fratello prese il nome Jeune , giovane). nei suoi romanzi di fantascienza unì il naturalismo al fantastico con un intento fortemente incentrato al divertissement (Da molti è stato definito uno dei padri della fantascienza francese assieme a Jules Verne).

domenica 25 ottobre 2020

City Hunter Special 5 - La Rosa Nera - recensione -

 

City Hunter: La rosa nera (titolo decisamente più brutto rispetto all'originale "Goodbye My Sweetheart") è il primo special uscito dopo la conclusione della serie tv nel 1991. Questo special è uscito in Giappone nel 1997, mentre in Italia è arrivato in tv solo nel 2004. 

Questa volta Hunter dovrà vedersela con Professor, un criminale di fama internazionale, caratterizzato dal fatto che sceglie solo i colpi che possano mettere alla prova le sue abilità e non per il semplice compenso. Il criminale si trova attualmente a Tokyo dopo essere sfuggito da una retata della polizia. Allo stesso tempo Emi, una famosa ballerina, chiede ai nostri eroi di ritrovare suo fratello, scomparso durante il suo diciottesimo compleanno. Le due storie finiranno per scontrarsi, con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. 

Questo character design più maturo e realistico non mi dispiace. Peccato che cozzi molto nelle scene comiche.

Fin dalle prime scene si vede benissimo che lo special punta molto a replicare gli stilemi del cinema action americano. Un nemico e una trama più seria "costringono" Ryo a dare il meglio di se, sopratutto nelle scene dove la sua fisicità e abilità con la pistola brillano assai. 

Il cattivo con il suo cinismo, intelligenza e una spiccata dose di sociopatia lo rendono la perfetta nemesi di Ryo Saeba. Rispetto ai tanti cattivi da operetta visti precedentemente la sua totale mancanza di scrupoli morali lo rendono un avversario molto pauroso e a tratti realistico (con tanto di background che per una volta da i giusti elementi per spiegare la sua rabbia contro il mondo).

giovedì 22 ottobre 2020

Dampyr 246-247 ("I sussurri nel buio" e "Il segreto di Robert Howard") - Recensione -

 

Non sono una grande esperto della saga di Dampyr (devo ammettere che la cosa un po' mi dispiace perché leggendo tempo fa il primo volume della saga ne ho notato tutto il potenziale, ma purtroppo il mio difetto è che non amo molto le saghe che teoricamente possono durare all'infinito) ma leggendo sul web che per due volumi la storia sarebbe stata incentrata sul mio caro zio Bob sono corso in edicola ad acquistare il fumetto (aspettando di averli entrambi prima di leggere la storia, in modo da non morire di ansia per l'attesa dello sviluppo della trama nel successivo capitolo). Che poi sicuramente tra un po' mi ritoccherà riprendere a breve Dampyr perché i miei sensi salgariani vibrano per una vicina uscita, ma ne riparleremo. 

Quando un personaggio di un fumetto esprime perfettamente il tuo pensiero.
Il fumetto riprende la parte finale della vita di Robert E. Howard, uno dei più grandi scrittori pulp e fantasy che abbia mai camminato su questa terra. Sicuramente un grande bardo della forza e del coraggio, che infondeva molto di se nei suo personaggi e per questo ancora oggi le sue storie non annoiano e affascinano per la vividezza delle trame (spesso inserendoci riflessioni e temi così importanti da sorprendere il lettore più smaliziato). 

martedì 20 ottobre 2020

Mister Link - Recensione -

Titolo originale: Missing Link
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 2019
Durata: 95 min
Genere: animazione, avventura, fantastico
Regia: Chris Butler
Sceneggiatura: Chris Butler 

Mr link è l'ultima fatica dello studio Laika, uscito lo scorso anno in America e arrivato da noi solo quest'anno. 

Come per tutti i film dello studio Laika si tratta di un film in stop motion diretto in questo caso da Chris Butler. È stato candidato agli Oscar lo scorso anno per la categoria animazione (purtroppo vinto ingiustamente dal quinto capitolo di Toy Story). 

La mia stessa espressione quando cerco di parlare delle mie passioni con dei perfetti sconosciuti.
La storia vede Sir Lionel Frost, un avventuriero scapestrato e sognatore, cercare di ottenere l'approvazione della rinomata "Society of Great Men", che però poco apprezza l'idealismo e il romanticismo che Mr Frost mette nelle sue assurde e fallimentari ricerche (che riguardano principalmente i criptidi, animali la cui esistenza è sostenuta da tradizioni e leggende, ma di cui mancano prove scientifiche). A dargli una possibilità di riscatto c'è una misteriosa lettera, che lo invita a cercare il famoso Sasquatch negli USA. Arrivato sul posto l'avventuriero scopre che la lettera è stata inviata dalla stessa mitica creatura, che spera ardentemente che Mr. Frost possa aiutarlo nella sua ricerca per ritrovare i suoi parenti tra gli Yeti, in Himalaya. Mr Frost e Mr Link (il nome dato alla creatura) partono per questa nuova grande avventura ma non tutti sono disposti a permettere che "l'evoluzione" faccia il suo corso. 

domenica 18 ottobre 2020

City Hunter Special 4 - Servizi Segreti - Recensione -

 

In Giappone arriva James McGiver, ex guerrigliero e attualmente il candidato presidente di un repubblica controllata da una feroce giunta militare. Tra i membri della sua scorta c'è sua figlia Anna, che però ha dimenticato la figura paterna dopo un doloroso evento. Qualcuno nel frattempo sembra intenzionato a colpire il presidente tramite la ragazza e tocca a Ryo Saeba proteggerla. Kaori e Hunter si troveranno invischiati una storia di potere, vendetta e avidità. 

Non vi preoccupate è solo uno degli elementi su cui si basa il film
Ho molto apprezzato questo special, che riprende a grandi linee alcuni elementi del primo film dedicato al nostro cecchino preferito (il rapporto problematico tra padre e figlia, la minaccia di un paese estero, i fantasmi dal passato che tornano a turbare il presente ecc). La trama funziona decisamente bene, con i vari elementi della storia che si incastrano perfettamente negli eventi, anche se alcuni spunti sono stati volutamente inseriti per portare il pubblico verso una certa reazione (la morte di un determinato personaggio in un punto che permetta a Ryo di ottenere la motivazione per far scattare il momento giustizia e una faccia alla Ken il guerriero per esempio). Bello il rapporto padre - figlia, che sviluppa tra contrasti e difficoltà in modo piacevole, e senza quella soluzione finale troppo melensa del primo film. Peccato che alcune idee interessanti introdotte in questo film vengano presto messe nel dimenticatoio dopo pochi minuti di pellicola: Kaori che nei primi minuti dello special sembra finalmente messa alla pari con Ryo (tanto da aver imparato a sparare) ma che poi torna al suo ruolo di martellatrice delle porcherie del suo collega e che nel film è continuamente ossessionata dal paragone tra la sua "tavola piatta" e le procaci forme delle sue assistite (cosa che mi ha fatto venire l'urticaria dopo pochi minuti). O Saeko che afferma di essere stata molto simile alla ragazza alla sua età, e che quindi sarebbe una ottima mentore per Anna e con un interessante sviluppo del personaggio, ma la cosa finisce lì per dare ulteriore e ingiustificato spazio a Ryo.

Anna e James McGiver

I nuovi personaggi funzionano, sopratutto James McGiver, che di fatti giustamente per intraprendenza e coraggio ricorda un po' un Ryo. Anna invece soffre un po' della visione prettamente maschile della donna in Giappone: venendo prima vista come una donna preparata e coraggiosa, per poi dopo le prime rivelazioni sul suo passato, diventare improvvisamente esitante e nervosa, con il grande "dubbio esistenziale" sul fatto che una donna che non attrae e non cura il suo vestiario è prettamente inutile (certo poi il film cerca di spiegare la situazione ma il cambiamento è troppo brusco per essere credibile). I cattivi sono ne più ne meno delle macchiette, con motivazioni a tratti forzata, sicuramente l'elemento meno riuscito. I nostri eroi seguono il loro classico canovaccio, da segnalare solo un Umibozu messo in scena con una motivazione assurda e poco credibile. Bello comunque il rapporto da mentore di Ryo con Anna, anche se purtroppo sfocia spesso nelle immaginabili scenette comiche a suon di mutandine e battute a tema mokkori.  

Le animazioni sono di buon livello, con alcune scene dirette veramente bene come la scena di inseguimento con la mini cooper.

Il film ha aveva un grande potenziale, sopratutto in quei elementi di novità detti sopra, ma preferisce andare sull'usato sicuro. Alla fine non ci si può lamentare tra ottime scene di combattimento, personaggi interessanti e una storia che si segue con piacere con le sue rivelazioni ad effetto.

martedì 13 ottobre 2020

Il prigioniero di Zenda di Anthony Hope - Recensione -

Nell'immaginario regno di Ruritania il futuro re Rodolfo è stato narcotizzato dal fratellastro Micheal per evitare che possa partecipare alla sua cerimonia per l'incoronazione (e tramite questo sotterfugio far salire al trono lui stesso). Per evitare che il complotto si realizzi viene chiesto a Rudolf Rassendyll di prendere il posto del re, visto la sua incredibile somiglianza con il sovrano. Tutto sembra procedere per il meglio e lo scornato Micheal sconfitto, se non fosse che poche ore dopo i nostri eroi scoprono che il vero re è stato sequestrato dall'antagonista. Inizia quindi una epica avventura per riportare il vero Rodolfo sul trono e allo stesso tempo evitare che tutti scoprano la verità (compreso la bellissima principessa Flavia, fidanzata del re, che dopo l'incoronazione ha scoperto di amare moltissimo il nuovo "carattere" del sovrano).

Il prigioniero di Zenga è sicuramente ricordato oggi più per il film del 1937 che per il romanzo in se, anche se il successo del libro spinse molti autori a riprenderne l'idea di una fittizia nazione europea, di solito nel centro o nell'est Europa per ambientare le loro storie (per esempio la Syldavia nei fumetti di Tintin).

Hope sicuramente deve qualche spunto al romanzo "Il principe e il povero" di Mark Twain, sopratutto per l'idea di un nobile e un tizio qualunque di aspetto identico che si scambiano i ruoli, anche se la storia nei due romanzi si sviluppa in modo completamente diverso.

Nonostante qualche ingenuità di fondo: Per esempio Micheal il nero è il classico cattivo per esigenze di trama, astuto e molto intelligente, ma facile all'ira e sospettoso dei suoi sottoposti. O il protagonista che impara l'etichetta di corte o il funzionamento del regno in pochi giorni. Il romanzo intrattiene veramente bene. La trama oggi potrebbe far sorridere in molti punti ma sfrutta al meglio i propri elementi, sopratutto la sua prosa avventurosa, e c'è sempre qualche spunto nuovo che attira l'attenzione. Per esempio i continui piani per salvare il vero re e gli imprevisti che guastano tutto, le nuove alleanze che si formano e si sfasciano ecc

 Il confronto tra il protagonista con Micheal mi ha ricordato moltissimo lo scontro tra Sherlock Holmes e il professor Moriarty per l'intensità delle elucubrazioni dei due rivali (ognuno riesce a gabbare più volte l'avversario, alzando sempre di più la posta). Bella anche l'idea di spiegare in parte la somiglianza tra il principe e Rudolf Rassendyll (sopratutto il discorso di naso e capelli rossi).

Il film del 1937

Hope da il meglio nel delineare i personaggi secondari: Il colonello Sapt, Fritz von Tarlenheim e l'affascinate canaglia Rupert of Hentzau sono personaggi che strappano più volte un sorriso.

Non manca poi l'elemento amoroso, con la dolce storia tra la principessa Flavia e l'impostore, combattuto tra dovere e l'amore sempre più forte per la ragazza (e con un finale che mi ha decisamente sorpreso).

Per certi versi mi ha ricordato molto i più riusciti romanzi di Salgari. Sopratutto per gli intrecci avventurosi e la tematica amorosa ricca di pathos.

In definitiva una piacevole lettura, forse oggi risente un po' il peso degli anni, ma per un lettura leggera e senza grandi pretese (anche se sono sicuro che l'avventura di Rudolf Rassendyll vi prenderà moltissimo) è sicuramente molto adatto.

domenica 11 ottobre 2020

City Hunter Special 3 - Un complotto da un milione di dollari - Recensione



Terzo special dedicato al nostro sniper preferito uscito in Giappone nel 1990 e arrivato da noi nel 2004. Come i due precedenti special è diretto da Kenji Kodama (che qualche anno fa è tornato a dirigere il nostalgico CITY HUNTER: PRIVATE EYES).

La trama vede Ryo e Kaori sono alla ricerca di nuovo lavoro che gli permetta di rimpinguare le loro esauste finanze. Nonostante la scarsa propensione alla serietà di Hunter la coppia trova un cliente nella bellissima Emily O'Hara, la quale ha bisogno dell'aiuto di Saeba per proteggersi dalle grinfie del figlio di una potente famiglia della mafia e offre perciò l'allettante cifra di un milione di dollari e a un incredulo Ryo anche un mokkori (probabilmente per una incomprensione linguistica). L'occasione è troppo ghiotta per entrambi per lasciarsela sfuggire, ma qualcosa nella storia della ragazza non quadra e il mistero si infittisce sempre di più. 

Devo dire che questo special al di là di qualche scena intrigante non mi ha entusiasmato moltissimo, la trama segue troppo fedelmente il canovaccio visto in mille salse negli episodi della serie (il rapimento di Kaori, Ryo che fa il farfallone e azione a go go ecc.), ma senza strafare come nel precedente special ma senza neanche qualche grossa mancanza, risultando in un banale compito da portare a termine nel minor tempo possibile, con protagonisti secondari messi giusto per il minimo sindacale, mentre quelli creati ad hoc non si fanno ricordare (anche se il dinamitardo Douglas è molto divertente da vedere con il suo stile prettamente anni 80, vestito viola da cattivo da anime e la voce del mitico Ivo De Palma. volgiamo poi parlare che come arma principale usa dei modellini telecomandati riempiti di esplosivo?).

giovedì 8 ottobre 2020

Lupin III - The First - Recensione -

Titolo originale: ルパン三世 THE FIRST
Paese di produzione: Giappone
Anno: 2019
Durata: 93 min
Genere: animazione, commedia, azione
Regia: Takashi Yamazaki
Soggetto: Monkey Punch
Sceneggiatura: Takashi Yamazaki 

Questo film doveva uscire al cinema il  27 febbraio 2020 ma a causa degli eventi che tutti conosciamo è stato prima rinviato e poi annullato definitivamente. Qualche tempo dopo è stato annunciato che il film sarebbe stato trasmesso direttamente sulla piattaforma streaming Amazon Prime Video a partire dal 15 settembre 2020 (saltando direttamente la distribuzione al cinema, un nuovo trand che avrà sicuramente dei sviluppi nel prossimo futuro, positivi o negativi che siano). Non avendo tale abbonamento ho dovuto coinvolgere qualche disgraz... ehm! Amico che mi permetteste di usufruire del suo account per vedere finalmente film. 

La banda al completo
Il film aveva con se una serie di elementi che elevano la posta a un livello decisamente inusuale e non è un caso che il film prenda come titolo "The first" (primo film in CGI, il primo uscito dopo la morte del suo creatore e il fatto che il ladro gentiluomo dovrà fare i conti con l'eredità di suo nonno, Lupin I). Quindi fin dall'inizio le aspettative su questo film fin dal primo trailer erano alte, sarà riuscito il film a rispettarle?
 
La trama vede Lupin tentare di rubare il diario del professor Bresson, un testo che perfino i nazisti avevano tentato di recuperare dello stesso archeologo durante la seconda guerra mondiale fallendo. Il diario è la chiave per ottenere l'accesso a un grande tesoro di nome "Eclipse", ma per aprirlo è necessario avere una chiave appositamente costruita (Lupin è interessato al colpo anche perché la leggenda vuole che sia stato l'unico colpo che suo nonno non sia riuscito a completare). Per riuscirci il ladro gentiluomo dovrà unire le forze con Laetitia, una giovane aspirante archeologa, ma dal passato un'ombra oscura si fa avanti per intralciare i loro piani e far rivivere il Terzo Reich.

martedì 6 ottobre 2020

La maga di Eld di Patricia A. McKillip - Recensione-

 
Sul monte Eld si raccontano molte storie, alcune di queste riguardano la misteriosa maga Sybel e la sua corte di animali fantastici (Il cinghiale Cyrin*, che risponde a tutti gli enigmi tranne uno, il drago Gyld, intento a custodire il suo incredibile tesoro, il fedele falco Ter, il simbolo del coraggio Gules il leone, la gatta Moriah conoscitrice di misteri e magie e il leggiadro cigno nero di Terleth. Il solo un animale a sfuggire al suo richiamo è il mitico Liralen, un animale dall'incredibile bellezza). Un giorno un cavaliere spezza il suo esilio dal mondo chiedendoli di accudire un bambino di sangue reale. Sybel dovrà fare quindi i conti con il mondo degli uomini ed esplorare allo stesso i propri sentimenti.

* che nella copertina italiana è diventato per qualche motivo un orso

Disegno di Gervasio Gallardo
Devo ringraziare la mia amica Terry per avermi fatto scoprire questo interessante fantasy (una vera esperta del fantasy pre anni 2000 e mia grande friend). "The Forgotten Beasts of Eld", questo il titolo originale dell'opera, è un fantasy decisamente atipico. Per quanto a tratti il romanzo non rientrasse nei miei gusti la trama accattivante, personaggi scritti benissimo e dalla psicologia realistica, un mondo forse poco fantasy ma decisamente ben costruito, mi hanno spinto a divorare le pagine del romanzo (non lunghissimo già di suo e che nell'edizione italiana è stato stampato nell'indigesto per il sottoscritto impaginazione in doppia colonna), tanto da finirlo a notte fonda. 

Sybel è una donna che vive in un mondo ovattato, dove tutto sembra immerso in una atmosfera fatata, dove nulla si evolve e tutto è sterile di sviluppi, tanto da spingere la donna a cercare la misteriosa figura del Liralen per riempire un minimo il vuoto che sente dentro di se. Solo l'arrivo del cavaliere Coren e del neonato principe Tamlorn, che le verrà lasciato in custodia dal cavaliere, le permetteranno di aprirsi verso il mondo esterno. Un cambiamento non scevro da pericoli e dolori, visto che la donna conoscerà si l'amore grazie al bambino ma anche il dolore e la rabbia, dopo che il paranoico Re Drede, il padre del neanato, spaventato dai suoi poteri ma allo stesso tempo innamorato della donna cercherà di farla sua rendendola però una marionetta senza volontà.  

venerdì 2 ottobre 2020

City Hunter Special 2: Guerra al Bay City Hotel - Recensione -


Nell'avveniristico hotel di Bay City si sta svolgendo la festa di inaugurazione del complesso, all'evento sono sono presenti Miki e Kaori, ma nello stesso momento però fanno irruzione un gruppo armato che prende in ostaggio i partecipanti. Ryo ovviamente corre dietro a una bella ragazza di nome Luna, sennonché la fanciulla è anche l'obbiettivo di Falcon. Lo scontro tra i due per la bella Luna li porterà a convergere verso Bay City dando il via all'azione.

"Guerra al Bay City Hotel" è il secondo special dedicato al nostro Hunter, uscito in Giappone nel 1990 (in Italia dovremmo aspettare fino al  2004 per vederlo in tv) e della durata ridotta di 45 minuti. Avendo così poco tempo per sviluppare qualcosa di serio lo special punta giustamente su una trama molto più orientata sull'azione e l'umorismo, ricordando in molti aspetti i film action anni 80 come "Commando" o " Trappola di cristallo", peccato che il risultato finale non sia dei migliori e lo special risulti abbastanza anonimo.

Sicuramente si tratta di un OAV adattissimo per una serata senza grosse pretese artistiche, anzi praticamente quasi tutti i quarantacinque minuti scorrono tra esplosioni colossali, sparatorie con tutti i calibri possibili (non mancano contraerea e bazooka per dire), scene ad alto testosterone, cattivi volutamente esagerati (tanto da diventare delle caricature: Il dittatore pazzo, lo sgherro tutto muscoli e quello invece super intelligente e viscidissimo ecc) e comicità a tutto spiano ma non sempre riuscita. Non manca poi quella visione prettamente giapponese del gaijin americano bullo ma totalmente incapace di svolgere perfettamente il suo mestiere come la polizia giapponese.


Se i cattivi non fanno scintille non molto meglio va ai nostri eroi, che qui spesso mostrano il peggio di se con dialoghi non ispirati o sono messi in situazioni già viste (tipo l'ennesimo litigio tra Ryo e Falcon), sopratutto Ryo in questo special è spesso odioso per la sua stupidità (senza l'ottimo bilanciamento con il suo lato serio visto nella serie e nella special predente, a cui il personaggio deve tantissimo del suo successo).

Il budget più alto e il tempo ridotto permettono delle animazioni migliori rispetto a quanto siamo abituati nella serie tv. Sopratutto per le scene d'azione non ci si può lamentare di nulla per quanto sono ben realizzate.

La soundtrack è uno degli elementi deboli dello show, con canzoni spesso mal ispirate, tanto da sembrare degli spezzoni scelti a caso per riempire il silenzio. Non mi è piaciuto neanche il fatto che la cattiva di turno alla fine non sconti del tutto i propri crimini come per il resto della banda, capisco la bellezza ma non si può perdonare tutto per quel fattore.

Buono il doppiaggio italiano, con un buon adattamento (che lascia il termine mokkori inalterato) e con il cast di doppiatori delle prime due stagioni.

Sicuramente l'elemento più carino è scoprire come Saeko sia riuscito a coinvolgere quel bestione di Umibozu.

In definitiva uno special carino, che punto tutto sull'azione esagerata e l'umorismo, anche non sempre in modo riuscito e risultando alla fine anonimo. 

giovedì 1 ottobre 2020

Un cappello pieno di stelle di Terry Pratchett - Recensione -


Tiffany dopo gli eventi accaduti nel primo libro inizia il suo apprendistato come strega e deve lasciare la propria amata terra natia e tutti gli affetti a cui è legata. Tiffany si aspetta di praticare magie incredibili o studiare ammuffiti tomi, ma la realtà che gli si rivela è fatta da: piccoli lavori domestici, vecchietti da accudire e da vicini da proteggere (di solito dalla loro stessa stupidità). Cosa che lascia frustata la ragazza, che ancora non riesce a comprendere la differenza tra l'essere una vera strega e giocare a fare la strega. Sopratutto la piccola streghetta dovrà apprendere che i poteri magici vanno usati solo in caso di vera necessità e non per uno sciocco desiderio personale, particolarmente quando oscure entità del mondo disco sono pronte a scatenare il caos.

Terry Pratchett scrive una storia fantastica sulla difficoltà di accettare i nostri difetti e le nostre vanità. Tiffany è una ragazza che ha dimostrato nel corso delle precedenti avventure di avere grandi potenzialità nella magia, ma non ha ancora ben capito il carico di responsabilità che comporta, lasciandosi spesso traviare dalle apparenze o dai giudizi altrui (come accade nel confronto con le altre ragazze apprendiste). Comprenderà dopo la lotta con Lo Sciame (il nemico nel libro) che si deve accettare la propria parte oscura, quella animalesca che pensa solo a se stessa e che vorrebbe fare del male agli altri, senza però ascoltarla.


- La parte inaccessibile è quella importante - replicò Madame Weatherwax. - Imparare a non fare le cose è difficile quanto imparare a farle. Più difficile, forse. Se non sapessi come non tramutare la gente in rana, questo mondo sarebbe pieno di anfibi. E di grosse bolle rosa.