lunedì 26 ottobre 2020

I navigatori dell'infinito e Gli astronauti di J.-H. Rosny aîné - Recensione -

 

Oggi il contributo della fantascienza europea (o in questo caso della protofantascienza) tende purtroppo ad essere dimenticato, un vero peccato considerando il grande livello raggiunto in paesi come Italia (Yambo per esempio) e Francia, con idee e spunti davvero interessanti.Ovviamente sia gli autori italiani che francesi raramente raggiungessero il livello dei corrispettivi angloamericani, ma non per questo vanno denigrati ma invece valutati secondo il loro periodo storico.

La fantascienza francese ha attecchito poco nello stivale (nonostante nel tempo ci siano stati qualche piccolo tentativo di esportare qualche volume), ma J. H. Rosny aîné mi ha stupito molto e merita a mio giudizio una riscoperta. Spero che l'iniziativa dell'editore Il Palindromo spinga altre case editrici ad emulare il gesto e riscoprire una branchia della fantascienza oggi sconosciuto (cosa che in America sta in parte avvenendo).

J.-H. Rosny aîné (nato a Bruxelles il 17 febbrario 1856 e morto il 15 febbraio 1940 a Parigi), pseudonimo di Joseph-Henry Honoré Boëx è conosciuto in Italia principalmente grazie al romanzo di ambientazione preistorica "La guerra del fuoco" (1909), da cui venne tratto un film omonimo del 1981 diretto da Jean-Jacques Annaud. Le sue escursioni nel campo della fantascienza nel nostro paese erano fino a questo momento completamente inedite. All'inizio della sua carriera scrisse numerosi romanzi assieme a suo fratello minore Séraphine-Justine-François Boëx, per poi dividere la propria carriera artistica con il romanzo Marthe Baraquin ( aggiungendo aîné al suo nome nei suoi successivi romanzi, tale termine infatti vuol dire vecchio, mentre il fratello prese il nome Jeune , giovane). nei suoi romanzi di fantascienza unì il naturalismo al fantastico con un intento fortemente incentrato al divertissement (Da molti è stato definito uno dei padri della fantascienza francese assieme a Jules Verne).


Questo volume contiene i due romanzi brevi: "I navigatori dell’infinito" (1925) e "Gli astronauti" (pubblicato dopo la morte dell'autore nel 1960). 

Ne "I navigatori dell'infinito" un gruppo di esploratori spaziali (composta da: Antoine Lougre, Jean Gavial e il protagonista Jacques Laverande) riesce a raggiungere il suolo marziano grazie alla portentosa navicella "Stellariurm". Il pianeta rosso si rivela costituito da una atmosfera vivibile, ricco di flora e fauna simili alla terra, anche se con molteplici particolarità (tutti gli animali hanno cinque o sei occhi, lo stesso vale per le ali degli uccelli e hanno forme spesso prettamente geometriche ecc.) e quasi tutti di statura più piccola dei nostri. Gli unici esseri veramente pericolosi sono gli Zoomorfi, organismi non dotati di una vera e propria intelligenza propria e che ricordano le nostre piovre e sono dotati di nove pseudo arti, capaci di emettere se in pericolo un raggio di energia che raggela l'avversario (e se abbastanza grandi ucciderlo). Una specie che si sta rilevando la nuova specie dominante del pianeta, strappando un poco alla volta l'habitat alle altre specie, compresi i territori dei Tripedi, una razza di pari intelligenza a quella terrestre, ma rispetto alla nostra più matura nei rapporti sociali e dalle forme leggiadre, ma da secoli in uno stato di profonda apatia e fatalismo per il loro triste destino di estinzione. I nostri astronauti intratterranno un rapporto proficuo con la razza aliena, arrivando al punto di decidere di aiutarli a difendersi dagli Zoomorfi e instillando nelle loro personalità una nuova scintilla di speranza. 

Qui c'è sicuramente l'aspetto più interessante del romanzo. Rosny non punta a descrivere una possibile minaccia aliena rappresentata dagli Zoomorfi come nei romanzi di Wells, ne a dimostrare la superiorità dell'essere umano come in Burroughs, ma gli indiscussi vantaggi che la cooperazione che due entità diverse possono raggiungere mettendo insieme forze e conoscenze. Per esempio quando umani e marziani devono inventare una nuova lingua dei segni in quanto i marziani sono sprovvisti di bocca.

Il successivo romanzo "Gli astronauti" ritroviamo i nostri eroi con l'aggiunta della giovane Violaine ritornare su Marte. Questa volta si esplorano meglio i rapporti tra gli umani e i marziani, la storia di quest'ultimi, la struttura della loro civiltà. La minaccia degli Zoomorfi si fa sempre più pressante e solo tramite l'aiuto di una nuova razza aliena i nostri riusciranno a risolvere la situazione. 

I due romanzi puntano moltissimo sulla riflessione sul diverso e di come tale elemento possa rappresentare un vantaggio e non una minaccia da eliminare o schiavizzare se ritenuta inferiore a quella umana (che anche nel romanzo si riflette che un giorno potrebbe subire la stessa sorte quando perderà il suo slancio). Un aspetto molto interessante e decisamente atipico per un uomo del suo tempo (basti pensare che il periodo di uscita del primo romanzo è quello della massima espansione degli imperi coloniali e la convinzione che l'uomo bianco fosse superiore al resto dell'umanità sembrava quasi una certezza). Rosny smonta con gusto le promesse scientifiche di Verne e punta tutto sul fascino della scoperta e dell'incontro con il diverso. Le differenze linguistiche e biologiche non sono uno scoglio per differenziarsi dal nemico ma una sfida per avvicinare e comprendere l'altro, la sua cultura, e aprire nuova possibilità prima sconosciute (per esempio riuscire a comunicare con l'altra specie intelligente di Marte composta principalmente di energia).

Mi ha colpito molto che uno dei protagonisti finisca per intrecciare una relazione sentimentale con una aliena, ribattezzata poi Grace. Un rapporto affettivo però scevro da ogni elemento volgare. 

In definitiva il libro mi è piaciuto molto, sopratutto per le tematiche decisamente particolari e interessanti. Certo oggi certi elementi dei romanzi risultano desueti ma bisogna anche capire che all'epoca non si avevano le stesse conoscenze di oggi.

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2 commenti:

  1. In Francia hanno perfino creato un premio col nome di Rosny, una curiosità quell'aîné sta per "il vecchio", già perchè poi c'è stato anche un altro J.-H. Rosny chiamato "il giovane".
    P.S
    Ho appena segnalato la notte di letture horror di Teate Cimmerica quì:
    http://wwwwelcometonocturnia.blogspot.com/2020/10/accade-in-italia-66-alcune-segnalazioni.html

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    1. Verissimo, in Francia il suo contributo è stato importante per il genere e per la letteratura in generale.

      Grazie per la segnalazione ;)

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