domenica 27 settembre 2020

City Hunter Special 1 - Amore, Destino e una 357 Magnum - Recensione -

 

 

City Hunter era ed è una delle colonne portanti della mia infanzia (non che adesso mi possa definire il più serio e maturo degli uomini). Trasmesso nella programmazione serale di Italia 7, guardavo la serie senza sosta, anche quando il canale era ormai sull'orlo della chiusura e trasmetteva gli episodi dei cartoni senza nessun criterio logico (quindi spesso capire il senso della trama era molto complicato). In questi giorni Mediaset sta rimandando sul suo canale Italia 2 le puntate della serie tv, mentre il mercoledì sera viene dedicato alla proiezione dei vari special, ritornando dopo più di vent'anni al piano di trasmissione originale stabilito da Fininvest per questo show (infatti la serie doveva essere trasmessa su Italia 1, ma nonostante le censure e le semplificazioni culturali lo show venne considerato inadatto per il target del canale, e come accaduto per Ranma 1/2 virato verso la controllata Italia 7 che trasmise le prime due stagioni nel 1997).

"Invincibile, odiato dai criminali, amato dalle loro vittime... è City Hunter!"
Quando la programmazione della tv era un cosa seria e trovavi solo il meglio

Nell'aeroporto di Tokyo per uno strano scherzo del destino, atterrano, nello stesso momento due persone completamente diverse: Una è Kirchmann, informatore doppiogiochista che spera di vendere a caro prezzo le proprie informazioni alla polizia giapponese; l'altra è Nina Stemberg, una famosa pianista e amica di una conoscenza in comune di Ryo e Falcon. L'informatore viene ucciso prima di spifferare alcunché mentre la ragazza contatta Ryo per aiutarla a ritrovare il proprio padre scomparso prima della sua nascita, ma per qualche strano motivo degli agenti della Galeria Est sembrano molto interessati alle mosse di Nina.

giovedì 24 settembre 2020

La signora Frisby e il segreto di Nimh di Robert C. O'Brien - Recensione -

Non ero a conoscenza del fatto che il bellissimo film "Brisby e il segreto di NIMH"* fosse tratto da un romanzo ed è stato quindi un po' sorprendente trovare un giorno in una libreria di Salerno il libro in questione. Potevo resistere alla tentazione di portarmelo a casa? Ovviamente no.

Robert C. O'Brien
La primavera è sempre stato sinonimo di rinnovamento e novità, con gli animali che migrano verso nuove terre mentre gli umani svolgono le loro attività agricole. I Frisby, una famiglia di topolini che vivono nelle terre del signor Fitzgibbon, lo sanno bene e si preparano a trasferirsi prima che il fattore rivolti il terreno e distrugga la loro tana invernale. Il problema sorge quando Timothy, il topolino più piccolo della famiglia si ammala gravemente e spostarlo verso la nuova dimora potrebbe costargli la vita. Alla signora Frisby non rimane altro da fare che cercare disperatamente l'aiuto dei ratti, gli unici capaci di risolvere il suo problema, ma non sarà facile visto la l'aura di mistero e diffidenza che gli circonda.

Il libro si è rivelato una piacevole lettura, con diversi piacevoli messaggi di fondo (l'istruzione può elevare anche il più umile dei topi a svolgere grandi obbietti, il rispetto della natura e degli animali, che la perseveranza e il coraggio possono portare verso grandi mete ecc). Il personaggio della signora Frisby si rivela accattivante per diverse sue particolarità: è inusuale vedere un adulto come protagonista in una storia per bambini (che di solito vedono protagonisti personaggi della stessa età del lettore preso come target), ma anche per il fatto che si tratta di un personaggio femminile (visto che di altri personaggi femminili rilevanti nel romanzo non ce n'è traccia), attira anche il fatto che nonostante i dubbi e le incertezze la signora Frisby dimostra tutto il suo coraggio e intraprendenza quando la situazione lo richiede. Il romanzo è poi decisamente più solare della sua controparte filmica e l'elemento fantastico è completamente assente (questo secondo me è un elemento che da una marcia in più al film).

venerdì 18 settembre 2020

Gli Acchiappaglitch (Glitch Techs) - stagione 1 - Recensione -

Miko e Forza Cinque, i due protagonisti.

Il retrogame è una tematica che sta avendo un certo successo nel mondo, complice anche un effetto nostalgia canaglia in chi quell'avventura fatta di cartucce l'ha vissuta in prima persona o per la semplice curiosità nelle nuove generazioni, quindi non è un caso che film come "Ralph spaccatutto" e "Read Player One" abbiano sbancato il botteghino.


Le espressioni di Miko sono adorabili
Era solo questione di tempo che prima o poi qualcuno tentasse di riadattare la formula per il piccolo schermo (che ormai si potrebbe tranquillamente definire come quello del cellulare visto che si tratta di un prodotto Netflix). Gli Acchiappaglitch (in originale Glitch Techs) è una serie creata da Eric Robles e Dan Milano per Nickelodeon e pubblicato in esclusiva su Netflix.

La serie vede protagonisti due adolescenti: Hector, soprannominato nel doppiaggio nostrano "Forza Cinque" (forse nel tentativo di fare una sorta di battuta sul gioco forza quattro? O è una citazione del film di arti marziali omonimo del 1981? O semplicemente un adattamento mal pensato? In originale è invece High Five) e Miko (il cui nome da battaglia è rimasto come in originale "Me_K.O.", forse perché Me Sconfitta/Perso non suonava benissimo). Entrambi vivono una piccola cittadina americana dove svolgono la loro vita da videogiocatori alle prese con i piccoli problemi quotidiani, finché tramite un torneo indetto della Hinobi (una società simil Nintendo con il monopolio) scoprono che spesso i videogiochi tramite glitch o difetti del sistema possono entrare nel nostro mondo e combinare guai. Dopo una serie di disavventure ed essere alla fine diventati dei dipendenti della stessa Hinobi, e ottenuto la loro tecnologia da acchiappaglitch, il duo deciderà di combattere i mostri informatici.