giovedì 21 marzo 2019

Helen O'Loy di Lester del Rey - Recensione -



I robot ormai non spaventano più l'essere umano, qualcosa da temere nella sua somiglianza/alienità all'essere umano e che in un futuro vicino potrebbero prendere il sopravento e sostituire l'umanità. Anzi oggi l'uomo vedere con favore l'uso dei robot, sia negli ambiti lavorativi sia nelle attività sociali più disperate, dotate di una intelligenza artificiale sempre più avanzata. Alla fine è naturale chiedersi se in un futuro prossimo sarà ancora possibile capire se la persona che ci troviamo di fronte sia una reale essere umano o una sua copia androide. Pubblicato nel 1938 sulla rivista "Astounding" e diventato in breve tempo un classico della fantascienza, Helen O'Loy di Lester del Rey, è un interessante racconto che mostra un ipotetico futuro, tra visioni maschiliste della donna e una visione ingenua ma affascinate sul rapporto esseri umani e robot.


La trama vede due giovani uomini: un meccanico, Dave, e uno studente di medicina Phil collaborare per creare la domestica perfetta, considerando che per lo loro necessità possono essere svolte al meglio solo se il robot sarà munito di una serie di emozioni e di autocoscienza. Le cose però vanno oltre il risultato sperato, ma ciò non vuol dire che la cosa sia positiva.

Helen O'Loy  si dimostra interessante per lo sviluppo di un tema che all'epoca era semplicemente una trovata piacevole ma che oggi come detto trova una certa somiglianza con la realtà. I robot stanno diventando sempre più realistici e forse nel futuro prossimo sorgerà nell'essere umano la volontà di sposare esseri non propriamente fatti di carne e ossa. Il racconto spinge anche a chiedersi cosa siano i sentimenti e il raziocinio, e come questo si formino nel cervello umano, sopratutto se non ci sia una qualche essenza interiore (il ghost di Ghost in the shell per dire uno) non replicabile in un robot.

Certo il racconto non è invecchiato benissimo, figlio com'è della mentalità prettamente maschilista dell'epoca. Dave e Phil creano Helen O'Loy perché voglio una donna che svolga le faccende domestiche per conto loro senza però i "pesanti" diritti e rispetto che ogni donna umana desidera. La necessità di fornire una gamma di emozioni e una intelligenza artificiale servono solo per garantirsi il servizio migliore, e che la donna provi sentimenti affettivi è alla fine uno spiacevole effetto collaterale. Helen O'Loy non ha nonostante la sua smisurata intelligenza un proprio libero arbitrio, una volta infatti che ha deciso che il suo unico amore è uno dei personaggi del racconto non può fare altro che tentare in ogni modo di conquistarlo, anche se è chiarissimo che il ragazzo è decisamente poco interessato a un rapporto con la sua creatura (questo è probabilmente il punto più lontano dalla attuale società). 

In definitiva un bel racconto, con un tema interessante, certo oggi lo sviluppo potrebbe far storcere molte persone ma bisogna ricordarsi che il racconto è stato scritto in periodo dove tale pensiero era la norma.

2 commenti:

  1. Bello anche il maschilismo retro, come il razzismo dell'altro post 😝
    Adoro il politicamente scorretto, se non si fosse capito.
    L'altro giorno mi è capitato un film anni 60 o 70 in cui usavano con naturalezza e ripetitività la parola "frocio" 😍

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    1. Oggi siamo fin troppo pudici su argomenti che invece dovrebbero essere trattati con più intelligenza. La donna va rispettata e ha gli stessi diritti degli uomini, ma non sembra che si possano ottenere mettendo eroine forti (che poi in realtà sono caratterizzati come maschi senza attributi) e saltando ogni argomento che possa causare imbarazzo.

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