domenica 28 febbraio 2021

L'inferno di Topolino - Recensione -



L'inferno di Topolino è stato pubblicato inizialmente nell'ottobre del 1949, diventando in breve tempo un classico della produzione nostrana targata Disney (conosciuta anche all'esterno nonostante le difficoltà di adattamento del testo, scritto interamente in rima).

In questa edizione sono presenti anche "L'inferno di Paperino", pubblicato su Topolino nel 1987. In appendice viene aggiunto un episodio della serie "Messer Papero e il ghibellin fuggiasco" sempre pubblicato sulla rivista del topo nel 1983.

La prima storia vede Topolino e Pippo coinvolti nella recita della Divina Commedia, ottenendo un clamoroso successo di pubblico. Ovviamente Pietro Gambadilegno non è contento della notizia e grazie all'aiuto di un suo sgherro ipnotizza il nostro duo, facendoli credere di essere veramente Dante e Virgilio. Nei loro panni medievali ovviamente non riescono a trovare pace nel nostro caotico mondo e decidono di trovare pace in un biblioteca. Lì finiscono per addormentarsi mentre stanno leggendo l'opera di Dante, e in una sorta di assurdo contrappasso finiscono per venir trascinati all'interno del libro.

Ai due non rimane altro da fare che percorre il periglioso cammino che dall'inferno li porterà verso la salvezza (Con Topolino nei panni di Dante e Pippo nel più buffo e goffo Virgilio che sia mai visto).

giovedì 25 febbraio 2021

Fantasy & Science Fiction 11 (Luglio - Novembre 2014) - Recensione


L'undicesimo volume segna alcuni importanti traguardi per Elara ma anche i primi segni di un progetto editoriale sempre più difficoltoso. Infatti questo volume segna il primato per la casa editrice bolognese come numero di pubblicazioni riguardanti F&Sf (Il progetto della Minerva editrice era fermo al decimo volume) e la prima copertina in comune con l'edizione americana, disegnata da Maurizio Manzieri (illustratore ormai storico della rivista americana). Dall'altra parte questo volume sarà l'ultimo con una parvenza di piano editoriale regolare, mentre i successivi usciranno sempre più sporadicamente fino all'ultima pubblicazione ormai ferma al marzo 2017.

lunedì 22 febbraio 2021

La finestra sul cortile - Recensione -


Poster realizzato da Laurent Durieux

Titolo originale: Rear Window
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1954
Durata: 112 min
Genere: giallo, thriller
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto: Cornell Woolrich (racconto)
Sceneggiatura: John Michael Hayes

Jeff è un fotografo d'assalto che durante un reportage rimane ferito a una gamba ed è costretto a passare un periodo di degenza presso il proprio appartamento, con la sola presenza occasionale dell'infermiera Stella e della bella Lisa (Grace Kelly), innamorata persa di lui. Jeff è un tipo troppo pratico per passare il tempo tra libri e radio (senza contare che nel 1954 computer ed internet esistevano solo nei romanzi di fantascienza). Jeff passa il suo tempo in un mix di semplice curiosità e diabolico voyerismo a spiare dalla finestra  del suo appartamento le azioni quotidiane dei propri vicini. Tutto procede nella normalità fino a quando il protagonista nota dei particolari che potrebbero indicare che un qualche evento tragico è accaduto. Stai a lui ora trovare le prove che provino la fondatezza dei propri dubbi.

La finestra sul cortile è un film perfetto, senza elementi accessori, ma che Hitchock dirige in maniera perfetta. Oltretutto offrendo vari livelli di analisi. Infatti la storia è: 
 
1) Un accattivante giallo, che punta tutto sull'apparente impossibilità di compiere il misfatto e delle deduzioni del novello detective (il film è tratto molto liberamente da un racconto di Cornell Woolrich).
 
2) È anche un un film che ci parla delle pulsioni da "guardone" del protagonista, a volte prendendole alla berlina visto che il nostro eroe non riesce trovare un passatempo più sano, a volte mostrandoci come spesso le nostre azioni siano mosse da preconcetti vari (un luogo tanto idilliaco non può nascondere il male, la morbosità porta a soluzioni sconclusionate ecc). 

domenica 21 febbraio 2021

Il Corsaro Nero n° 28 - Rivista Salgariana di letteratura popolare - Recensione -

Un mio caro amico mi ha regalato un volume di questa bellissima rivista amatoriale di cui nonostante la mia passione per Salgari non ne ero minimamente. Devo ammettere di essere rimasto particolarmente colpito dal materiale proposto. 


Martin Eden. Come un film suggerisce un metodo di Lavoro di Fabio Francione:

Un editoriale interessante dedicato al nuovo film tratto dal romanzo di Martin Eden (che sicuramente cercherò di recuperare).

Il mio grande viaggio sui mari dell'avventura di Alessandro Romano: 


Un bel articolo, dove l'autore racconto le sue prime letture giovanili, mi ha ricordato molto le mie prime letture Salgariane (che brividi la prima volta che ho letto il pezzo dove il Corsaro Nero seppellisce in mare il cadavere del fratello, il corsaro rosso, con il capo dei corsari che sembra quasi un Caronte dantesco o peggio un demone). Salgari è un autore adatto ad ogni età ma non è un caso che al suo funerale la maggior parte dei partecipanti fossero dei ragazzi. Salgari ha questa incredibile capacità di far sognare incredibili avventure e far provare emozioni cosi forti che un bambino non può rimanerne indifferenti.

giovedì 18 febbraio 2021

Corrispondenze di guerra di Jack London - Recensione -

 

 

Jack London è uno dei più grandi scrittori americani di inizio novecento, pochi autori come lui sono riusciti a conquistare il mondo letterario in così breve tempo, lasciando dietro di se capolavori intramontabili come "Zanna bianca" o "Il rifugio della foresta" ma soprattutto "Martin Eden" (il suo più grande capolavoro e in cui l'autore riversò molte delle proprie esperienze personali).

Come disse di lui Burgess "Jack London morì a quarant'anni ed esaurì fino alla feccia la vita del corpo e quella dello spirito. Nessuna delle due lo soddisfece del tutto, e cercò nella morte il tetro splendore del nulla".

L'autore americano nacque il 12 gennaio del 1876 a San Francisco (California), da William Henry Chaney (un imbonitore itinerante) e dalla spiritualista Flora Wellman. Qualche tempo dopo William abbandona la donna, che nel frattempo era rimasta incinta (di London). Nello stesso anno Flora incontra e successivamente sposa John Griffith London, che darà il proprio nome al ragazzo.

Jack London a nove anni

Per aiutare la madre il giovane London lavora come fattorino, passando il proprio tempo libero presso la locale biblioteca pubblica, appassionandosi alla lettura. Nello stesso periodo chiede alla sua zia Jennie (la ex balia di famiglia) un piccolo prestito per comprare una barchetta, la Razzle-Dazzle, con la quale intraprende una serie di attività più o meno lecite (tra cui la pesca illegale di ostriche, diventando un vero e proprio "pirata di ostriche"). Qualche tempo dopo cambia casacca e passa dalla parte dei tutori della legge. Questo genere di attività lasceranno pesanti strascichi alla sua salute.

Dal 1893 in poi intraprende vari viaggi per mare e terra che lo porteranno a visitare il Giappone e a partecipare alla marcia dei Kelly's Army (un esercito di disoccupati che l'autore dopo qualche tempo deciderà di abbandonare per viaggiare da solo per il paese).

Nel 1895 intraprende un percorso di studi presso l'università di Barkley, ma nonostante abbia superato gli esami di ammissione è costretto ad abbandonarla dopo un semestre per mancanza di denaro. In quel periodo si appassiona alle teorie socialiste e darwiniane, che avranno una profonda influenza nei suoi scritti.

Nel 1897 si imbarca per l'Alaska, dove nel frattempo è esplosa la febbre dell'oro, ma in breve tempo si ammala ed è costretto a tornare a casa. Sarà proprio questo ennesimo fallimento a spingerlo a dedicarsi totalmente alla scrittura.

sabato 6 febbraio 2021

What happened to Mr. Cha? - Recensione -

 

Dall’1 gennaio 2021 è disponibile su Netflix questo film coreano molto particolare, che mischia con abilità visioni deliranti e una cinica esposizione della realtà, il tutto in una amara e tratti sognate storia sul tramonto di un attore. 

La pellicola ha come protagonista Cha In-pyo, un attore sudcoreano che gioca con il pubblico tra realtà e finzione sulla propria carriera artistica.

La trama: Con la sua immagine di uomo romantico e gentile Mr. Cha ha ottenuto un enorme successo presso il pubblico negli anni 90. La sua fama però alla lunga si è trasformata in un gabbia dorata che ha bloccato la carriera artistica dell'attore, che nel corso degli anni non è riuscito più a rinnovarsi finendo per essere ricordato solo da pochi vecchi fan per alcuni  film del passato (una sorta di Troy McClure coreano per intenderci, solo molto meno consapevole). Nel presente l'attore sopravvive grazie a piccoli lavoretti pubblicitari. Mentre sta facendo una passeggiata casca in una pozzanghera e per non macchiare la sua immacolata immagine pubblica si rifugia nella palestra più vicina. Peccato che l'edificio sia in pessimo stato e crolla proprio mentre lui si sta facendo la doccia. L'attore rimane incolume ma un eventuale salvataggio da parte delle forze dell'ordine mettere in pericolo la sua fama di attore (lui che nei film non ha mai fatto una scena di sesso, non può comparire nudo davanti alla stampa) e poi in caso di recupero dovrebbe spiegare quella "bazzecola" di cosa ci faceva in una palestra di una scuola femminile! Mr Cha si troverà in una situazione che lo costringerà a fare i conti con la realtà della sua carriera artistica, umana e rivalutare le proprie scelte di vità.

Mr Cha non offre una trama in se particolarmente originale. Tematiche simili erano già state esplorate in "Birdman" e "Millenium actress", ma è nello sviluppo del percorso di riflessione e rottura di Mr Cha che il film da il meglio di se'.

Il protagonista ha creduto così tanto nel proprio personaggio da quasi fondersi con esso, una maschera che ha indossato così tanto da non riuscire quasi più a capire dove inizi l'attore e finisca l'ideale romantico di cui è portatore. Non aiuta il fatto che il suo manager Kim A-ram (interpretato da Jo Dal Hwanda) gli addolcisca costantemente la verità per evitare che i suoi sentimenti ne vengano offesi (anche se poi si scoprirà che anche lui non è così buono come sembra).

Il crollo della palestra è un momento di crisi, che dopo un lungo periodo di negazione e delirio, lo costringe a venire a patti con la realtà dei fatti. Se il protagonista di Birdman cercava disperatamente di riscattare la propria carriera e di andare oltre il suo ingombrante passato, non altrettanto si può dire di Mr. Cha, che nonostante il crollo dell'edificio rimane incollato al suo passato (tanto da continuare come se nulla fosse a proporre a politici e talk show i pochi elementi che gli danno una parvenza di popolarità, tra cui un caratteristico gesto della mano). Tanto da costringere il proprio manager a trovare metodi sempre più assurdi per per ostacolare i lavori di sgombero delle macerie (uno dei espedienti narrativi più riusciti e divertenti è il fatto che durante la riflessione per trovare nuove idee da suggerire al suo sottoposto per ostacolare gli scavi il protagonista fa una sorta di effetto matriosca e fa pensare a cascata i suoi precedenti io).

Eppure sarà propria nella sua nuova prigione che Mr. Cha comincerà un percorso delirante e assurdo di epifania su stesso, una analisi su come ormai la sua presenza non valga più il nome più grosso nella locandina ma se va bene una fredda citazione nei crediti di Imdb, arrivando a comprendere in una frettolosa e includente chiamata come tutto il suo repertorio da spendere sia ridotto a un piccolo repertorio (e che a fine film gli sarà pure tolto). 

Nel film non manca poi una riuscita verve comica, che aiuta a comprendere meglio la triste realtà degli eventi. 

In definitiva un bel film, con l'attore protagonista che gioca con il pubblico e le sue aspettative, in una diverte ma allo stesso tempo amara riflessione su cosa sia il successo e la fama, soprattutto di come basta un qualsiasi evento per trasformare una avviata carriera in un grigio presente fatto di talk show e foto di abiti sportivi.

lunedì 1 febbraio 2021

Dracula (1980) - Recensione -

 

Autore: Bram Stoker Romanzo, Gerry Conway, Archie Goodwin, Gardner Fox, Marv Wolfman Marvel Comics
Regia: Minoru Okazaki
Char. design: Hiroshi Agatsuma
Musiche: Seiji Yokohama
Studio: Toei Animation Marvel Comics
Rete: TV Asahi
1ª TV: 19 agosto 1980 (In Italia intorno al 1984)

A cavallo tra gli anni 60 e 70 i film Horror, soprattutto quelli realizzati dalla Hammer, spopolano. Non sorprende quindi che anche i comics americani riprendano il trend inaugurando varie testate a tema, che offrivano storie più cupe e violente (comunque sotto l’egida del Comic Code, che vietava per esempio che i cattivi ottenessero guadagni delle loro malefatte o comunque dovevano subire una punizione draconiana e pesante per le loro colpe). A partire dal 1971 però la situazione comincia a migliorare per gli autori visto che Stan Lee riuscì a smantellare in parte il codice pubblicando senza il bollino dell'ente il numero 96 dell'uomo ragno, che era stato inizialmente rifiutato a causa delle presenze di droghe nell'album (viste comunque in senso negativo). Tra i vari cambiamenti apportati ci fu la possibilità di inserire i mostri della tradizione classica come: Lupi mannari e vampiri.

I nostri eroi?
Grazie all'allentamento delle maglie del regolamento la Marverl lancia diverse testate tra cui Licantropus (in originale Warewolf), il mostro di Frankenstein (la cui trasposizione animata è già stata trasposta in questo blog e fa parte del primo progetto di sbarco della casa delle idee in Giappone, che riguarda anche questo film e la serie live action di Spider Man, che è a mio giudizio quella più riuscita delle tre).   

La serie a fumetti "Dracula" (In originale The tomb of Dracula) va avanti per 70 numeri (dal 1972 al 1979). Il vampiro di Wolfman è il classico antagonista cinico e spietato, ma dotato di un proprio codice morale. I suoi poteri sono quelli classici: Una forza sovrumana, la capacità di trasformarsi in un pipistrello, il fascino che gli permette di ammaliare le sue vittime ecc. Altrettanto si può dire delle sue debolezze: sensibilità ai simboli cristiani, la vulnerabilità alla luce del sole, l'aglio lo ostacola.