giovedì 31 dicembre 2020

Eric di Terry Pratchett - Recensione-

 

Se c'è una cosa "bellissima" delle opere di Terry Pratchett pubblicate qui in Italia è che praticamente tutte le saghe principali sono interrotte, rendendo praticamente impossibile per chi non conosce bene l'inglese continuare a seguire le varie saghe; una cosa non certo allegra per chi come il sottoscritto ama le storie di Pratchett. La saga di Scuotivento non fa eccezione e si ferma per l'edizione Salani a questo volume (mentre nel resto del mondo ci sono altri quattro volumi). Sarebbe sicuramente interessante un giorno capire per quali motivi la prosa di Terry Pratchett nel nostro paese non ha attecchito: storie troppo complesse o fuori dai gusti nostrani? Una cattiva distribuzione? La difficoltà di tradurre giochi di parole e concetti? L'idea proposta erroneamente dall'editore che si trattasse di fantasy per ragazzi? O semplicemente la Salani ha fatto i soldi con le mille edizioni diverse di Harry Potter e se ne frega di pubblicare altro?

Dopo gli eventi di "Stregoneria" il nostro eroe si trova in una sorta di dimensione di mezzo, dalla quale c'è una possibilità su un milione di uscire, ma si sa che nel mondo disco più un evento è improbabile più possibilità ha di essere inavvertitamente realizzato. In special modo quando c'è Scuotivento, mago pasticcione ma maestro dell'arte della fuga, che nel tentativo di scappare dall'inferno in cui si trova finisce per essere evocato da un ragazzino, Eric. Il ragazzo tramite l'evocazione di un "demone" vuol chiedere tre piccole cose: diventare immortale, essere il padrone assoluto del mondo e avere al suo fianco la donna più bella della storia dell'umanità. Ma come diceva anche Oscar Wilde "Attento a ciò che desideri, perché potresti ottenerlo", è infatti Eric e Scuotivento si trovano catapultati in un assurdo viaggio tra spazio e tempo, che come nei migliori patti faustiani parte benissimo per poi finire molto male (o meglio con profondo scorno di Eric). Per quanto Eric non sia uno dei romanzi più riusciti del mondo disco, Pratchett riesce mettere sul tavolo delle carte veramente molto buone. Partendo da una satira sui desideri umani basilari: Per esempio Eric si trova si a conoscere sì una delle donne più belle di Mondo Disco (la loro versione di Elena di Troia) ma nonostante i fiumi di parole dei poeti, si rivela in realtà per una donna ormai matura, forse ancora piacevole se messa nella giusta luce, ma che ha subito il peso della passione giovanile e delle gozzoviglie e decisamente lontano dai desideri focosi di un ragazzino; Oppure il suo desiderio di potere sembra realizzarsi presso una civiltà simil azteca, che lo considera un dio sceso in terra, ma poco dopo deve affrontare l'astio del suo popolo che non ha apprezzato il fatto di averli spediti in un posto orribile e a continuare una serie di sacrifici umani senza fine per soddisfarlo.   

La trama si conclude con l'arrivo dei nostri eroi all'inferno, dove il nuovo sovrano pieno di buone intenzioni ha modificato regole e punizioni in modo da renderle più efficienti, trasformando tutto in una gigantesca parodia di una multinazionale, dove tutto è stabilito da regolamenti e protocollato. Un posto noioso e freddo, sia per i dannati che per i demoni. Sarà l'intervento dei nostri amici a dare il colpo finale per ristabilire i cari e dolorosi vecchi metodi. 

In definitiva un romanzo carino e come da prassi di Pratchett pieno di interessanti riflessioni. Poi vogliamo mettere le esilaranti scene che vedono coinvolto il Bagaglio? Che viaggerà avanti e indietro tra le dimensioni e il tempo pur di ritrovare il proprio amato padrone.

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