giovedì 7 marzo 2019

Il gatto con gli stivali in giro per il mondo - Recensione -


Titolo originale: Nagagutsu o haita neko: 
Hachijû nichikan sekai isshû
Paese di produzione: Giappone
Anno: 1976
Durata: 68 min
Genere: animazione, fantastico
Regia: Hiroshi Shidara
Soggetto: Jules Verne
Sceneggiatura: Tomoharu Katsumata
Casa di produzione: Toei Animation

Con "Il gatto con gli stivali in giro per il mondo" si conclude la trilogia del gatto con gli stivali (iniziata con il film del 1969 "Il gatto con gli stivali" e continuata nel 1972 con il medio metraggio "...continuavano a chiamarlo il gatto con gli stivali"). Questo terzo e conclusivo capitolo si riallaccia al capostipite prendendo come spunto un'opera letteraria come base per la trama (anche se molto alla leggera), in questo caso Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne.

La classe di Lord Porkon è decisamente inimitabile
Ci troviamo nella città di Dondra, nel 1880. Il nostro protagonista Biagio (nelle recensioni dei precedenti capitoli mi ero scordato di dire che nel doppiaggio italiano il protagonista viene ribattezzato Geo nel primo film e Biagio nel terzo capitolo della saga. Solo nel secondo capitolo mantiene il suo nome ufficiale) lavora come cameriere in un ristorante frequentato dal cinico e perfido Lord Porkon (uno dei colpi di genio del doppiaggio italiano, visto che in originale è il più banale Monsieru Gourmont). Alla notizia dell'apertura del canale di Cuez, Biagio scommette con il lord di riuscire a fare il giro del mondo in 80 giorni esatti, se perderà dovrà diventare lo schiavo di Lord Porkon in caso contrario sarà il Lord a cedergli tutte le sue ricchezze. Ovviamente Lord Porkon non ci sta a perdere il suo patrimonio e assolda il prof. Pelagatti e tre gattolieri, storici nemici di gatto, per non farlo arrivare al traguardo.

Durante l'introduzione al film Pero venga definito tra i tanti dispregiativi usati dal consiglio dei gatti anche un "toponista", che ci fosse il gatto di Silvio in quel consiglio?

I nostri protagonisti
Rispetto al secondo capitolo, Pero torna ad essere il gatto furbo e intraprendente del primo capitolo anche se connotato da un cuore decisamente più bonario e scanzonato. A seguirlo nelle sue funamboliche avventure ci sono il cuoco ippopotamo Teodoro (che alcuni frangenti ha un forte accento veneto) e i due topolini: Tobia e suo figlio Carletto (il quale usa il capello dei topolini del primo film). A fare da contraltare a Biagio/Piero c'è Lord Porkon, avido e testardo, forse il personaggio più riuscito insieme ai tre gattolieri. Al centro delle macchinazioni di Lord Porkon e dei tre gattolieri c'è però prof. Pelagatti, figura tragicomica e che per certi aspetti ricorda il professor Moriarty de "Il fiuto di Sherlock Holmes" (prodotto solo cinque anni dopo dalla TMS) ma che in realtà deve molto al marinaio Barone de "Gli allegri pirati dell'isola del tesoro", anche se il suo nome nel doppiaggio giapponese (Dottot. Carigari) fa chiaramente intendere che il personaggio si ispiri al Dott. Caligari dell'omonimo film del 1920. Alla fine chi tiene su la baracca sono proprio i tre gattolieri, che con i loro giochi di parole e le loro battute riescono a salvare su un film altrimenti noioso.

Il prof. Pelagatti
Il livello tecnico è decisamente buono, le animazioni sono fluide e abbastanza fantasiose, peccato che la sceneggiatura non faccia nulla di più che inscenare una monotono guardie e ladri tra protagonisti e antagonisti per quasi tutti i sessanta minuti di film. Una scelta che rovina molto le fantasiose trovate presenti nel film e che non sfrutta mai le ambientazioni geografiche del libro per inscenare qualcosa di interessante o perlomeno d'intrattenimento (tanto che ambientare il film nei vari rioni della città di Dondra non avrebbe cambiato nulla). Quello che stupisce fin da subito è che rispetto ai due capitoli precedenti in questo film sembra che il mondo sia totalmente popolato da specie animali antropomorfi, con gli umani totalmente scomparsi dalla scena, forse per l'evidente incapacità di Pero di tenere la scena se non come spalla di personaggi umani nei film precedenti.

Alla fine il terzo è un capitolo con un'atmosfera avventurosa ma più leggera rispetto ai precedenti capitoli, che lascia da parte le parti più adulte e serie per dedicarsi alla comicità e al senso dell'avventura pura. Il risultato è un film che si lascia guardare, ma rispetto ai due precedenti capitoli ha ormai il fiato corto. Per certi versi mi ha ricordato molto il ciclo dei corsari delle Antille di Emilio Salgari, visto che entrambi partono con una storia molto seria, subiscono uno sviluppo alternativo che spezza il ritmo (Jolanda la figlia del Corsaro nero), con il ciclo che finisce con un finale farsesco e comico.

6 commenti:

  1. Ah ma si chiama proprio Dondra? La prima volta ho pensato ad un errore di battitura ma alla seconda ho capito 😅
    Pelagatti sembra più la parodia di Melegatti 😄
    Comunque ho un ricordo molto vago di questo cartone (non so quale dei 3), o lo hanno trasmesso in qualche TV locale oppure ho visto solo la copertina della cassetta a casa di qualcuno...

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    1. Sì, probabilmente si voleva ricordare la città inglese ma con il comodo escamotage di non essere troppo legati alla solita carrellata di edifici storici.

      C'è sempre la parola gatti, quindi ci sta comunque bene. :P

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  2. Insomma, l'han buttata sul divertimento spiccio e senza troppe pretese.
    Biagio, Geo... ahaha, ma perché non tenere un adattamento filologico?
    Lord Porkon sembra quasi provenire da un cartoon americano...

    Moz-

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    1. Sì, si tratta ancora di un prodotto ancora molto godibile ma nulla che faccia gridare al miracolo.

      Probabilmente si trattava di studi di doppiaggi diversi, una volta si tendeva a rispettare poco e nulla certi aspetti oggi molto cari. Basta pensare a Ken il guerriero, dove un personaggio aveva più doppiatori a dargli la voce durante la serie.

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  3. Classico dei classici dei pomeriggi estivi degli anni 70 e 80 con le reti private che lo replicavano a go-go, magari intervallandolo con altri cartoon giapponesi, tipo quelli con protagonisti i vari Goldrake e tutti gli altri robottoni. :)

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    1. Verissimo, una volta le tv locali avevano l'imbarazzo della scelta su cosa mandare in onda. Oggi purtroppo le produzioni orientali sono quasi sparite dalla televisione e le tv locali trasmettono poco e nulla di valore.

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