martedì 12 marzo 2019

KING KONG (1933) - Recensione -


Paese di produzione: USA
Anno: 1933
Durata: 100 min
Genere: avventura, fantastico
Regia: Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack
Soggetto: Merian C. Cooper, Edgar Wallace
Sceneggiatura: James Ashmore Creelman, Ruth Rose


Nella New York degli anni 30, nel pieno della Grande Depressione, Carl Denham, un regista cinico e affarista specializzato in documentari è prossimo al fallimento commerciale, per risollevare la sua situazione il regista cerca disperatamente una protagonista per il suo nuovo misterioso film. Dopo numerosi insuccessi Denham trovare per caso tra la gente comune la sua stella, la bionda e bellissima  Ann Darrow, che accetta la parte visto il fatto che versa in gravi difficoltà economiche. Quando tutto è pronto il regista imbarca la truppa su una nave per raggiungere un'isola misteriosa, chiamata Isola del Teschio, non segnata sulle carte. Sarà l'inizio di una grande avventura ma anche la fine per la più maestosa tra le creature.


Vedere oggi un film del 33 può essere decisamente spiazzante; non solo per i gusti ormai desueti del tempo, ma anche per il razzismo mal celato in molte scene, gli effetti speciali e una trama che ai nostri occhi moderni più cinici e scafati possono sembrare sempliciotti o banali (anche se informandosi del lavoro svolto da Willis O'Brien per far muovere il gorilla gigante, in realtà alto solo 50cm, non si può rimanere stupiti positivamente del risultato finale). 

L'dea di realizzare un film incentrato su una grande bestia fu di Merian C. Cooper, che prese spunto da una chiaccherata con l'esploratore W. Douglas Burden, che era tornato da una spedizione scientifica su una piccola isola del pacifico con il più grande rettile vivente mai trovato, il drago di Komodo. Altra fonte d'ispirazione fu il romanzo "Il mondo perduto" di Arthur Conan Doyle, mentre per la storia d'amore tra il gigante e la bella si prese spunto dalla fiaba "La bella e la bestia".  Molto dubbio se non frutto di una trovata pubblicitaria il fatto che la sceneggiatura e il romanzo tratto dal film siano usciti dalla penna del giallista Edgare Wallace (che morì durante la produzione del film).

Oltre alla ottima qualità tecnica del film il successo fu anche decretato da una ottima sceneggiatura, dal forte taglio documentaristico, che riesce a sviluppare per tutto il film un crescente stato di ansia e meraviglia (prima concentrandosi sulla figura misteriosa dell'essere adorato dai nativi e poi della parte avventurosa volta a salvare la bella dal gigantesco scimmione). Come detto a un'occhio distratto la trama potrà risultare molto semplice e stereotipata (basti pensare alla figura della damigella in pericolo), ma guardando meglio ci si accorge che il film riesce a sviluppare ottimamente vari generi e sottogeneri all'interno della trama, tanto da renderlo nella sua semplicità una storia sempiterna (costantemente replicata e sviluppata dalla cinematografia). Infatti nel film si possono vedere: una storia di un uomo duro e pronto a tutto per realizzare il suo sogno, ma che si dimostra umano con chi gli è vicino (Denham); una storia d'amore per il bello che supera ogni limite, anche quelli più estremi come per King Kong; una trama romantica che si sviluppa tra Ann e il burbero Jack; il tema avventuroso dell'isola inesplorata e della sua fauna paurosa e molti altri ancora.

In definitiva King Kong è un film che ogni nonno che si rispetti nonostante il trascorre del tempo continua ad ispirare le nuove generazioni. 

6 commenti:

  1. Bravissimo, è uno dei miei film del cuore oltre che un capoalvoro, è sempre bello vedere come ancora oggi riesca a scaldare i cuori ;-) Cheers!

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    1. Grazie mille, sei fin troppo gentile. Comunque hai ragione, è un film senza età.

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  2. Mi vergogno ad ammetterlo ma non l'ho mai visto.
    Comunque adoro il razzismo vintage 😍

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    1. Non c'è nulla da vergognarsi. Il post nasce anche con lo scopo d'incuriosire chi il film non l'ha mai visto.

      Sì, ce qualcosa di assurdo che lo rende paradossalmente divertente.

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  3. Un pò povera come recensione... potevi dire di più!

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    1. Anonimo non hai tutti i torti... non è sicuramente il mio lavoro migliore. Mi scuso e prometto di fare di meglio in futuro.

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