lunedì 30 novembre 2020

Abarat di Clive Barker - Recensione -

 

Ne ho già parlato altre volte ma chi bazzica i mercatini dell'usato o in generale è un appassionato di libri sviluppa una sorta di sesto senso bibliofilo che ti guida verso libri che altrimenti non avresti mai scoperto, sepolti da chili di libri o dalla copertina così anonima da essere praticamente invisibili. Un rapporto strano da spiegare ma quando prendi in mano il libro si forma una strana connessione che ti fa capire che si tratta di un libro interessante. Abarat non fa eccezione, sopratutto mi aveva colpito la copertina, decisamente particolare e sognante (per una volta l'edizione italiana ha una copertina decisamente più carina di quella americana) e l'interno ricco di illustrazioni (fatte dallo stesso Barker con la pittura ad olio. Solo in questo volume se ne contano ben 100).

Sarà un piccolo dettaglio ma il fatto che l'interno del libro riprenda il disegno della protagonista da cui partirà tutta la vicenda è una accortezza che mi ha meravigliato


La trama vede protagonista Candy Quackenbush, una ragazza che poco sopporta la grigia e soporifera città di Chickentown, nel Minnesota. Quando finalmente trova un argomento che potrebbe un poco risollevare la storia della città subisce il rimprovero dell'insegnate che accetta solo temi legati all'unica grande industria della città, l'allevamento dei polli, cosa che provoca la rabbia della ragazza e la sua fuga dalla scuola. Superati i confini della città, Candy trova un molo in rovina e un vecchio faro abbandonato. La ragazza ancora non lo sa ma ha trovato l'antico punto di accesso tra il nostro mondo e il Mar d'Izabella e le sue fantastiche isole, una per ogni ora del giorno più una che rappresenta il tempo al di fuori del tempo. Candy si troverà coinvolta in una epica avventura, conoscerà strane creature e dovrà combattere le forze oscure.

La trama ricorda molto Alice nel paese delle meraviglie (ma lo stesso Barker afferma che aveva intenzione di creare un libro sulla scia di del ciclo di Narnia di Lewis o la serie di OZ).

Mi è piaciuto molto il fatto che l'autore non si è ispirato a nessuna mitologia o mondo fantastico classico per la creazione dei suoi personaggi (o perlomeno nulla di palese), che risultano quindi molto originali e particolari (abbiamo strani uomini pesci; un essere umanoide che ha sulla propria testa delle corna, a cui sono attaccati come frutti maturi le teste dei propri fratelli; rattiguana umanoidi ecc. In definitiva non ci si può annoiare e anzi bisogna fare i complimenti all'autore per la sua grande fantasia). Il fatto che Barker abbiamo riempito il romanzo con i suoi disegni, spesso proprio legati al personaggio del capitolo, ci permette di apprezzare ancora di più la sua immaginazione e di arrichire la lettura della storia con aspetto visivo decisamente inusuale (e molto piacevole) .

La trama è abbastanza avvincente da farti dimenticare l'abusato tema dell'eroe prescelto. Ricca di riflessioni  interessanti per un romanzi per ragazzi, come per esempio quella sul capitalismo, visto come elemento che svilisce e omologa le particolarità delle razze e schiaccia ogni elemento di originalità. 

Bisogna anche dire che tutti gli eventi del romanzo sono gigantesco preambolo di quello che accadrà nei romanzi successivi. Con il proseguo delle pagine che ci mostrano più che altro la struttura del mondo, i personaggi principali e loro motivazioni, le fazioni in campo, in un canovaccio che tende a ripetersi più volte (Candy arriva in posto, conosce il luogo e alcune persone che lo abitano, arrivano i cattivi che la vogliono per qualche oscuro motivo, la ragazza alla fine riesce a scappare. lungo il tragitto fa nuovi amici, arrivano i cattivi, fugge di nuovo e si ripete). Il che bisogna dirlo è un po' deludente, almeno per il sottoscritto.

Nonostante il romanzo sia rivolto principalmente ai ragazzi mi ha piacevolmente intrattenuto. Sopratutto per personaggi come Despitto (in cui per molti versi ho rivisto l'autore, anche se non ben spiegarmi perché); Rojo Pixler, con la sua visione fredda e industriale della vita, che vuole avere il controllo su tutto e tutti; Christopher Carrion, l'imperatore delle isole notturne, tormentato dagli incubi che si è auto-imposto ma che continua a cercare affetto (forse il personaggio che più di tutti nella sua imperfezione è umano).

I cattivi sono sicuramente i personaggi più interessanti e con una motivazione plausibile per le proprie azioni. Che poi da un autore conosciuto per essere l'erede di King o suo rivale (ma questo dipende da chi lo chiedi) ha fatto veramente un lavoro egregio.

Alla fine del romanzo si inizia una storia secondaria, che presumibilmente avrà sviluppi nei prossimi volumi.

C'è da fare il plauso all'editore italiano per la cura messa nella realizzazione del prodotto, sopratutto grazie a una carta di alta qualità, che rende al meglio i disegni ad olio dell'autore. Oggi un prodotto del genere a soli venti euro sarebbe decisamente impossibile (purtroppo bisogna dire che il mercato dei libri sta diventando sempre più costo ed elitario). 

In definitiva un romanzo che mi conquistato, sopratutto per la bellissima qualità dei disegni, che mi ha fatto fantasticare a lungo su questo strano mondo (sicuramente mi piacerebbe farci una capatina). La trama è ovviamente pensata per un pubblico giovane ma ha comunque molti elementi che anche un adulto può apprezzare (sopratutto i cattivi e i personaggi di Abarat in generale, con la loro frizzante originalità).

2 commenti:

  1. Una delle poche opere che mi manca dell'autore inglese, che non ho preso perché mi pare sia in corso la saga.
    Prima o poi la recupero.

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    1. Sì, dovrebbe essere una pentalogia di romanzi ma per il momento sono usciti solo 3 volumi.

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