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mercoledì 25 novembre 2020

Providence Tales n° 3 (Autunno 2018) - Recensione


Nuovo volume di Providence Tales, purtroppo senza una nuova avventura di Steve Costigan, ma con interessanti chicche da leggere. Sopratutto per l'opera prima di Arthur Conan Doyle e alcune lettere di Lovecraft.

I racconti:

La fattoria infestata di Goresthorpe di Arthur Conan Doyle: Opera prima di un allora diciottenne Doyle, inviata probabilmente nel 1877 alla rivista Blackwood's Magazine, che però rifiutò il testo (rimanendo fino a poco tempo fa dimenticata negli archivi della rivista). La trama vede due amici lanciarsi nella sfida di pernottare all'interno di una casa infestata. Lo sviluppo è abbastanza classico e standard per l'epoca, ma è interessante vedere come il grande giallista inglese si sia approcciato alla scrittura. 

Sherlock Holmes e i borghi di confine di Anonimo:
Altro testo ritrovato recentemente, dalla paternità dubbia, commissionato per finanziare la ricostruzione di un ponte crollato nel 1903 (da alcuni ritenuto una avventura perduta di Holmes di Conan Doyle). A mio giudizio è un testo abbastanza banale e lontano anni luce dalle migliori storie di Sherlock Holmes. Sicuramente il fascino di leggere un piccolo pastiche dei primi del novecento ne vale la lettura.

Ratti nel campanile di David Wright O’Brien: Un apparente uomo comune decide di realizzare la casa dei suoi sogni, peccato che il progetto abbia delle geometrie così assurde da sembrare uscito dal sogno di un abitante di R'lyeh. Alla fine la casa viene costruita ma poco dopo iniziano a sentirsi dei strani rumori. Inizialmente si pensa che sia colpa di banali ratti, ma la realtà è che si tratta di esseri molto più odiosi e malvagi. Storia veramente spettacolare e dal finale letteralmente infuocato, consiglio vivamente di dargli un'occhiata. Probabilmente il miglior racconto proposto. 

Gente di ogni tipo di Leroy Yerxa: Agli editori capita di ricevere ogni genere di racconti, molto spesso si tratta di ciarpame senza valore, ma una regola aurea è che la realtà supera sempre la fantasia, anche nell'assurdo. Racconto molto carino, con un finale all'altezza delle migliori aspettative.

martedì 12 marzo 2019

KING KONG (1933) - Recensione -


Paese di produzione: USA
Anno: 1933
Durata: 100 min
Genere: avventura, fantastico
Regia: Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack
Soggetto: Merian C. Cooper, Edgar Wallace
Sceneggiatura: James Ashmore Creelman, Ruth Rose


Nella New York degli anni 30, nel pieno della Grande Depressione, Carl Denham, un regista cinico e affarista specializzato in documentari è prossimo al fallimento commerciale, per risollevare la sua situazione il regista cerca disperatamente una protagonista per il suo nuovo misterioso film. Dopo numerosi insuccessi Denham trovare per caso tra la gente comune la sua stella, la bionda e bellissima  Ann Darrow, che accetta la parte visto il fatto che versa in gravi difficoltà economiche. Quando tutto è pronto il regista imbarca la truppa su una nave per raggiungere un'isola misteriosa, chiamata Isola del Teschio, non segnata sulle carte. Sarà l'inizio di una grande avventura ma anche la fine per la più maestosa tra le creature.