venerdì 31 maggio 2019

Zenobia - Ollio sposo mattacchione - Recensione -



Chi ha visto il film biografico di Stanlio e Ollio uscito recentemente al cinema si ricorderà che uno dei suoi temi portanti era la partecipazione di Oliver in un film senza il suo compagno di gag, definito "il film dell'elefante", che molto attrito avrebbe portato nella coppia. Quindi grazie a un recente passaggio televisivo mi sono detto che forse era l'occasione giusta per rivederlo e parlarne un po'.

Harry Langdon, Oliver Hardy e l'elefantessa Zenobia.
Nel doppiaggio italiano con il geniale nome di Gelsomina 
Nel film al contrario di quello che si crede (e su cui molti hanno speculato per trovare le prove su un certo astio nella coppia comica. Cosa falsa e ingiusta visto il profondo rapporto di amicizia del del duo) era prevista la presenza anche di Stan Laurel, ma visto che l'attore rescisse il contratto con Hal Roach per una diversa idea su come gestire i film, fu recitato da solo Hardy (e non fu il solo visto che successivamente uscirono: "Dopo Waterloo" nel 1949 assieme a John Wayne e "Le gioie della vita" (1950) di Frank Capra. Alla faccia della presunta influenza nefasta del film "con l'elefante").

Nel film Ollio (in originale Dr. Tibbett) è un medico condotto di un tranquillo paese americano in pieno ottocento, talmente buono da offrire assistenza anche a chi non ha i soldi per pagarlo, cosa che lo porta ad avere grosse difficoltà economiche. La figlia di Ollio, Mary, è innamorata dell'erede di una ricca famiglia del paese ma la sua posizione sociale è ritenuta troppo bassa dalla famiglia di lui per acconsentire al matrimonio. A portare ulteriore confusione ci pensa l'elefantessa Zenobia, che dopo le cure del dottor Ollio lo segue ovunque vada, cosa che verrà sfruttata dalla famiglia dello sposo per tentare di screditare del tutto la posizione del medico. 


Zenobia o Ollio sposo mattacchione è un film discreto, la commedia slapstick che tanto successo ha dato ai due è scarsamente presente e il film si concentra più su battute e scenette comiche. Una pellicola con una trama decisamente più corale e articolata, con qualche piccolo timido tentativo di critica al razzismo imperante all'epoca, come la scena dove un piccolo bambino di colore recita il famoso pezzo della Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America ("tutti gli uomini sono stati creati uguali..."). Peccato che poi il doppiaggio d'epoca nostrano rovini il messaggio mettendo a tutti i personaggi di colore il classico accento da "negro"... ma erano altri tempi. 

Oliver Hardy se la cava discretamente e si concentra su battute e su sui famosi gesti di sconforto, dando il meglio di se quando in scena è presente l'elefante (vera principessa del film).

Harry Langdon era spesso il nascosto tre elemento
di Stanlio e Ollio visto il suo apporto nelle gag.

A fargli da spalla nella pellicola c'è Harry Langdon, il baby-face timido e innocente che spopolò negli anni 20, ma che come tanti attori del cinema muto trovò la propria fine come attore nell'avvento del sonoro. Harry nel 39 è un attore in completamente sorpassato e nella pellicola interpreta il padrone dell'elefante, che nonostante le speranze di Hal Roach, che aveva in cantiere altri film con la coppia (che non furono realizzati per il clamoroso flop di Zenobia) non convince mai e si limita a reggere le battute di Hardy. Un vero peccato perché questo è l'ultimo film di spessore in cui verrà coinvolto, finendo poi sceneggiare molte delle comiche del duo (cosa che faceva già da molto tempo) e di li a breve morirà di emorragia cerebrale. Ancora oggi non è stato riscoperto dalla critica come tanti altri attori del periodo muto.

Harry Langdon al massimo della sua fama.

Forse il problema principale del film è proprio il nostrano doppiaggio, che nel tentativo disperato di rendere il film il più possibile simile a quelli di Stanlio e Ollio fa un pessimo lavoro di adattamento.

Hattie McDaniel nel film
Interessante notare come in questo film compaia Hattie McDaniel, la prima donna di colore a vincere un oscar, nello stesso ruolo del film "Via col vento" (sempre del 1939) che le darà la fama meritata.

In definitiva Zenobia è un film discreto, invecchiato malino ma non molto peggio rispetto ad altri film degli anni 30, che regala qualche risata e ha un piccolo messaggio di uguaglianza. Sicuramente a dispetto della nomea comune non fu un film che pesò sul rapporto tra Stanlio e Ollio ne sul loro successo di pubblico (che avrà il suo crollo definitivo con il nefasto contratto con la 20th Century Fox).

16 commenti:

  1. Io non credo di averlo mai visto. Curioso come ci sia Hattie nel medesimo ruolo della mami!
    Comunque, posso capirlo come in Italia si sia cercato di doppiare in un certo modo...

    Moz-

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    1. Probabilmente erano di quei film arrivati da noi solo dopo la fine della seconda guerra mondiale e si voleva sopperire alla mancanza di nuove pellicole della coppia adattando film che avevano poco e nulla a che fare con la coppia.

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  2. Grazie Cassidy, mi fa molto piacere. Zenobia è un piccolo film senza pretese ma mi faceva piacere chiare certi aspetti.

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  3. Increíble, nunca vi esta película, me la anoto para verla a la brevedad, muchas gracias. Saludos desde Argentina

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  4. excellent review also for the work done Silver, congratulations.
    Hello From Uk.

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  5. excellent review, Silver.
    Good Job ��
    Hello from U.s.a.

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  6. Eccellente recensione Long John Silver.
    Very good.
    Ti consiglio questi video interessanti e divertenti.
    https://www.youtube.com/watch?v=lVj8HF3qUUo
    https://www.youtube.com/watch?v=pd1SBC_Zmuc&t=78s
    https://www.youtube.com/watch?v=RH5eaAtGpQE
    Buona visione

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  7. "Peccato che poi il doppiaggio d'epoca nostrano rovini il messaggio mettendo a tutti i personaggi di colore il classico accento da "negro"... ma erano altri tempi."
    Mamma mia, davvero c'è ancora gente che si scandalizza per la parlata da "zi buana" in quei film... che per altro, se stiamo proprio a guardare il pelo nell'uovo, neppure nella versione originale gli attori negri parlano un buonissimo inglese; ma parlano appunto con una pronuncia che era la norma per i servi neri del sud, e quindi l'addattamento è più che coerente.
    Aggiungiamoci poi che gli stessi personaggi rappresentano chi più, chi meno, i classici stereotipi sui servi negri che andavano per la maggiore; abbiamo infatti la classica mamy (interpretata da Hattie McDaniel, cui rimarrà legata a doppio filo per la vita a codesto ruolo, interpretandolo anche ne "I racconti dello zio Tom"), il servitore pigro, lento di comprendonio e tontolone (interpretato da Stepin Fetchit che ha fondato l'intera sua cariera su quel tipo di personaggi diventando ricco) e il bimbo negretto sveglio, veloce e vivace (interpretato da Philip Hurlic), quindi c'è poco da fare gli scandalizzati sul nostro doppiaggio che non faceva altro che rispettare il materiale originale.
    P.S. E comunque NON E' VERO che all'epoca TUTTI i personaggi negri venivano doppiati in tal modo: nelle simpatiche canaglie il doppiaggio usava un tono normale per i bimbi negri; mamy due scarpe di Tom&Jerry parlava con un buffo accento americano e così via... alla fine i casi più eclatanti si riscontrano nel gia citato "Via col vento" ed i questo "Zenobia".

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  8. Nessuno scandalo, semplicemente ho voluto far presente senza malizia che un discorso del genere va a perdere gran parte della sua forza se viene pronunciato in quel modo.

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    1. Bah, la "forza"... "In Zenobia (1939) mentre il piccolo lustra le scarpe a Oliver Hardy, questi gli ricorda bonariamente - in linea con la dottrina e la pratica segregazionista del tempo - che il fatto di essere segregato dalla società dei bianchi non lo rende meno "uguale" e meno "felice", se solo saprà rimanere al suo posto. Il bambino mostra di essere soddisfatto della spiegazione e sorprenderà poi tutti recitando a memoria l'intera Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America."
      Da Wikipedia.

      Come vedete non vi è ALCUN messaggio di "integrazione" ed antisegregazionista (e per fortuna, aggiungerei), semplicemente ha dimostrato di comprendere la sdua condizione ed il perchè si trova dove sta e per questo a meritato il suo premio di un dollaro (un pò più del valore di un qualsiasi nigga XD).
      Parliamoci chiaro... in fondo i negri negli stati unititi stavano DAVVERO meglio quando vigevano le leggi Jim Crow: non versavano nella miseria in cui si trovano oggi, la criminalità era al di sotto dei lopro normali standard, avevano un istruzione migliore ed un tenore di vita più alto. E non srvono i dati, basta guardare un buco di fogna come Harlem per rendersene conto.

      P.S. In oltre, i padri fondatori americani, quando scrissero la dichiarazione d'indipendenza, alludevano SOLO ai cittadini americani bianchi; non certo ai negri o gli altri (dopotutto essi si rifacevano ai principi Romani classici e a quelli Romano-Germanici)... Benjamin Franklin voleva addirittura escludere gli ebrei da ogni attività politica ed economica, e a vedere i risultati dell'America (e le ripercussioni su mezzo mondo) di oggi aveva solo ragione da vendere.

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    2. Il tuo commento mi ricorda le tesi dei neoborbonici, in cui il Regno delle due Sicilie viene dipinto come un paese super ricchissimo e avanzatissimo prima della venuta di Garibaldi (quando in realtà regnava l'analfabetismo, la povertà e l'isolazionismo).

      Onestamente solo il punto in cui affermi che le persone di colore stavano bene con le leggi Jim Crow è offensivo per le persone che si sono battute per migliorare la situazione o che ne hanno sofferto. Ti consiglio di leggere qualcosa sull'argomento prima di sparare certe tesi senza costrutto.

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