domenica 28 marzo 2021

Kick-Heart - Recensione - Non lo ricordavo così Naoto Date



Ho molti piacevoli ricordi legati all'uomo tigre e alla sua bellissima sigla, cantata dai grandi Cavalieri del Re* (Sfido chiunque nato tra gli anni 80 e 90 nel sentire la strofa "Solitario nella notte va, Se lo incontri gran paura fa, il suo volto ha la maschera" a non rispondere ingrossando il petto con "Tigre, Tiger Man!!!"). Una serie che aveva nel suo cast anche sportivi realmente esistenti nel mondo della lotta libera giapponese come Antonio Inoki e Giant Baba, oltre che una serie sterminata di personaggi di fantasia uno più affascinante dell'altro (Come dimenticare per esempio il cinico emissario di tana delle tigri Mr X o inquietante quanto assurdo Mr No?). Per non parlare poi degli innumerevoli combattimenti inscenati con i cugini per emulare lo show e dove ognuno era tigre nera/rossa/verde a seconda del proprio gusto personale. Certo rivisto oggi è un cartone veramente violento e poco adatto al giovane pubblico che lo guardava su Italia 7 o canali regionali simili, ma i temi di quel cartone e di molti altri di quello stampo come Ken il guerriero o I cavalieri dello zodiaco sono ancora vivi in tutti quei bambini oggi adulti che li videro al tempo (ditemi oggi qualche cartone tramesso in tv che dia gli stessi insegnamenti).

Il nostro eroe mascherato
Kick-Heart è un corto animato realizzato nel 2013 da Masaki Tuasa con la collaborazione dello studio Production IG. Secondo Wikipedia si tratterebbe del primo anime realizzato completamente tramite finanziamento dei fan (usando la piattaforma Kickstarted).

La storia vede protagonista Uomo mascherato M, un wrestler, che sta combattendo un incontro di coppia contro Lady S e la sua corpulenta partner. Lo scontro è duro e la sconfitta ormai certa, ma contro ogni pronostico M riesce a sconfiggere l'obesa lottatrice e vincere l'incontro. Ovviamente il suo manager non è contento che le sue puntate siano andate perse e lo minaccia di morte, costringendolo a una fuga precipitosa con il compare Chicken (che però a mio giudizio sembra più una versione gorilla di Batman). Dopo aver acquistato una rivista di BDSM da una rumorosa macchinetta automatica il nostro eroe si dirige verso un fatiscente orfanotrofio. Qui scopriamo che il nostro eroe si chiama in realtà Romeo Maki, è un ex orfano di quell'istituto, che finge di essere un impiegato per poter aiutare con il ricavo dei suoi incontri l'istituzione e i bambini presenti (con un vestito da impiegato volutamente più grande delle sue forme e utilizza una piccola barra/occhiali che gli nascondono parte del volto per nascondere la sua identità sportiva, ma che in realtà sa tanto di censura di prodotti che non si trovano nelle facciate delle edicole). Infatti le suore poco apprezzano chi si applica nel wrestling, che considerano volgare e peccaminoso. Tra i vari membri dello staf c'è la novizia Juliet che conquista al primo sguardo il cuore del nostro eroe. Nel frattempo il suo scontro contro Lady S ha avuto un incredibile successo e il suo manager lo richiama per impostare un incontro in cui sono in palio ben $50000, una cifra che gli permetterebbero di mettere finalmente a nuovo l'orfanotrofio.

Lady S e Uomo mascherato M
Kick Heart si è rivelato un show veramente divertente. La storia visto la scarsità di minutaggio (appena 12 minuti scarsi) è molto semplificata ma risulta appagante e completa nel suo svolgimento. Ovviamente non mancano elementi decisamente prevedibili, per esempio chi sia in realtà Lady S, ma alla fine la storia sfrutta al meglio la comicità e la velocità dell'azione proposta.

Basti pensare al fatto che il nostro eroe nonostante la bontà di fondo non è di certo il più puro dei protagonisti o per il fatto che i nomi dei due protagonisti principali fanno molto pensare ad un accorciamento di Masochismo e Sadismo.

Il nostro protagonista in incognito
Le animazioni sono molto caricaturali e volutamente impostante per risultare fuori da ogni schema precostituito, risultando sempre molto originali e particolari, con colori acidi e vibranti, sembra quasi di assistere a un trip di droghe. Una animazione quindi volutamente lontana dai canoni perfetti e realistici delle grandi produzioni giapponesi.

I combattimenti da quel poco che ne capisco di wrestling mi sembrano ben fatti e ben coreografati (esagerazioni a parte).

In definitiva si tratta di un corto che mi ha intrigato e divertito, una riuscita parodia dell'uomo tigre (in un momento di difficoltà il protagonista ottiene l'incoraggiamento dei suoi piccoli fan come si vedeva spesso nel cartone o Lady S che lancia il suo mantello come faceva Naoto prima di ogni incontro). Il minutaggio breve permette di realizzare una storia asciutta ma ben calibrata nei suoi elementi base e divertente da seguire. Caldamente consigliato a chi voglia rivivere le scene di Tiger man con un pizzico di ironia. 

La bella Juliet


*anche se poi il campionamento usato per il ruggito nella sigla era quello di un leone e non di una tigre.

2 commenti:

  1. Vero che oggi sarebbero cartoni improponibili, specie nell'orario in cui venivano trasmessi (ma all'epoca Italia 1 trasmetteva anche il wrestling al pomeriggio).
    Sì, in effetti i colori e la fotografia di questo Kick Heart è un po' lisergica...

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    1. Però avevamo allo stesso tempo cartoni di primo livello... City Hunter, Lamù, i vari robot, Ken il guerriero (che da solo aveva più valore da insegnare lui che 15 programmi educativi). Io non mi lamento.

      Io ti consiglio di vederlo, nel suo piccolo è molto divertente.

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