Questa vignetta sprizza S&S da tutti i pori |
Il nostro protagonista è stato accolto tra i vichinghi ma non ne segue ciecamente i principi (infatti è stato trovato in mare da qui il suo cognome Aegirson, figlio del dio del mare per la mitologia norrena). Preferisce la pace alla guerra, le piccole gioie quotidiane alle grandiose imprese (anche se suo malgrado ne sarà spesso il campione), arrivando perfino ad innamorarsi (contraccambiato) della bella figlia del capo dei vichinghi Gandalf il pazzo (che alla notizia che sua figlia vorrebbe sposare un paria non la prende benissimo).
Uno degli aspetti che saltano subito all'occhio è il riuscito mix di sword & Sorcery, mitologia norrena (ma con contaminazioni di altri phanteon, come quello greco-romano), e addirittura in alcuni storie una spruzzata di fantascienza.
Thorgal è un protagonista decisamente particolare, diviso com'è da una irrequietezza interiore che lo spinge a muoversi verso nuove terre e la sua volontà di trovare finalmente la pace e coltivare i suoi affetti. Un eroe suo malgrado, visto che la maggior parte delle volte è co
stretto a muoversi per l'ostilità altrui o perché non ha altra scelta. Gesta però che mostrano il lato spesso effimero e cinico del destino, che pretende molto e ricompensa la maggior parte delle occasioni con dolore e tragedia. Uno scotto che il nostro protagonista dovrà pagare per andare avanti, che lo segnerà profondamente, ma che comunque dovrà portare a termine per avanzare anche di un solo scalino della perigliosa strada chiamata vita.
Solo per una tavola del genere il fumetto andrebbe acquistato a scatola chiusa. |
stretto a muoversi per l'ostilità altrui o perché non ha altra scelta. Gesta però che mostrano il lato spesso effimero e cinico del destino, che pretende molto e ricompensa la maggior parte delle occasioni con dolore e tragedia. Uno scotto che il nostro protagonista dovrà pagare per andare avanti, che lo segnerà profondamente, ma che comunque dovrà portare a termine per avanzare anche di un solo scalino della perigliosa strada chiamata vita.
Il primo episodio (La maga tradita) inizia in media res con Thorgal legato a una roccia (che mi ha ricordato molto il mito di Andromeda) vittima della rabbia di Gandalf il pazzo, che lo vuole condannare per evitare che sposi sua figlia. A salvarlo da morte certa è una misteriosa donna, una maga che in cambio del suo salvataggio lo obbliga a servirla per un anno.
Per lei compirà una epica avventura, ma quando alla fine rincontrerà la sua amata decide di non portare avanti il sanguinario piano di vendetta della strega e spezza la sua promessa.
Questo gesto da una parte pone le basi per comprendere il carattere del personaggio. Dimostrandone il coraggio di ribellarsi a una causa considerata senza senso, la tenacia della sua volontà anche se questa va contro alle convenzioni sociali, e la sua morale che lo porta a riconoscere e a distaccarsi dalla follia delle convenzioni assolute di personaggi come Gandalf o la maga, arrivando perfino a perdonare per amore della sua bella.
Ulisse... Thorghal si traveste per tornare dalla sua gente. |
Un primo racconto veramente esplosivo, dove l'epica vichinga si scontra con una storia d'amore.
Gandalf il pazzo e la strega sono due personaggi molto interessanti. Entrambi rosi da una ambizione (e una più o meno latente follia) che gli porta a conseguire a tutti costi la vittoria o a perire nel tentativo, si dimostrano comunque pieni di risorse e abilità, anche se poi le volgono al loro solo profitto personale.
Aaricia nonostante in questi capitoli assuma ancora il ruolo di principessa da salvare dimostra un coraggio e una determinazione, che la renderanno una eroina molto moderna nei capitoli successivi.
Mi sono piaciuti molto alcuni rimandi alla mitologia classica: Come gli anelli maledetti capaci di piegare la volontà di chi gli indossa (LOTR o L'anello dei Nibelunghi) e Thorgal che si traveste da vecchio per infiltrarsi tra la sua gente (Ulisse e i proci) ma ce ne sono molti altri.
Quasi il paradiso
È la seconda storia del volume. Il nostro eroe è braccato da un gruppo di Lupi e per sfuggirli finisce per errore in un crepaccio. Al suo risveglio si ritrova in una sorta di paradiso incastonato tra i ghiacci, da cui è apparentemente impossibile uscire. In questo strano luogo vivono tre sorelle, che affermano che lì il tempo non scorre e la vita è sempre felice.
Thorgal però non può accettare di rimanere rinchiuso, soprattutto lontano dalla sua amata e quindi decide di ripartire. Grazie a un tradimento forse una possibilità di uscita c'è.
Si tratta di una storia breve ma piacevole, in cui l'eroe si trova in una situazione apparentemente impossibile e che mette in gioco tutte le sue risorse e abilità per farlo risalire in superfice da un luogo che sembra una sorta di limbo tra la vita e la morte.
Di fatti la sua scalata verso l'esterno assume a tratti quella della rinascita verso un nuovo io (le caverne, con la loro oscurità e mistero, hanno da sempre rappresentato una sorta di collegamenti con gli inferi).
Rinascita che però può significare anche la conclusione del proprio viaggio quando si è raggiunto il proprio terminale naturale (come scoprirà amaramente lo stesso Thorgal).
La storia mi ha ricordato il mito di Orfeo e Euridice.
Thorgal è FANTASTICO, e lo dico come uno che solitamente è allergico al fumetto franco-belga. Da leggere e rileggere.
RispondiEliminaVero, peccato che questi capolavori siano sempre sconosciuti e poco considerati. Ma quindi il mio adorato Tintin non ti piace?
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