sabato 13 ottobre 2018

Gli esploratori dell’infinito di Yambo (Enrico Novelli) - Recensione -


"Giorgio Halt, allettato dalle promesse tintinnanti del vecchio miliardario Harry Stharr, si lascia convincere a intraprendere un piano stellare: trasformare Cupido, il satellite della Terra appena scoperto, nella loro nuova casa, lontano dal trambusto della vita fra gli uomini. Quando però Cupido si stacca dall'orbita terrestre, quello che doveva essere un viaggio "semplicissimo" diventa un'avventura imprevedibile e schizofrenica in giro per tutti i pianeti del sistema solare e ritorno, fra inattesi e quasi fatali incontri con banditi, elettrizzanti conoscenze aliene, curiose tribolazioni meteorologiche, alcolici piaceri e singolari festeggiamenti di Capodanno"

Yambo, pseudonimo di Enrico de' Conti Novelli da Bertinoro  (Pisa, 5 giugno 1876 – Firenze, 29 dicembre 1943) è stato un vero e proprio tuttologo del fantastico dei primi del novecento. Fu infatti giornalista, illustratore, scrittore, autore di fumetti e perfino regista. Fu pioniere con la sua produzione fantastico-avventurosa, non che con il suo film muto "Un matrimonio interplanetario del 1910", del genere fantascientifico in Italia.

Una illustrazione del film.
Novelli rispetto ai suoi contemporanei Salgari e Motta non usava uno stile realistico e serio, ma preferiva scrivere storie più fantasiose e allegre, spesso con una vena ironica o satirica ai limiti del nosense. Nelle sue opere si nota una forte voglia di sperimentare e mischiare mezzi lontani tra di loro (per esempio in questo volume sono presenti ben 70 illustrazioni fatte dall'autore medesimo con un bellissimo stile Dandy). Nonostante Yambo possa sembrare di primo acchito una sottospecie di anarchico del fantastico, nel romanzo si può notare la vasta conoscenza e passione per lo spazio (ovviamente con tutti i limiti del tempo). Non mancano nei suoi scritti le influenze di grandi scrittori come Wells, Poe e Verne, ma tutto sempre rivisitato in chiave ironica e parodistica (il mezzo con cui i nostri protagonisti arrivano sul nuovo satellite della terra, gli stessi protagonisti ecc). Una ironia mai fine a se stessa, Yambo mette sempre tra le righe delle battute una riflessione tagliente sulla società del suo tempo (ma che potrebbe benissimo adattarsi alla nostra attuale visione delle cose).

Un matrimonio interplanetario del 1910 di Yambo
Gli esploratori dell’infinito di Yambo è a mio giudizio un vero e proprio gioiello della proto-fantascienza, con nulla da invidiare ad altri grandi nomi dello stesso periodo. Un romanzo che sa regalare una forte dose di avventura di altri tempi, con uno stile proprio e perfettamente riconoscibile, alla fine è impossibile non parteggiare per i nostri protagonisti; perfino per Harry Stharr, il classico filantropo sempre pronto a dare pillole di saggezza in perenne contraddizione con le precedenti. Uno stile semplice ma che sa conquistare il lettore, anche quando le conoscenze di oggi ci fanno sorridere per determinate situazioni che si incontrano nel romanzo. Le illustrazioni nel loro piccolo sono dei veri e propri capolavori, tanto che il libro può essere letto due volte, una solo leggendo il testo e l'altra soffermandosi sulle illustrazioni. Un libro che sembra quasi solleticare il nostro piccolo Peter Pan avventuroso, alla fine è quasi impossibile rimare delusi dal risultato finale. 

Bisogna fare il plauso all'editore Cliquot per aver ristampato un altro piccolo capolavoro del panorama italiano.

6 commenti:

  1. Di Yambo andrebbero citate centomila cose hai fatto bene a ricordarlo.

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    1. È un vero peccato che Yambo sia così sconosciuto al grande pubblico, sopratutto considerando tutte le innovazioni che ha portato nei vari generi dove si è cimentato.

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  2. Non mi sono mai avvicinato alla fantascienza di quegli anni ma da quel poco che conosco la trovo comunque affascinante.

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    1. È un periodo molto affascinante, sopratutto considerando che non c'è una separazione netta tra romanzo d'avventura e la fantascienza vera e propria.

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  3. Bella recensione su un classico della letteratura italiana per ragazzi.

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    1. Grazie. È romanzo che ti fa appassionare e che non ha nulla da invidiare ai grandi della letteratura di quel periodo.

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