venerdì 26 marzo 2021

Angry Joe Bass - Recensione -

 

Angry Joe Bass è un titolo decisamente particolare, con una buona idea di partenza e con un tema centrale inusuale e molto interessante (le condizioni di vita un pellerossa nell'America degli anni 70), anche se poi il risultato finale per una serie da fattori di cui parleremo non è dei migliori. Per prima cosa parliamo della trama:

George Hanson e sua figlia
Joe Bass è un taciturno e pacifico indiano d’America che vive di pesca sulle rive del lago Michigan. Il pellerossa si scontra per i diritti di pesca con il potente e ricchissimo George Hanson, un affarista che vuole trasformare la zona in una riserva per la pesca sportiva. La loro rivalità si inasprisce ulteriormente quando Karen, la bella e intraprendente figlia di George, si innamora di Joe. Il magnate roso dall'odio razziale e dallo smacco di vedere la propria figlia in compagnia di quello che considera feccia, scatena le corrotte autorità locali e tutte le sue conoscenze contro Joe. Abusi che portarono i protagonisti al punto di rottura, scatenando una dura e tragica risoluzione finale.


Pensato per il mercato dei cinema grindhouse e impostato come esponente del redsploitation (sottogenere del exploitation, in cui un nativo americano dopo numerosi soprusi scatena una guerra contro ogni bianco che gli si pari davanti), con il solitario protagonista che porta la propria rivolta contro uno stato alieno e indifferente alle condizioni degli umili, scoppi di violenza e una sofferta storia d'amore, con un finale tragico a concludere la vicenda.

O perlomeno era questo quello che Thomas G. Reeves si prometteva di fare nel suo film (il primo e l'ultimo della sua carriera registica). Peccato che il risultato finale, tra scarso budget e sceneggiatura non altezza del progetto, si avvicini più a un dramma romantico. 

Lo stoico Joe Bass dopo l'ennesimo sopruso
Trovare informazioni sulla rete su questo film è decisamente difficile, infatti a parte qualche dato sul cast e qualche piccola recensione non si trova molto.  Incredibilmente questo film deve avere da qualche parte un appassionato, visto che sulla rete è possibile trovarlo in streaming in modo abbastanza facile  (ed è stato anche rimesso in circolazione dopo essere stato bloccato rete). Addirittura su IMDB due recensioni su tre di Angry Joe sono di soggetti che ricordano di come un loro parente sia stato coinvolto nella produzione di questo film, spesso a titolo gratuito. Cosa molto inusuale e che devo dire mi ha incuriosito molto.

Altro elemento interessante è che la vicenda è interamente narrata al passato dalla ragazza del protagonista (che si trova in una clinica per curarsi dal forte shock che ha subito dopo le vicende narrate) e dalle speculazioni due dottori che l'hanno in cura. Con tanto di punti di vista differenti su alcuni sviluppi della storia (cosa che mi ha ricordato vagamente "Quarto potere"). 

Belle le canzoni folk che si sentono all'inizio e alla fine del film, che grazie al timbro ben impostato della cantante si riesce a percepire la sensazione di tristezza per la sorti del protagonista (anche se bisogna ammettere che il testo non brilla per originalità).

Ho trovato piacevoli i personaggi di Joe e Karen, che pur essendo caratterizzati poco e nulla, riescono grazie alla bravura degli attori a risultare simpatici quel tanto che basta per farti tifare per loro. 

Karen affronta il suo incubo
Interessante anche la scena dell'incubo della coprotagonista, che grazie ai dei colori virati sul rosso e verde riesce a ricreare uno stato di ansia e nervosismo nello spettatore. Peccato che poi lo scarso budget a disposizione e una sceneggiatura lacunosa rovinino molto il risultato finale. Vedere l'attrice ripercorrere la stessa location più volte, in una sorta di loop, per mancanza di una luogo più grande ammazza qualsiasi pretesa di orrore. Non aiuta che la sceneggiatura per sopperire alle mancanza di denaro e tenere alto il sentimento di paura nello spettatore non abbia altre idee che: sguardi allucinati, urla e qualche schizzo di sangue.

Sono proprio questi due fattori (denaro a disposizione e copione deludente) a pesare molto sul risultato finale del film. 

La locandina del film finge spudoratamente sulle scene presenti nel film, cercando di incuriosire un possibile acquirente con scene di violenza che nel film non troverà mai.

La sceneggiatura ondeggia costantemente tra dramma sociale e il film di vendetta, ma senza decidersi su qualche sentiero intraprendere, con i vari tempi morti che rallentano il già non troppo serrato ritmo della vicenda. Un vero peccato visto che la pellicola avrebbe dalla sua una idea molto interessante, quello di ribaltare il ruolo dell'indiano dal classico antagonista visto in migliaia di film di film western e ridargli quell'onore che per fin troppo tempo il cinema gli ha negato. Nei fatti però questa pretesa rimane molto in sordina e il ruolo di Joe è quello abbastanza generico dell'uomo in cerca di vendetta. 

Uno dei punti peggiori del film.
Sicuramente il problema principale della sceneggiatura è che manca un elemento scatenante che permetta di "giustificare" l’escalation della violenza tra le parti, per esempio: l'uccisione di un famigliare o di Karen, la distruzione della barca di Joe o qualsiasi elemento che porti un qualsiasi cristiano in una situazione di rabbia. Invece qui le posizioni rimango invece su motivazioni abbastanza labili, tanto che la tragica svolta finale del film l'ho trovata decisamente forzata (e che ti fa pensare che sia più dovuta a una mancanza di budget o di pigrizia narrativa).  

Non aiuta che i pochi combattimenti mostrati sono nei migliori dei casi passabili, nei peggiori si rasenta il ridicolo. Emblematica in questo senso la scena della motosega, dove uno scagnozzo di George Hanson cerca di eliminare Joe usando degli strumenti da tagliaboschi. Peccato che sia palese che nessuno dei due attori avesse dimestichezza con le scene di lotta e l'unica cosa che riesco a fare è agitare in modo impacciato le proprie "armi" cercando di sembrare minacciosi (con tanto di taglio strategico per evitare di mostrare in modo diretto l'amputazione del piede dello scagnozzo).

Non so dire se la versione che ho visionato fosse quella cinematografica o una qualche riduzione televisiva ma ci sono eventi difetti di montaggio che rendono alcuni passaggi decisamente poco chiari (Tipo perché Joe a un certo punto si trovi a letto con una bionda o Karen che dopo la cura esce sorridente dalla clinica). 

In definitiva un film molto interessante, con un buono tema, peccato che il denaro a disposizione e la qualità della sceneggiatura a disposizione fossero veramente troppo scarsi per l'ambizioso progetto che avevano in mente di fare.

4 commenti:

  1. Grande, che bello, finsalmente hai postato la recensione! E complimenti, davvero ben fatta, esponi sia pro che contro del film che si... doveva fare i conti con un budget risicatissimo e tempistiche piuttosto proibitive, un vero peccato. Pensa poi che quasi tutti gli attori venivano da New York, compreso Henry Bal (che ci tengo ha sottolineare, non è nativo americano ma hawaiano) che interpreta il buon vecchio Joe.
    Clamorosa anche, come dici tu, la locandina che praticamente promuove e preannuncia tutt'altro genere di film; tu che storia ti saresti aspettato con quella specie di boscaiolo incazzato che pare anticipare Ash? Tipico caso di falsa pubblicità XD
    Il film, per altro, veniva proiettato nelle Grindhouse (ed anche i Drive-In) insieme ad un altro film come spesso accadeva a questo genere di pellicola (due spettacoli al prezzo di uno), di genere drugsploitation intitolato Il mio uomo e una canaglia (Born to Win) dove vi esordisce persino un giovane Robet DeNiro (tra l'altro entrambe i film sono stati ristampati in DVD insieme per il mercato americano).
    Decisamente è un peccato che il costo bassissimo e, probabilmente, l'inesperienza del regista abbiano penalizzato un film con del potenziale, perchè davvero alcune sequenza meritano e un pò più di violenza non avrebbe affatto guastato (anche se a me non è dispiaciuta la parte con motosega annessa, ma la mia preferita resta la "Padellata della vendetta" XD) e ci sono temi anche importanti... non solo Joe Bass e la contizione dei pellerossa, ma anche dei lavoratori (difatti pure gli altri pescatori rischiano di perdere il lavoro con il piano di George), l'infedeltà e il ruolo che può avere la donna nella società (non solo Karen, ma anche sua madre).

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    1. Una promessa va mantenuta ;)

      Grazie mille. Il fatto che la troupe fosse di New York era una delle poche fonti che ero riuscito ad scoprire (ma non avendo certezza del fatto ho preferito evitare). Non sapevo che Henry Bal fosse hawaiano.

      Le locandine si sa sono sempre mendaci, ma il loro obbiettivo è attirare lo spettatore quindi in qualche modo sono in parte scusabili.

      Molto interessante, chissà se DeNiro ricorda con piacere questo suo periodo.

      Purtroppo in questo caso il film è nato sotto un cattiva stella, magari con un cura più attenta alla sceneggiatura e un po' più di denaro oggi sarebbe considerato una piccola perla nascosta.

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    2. Io comunque te lo avevo segnalato principalmente perchè il protagonista era fondamentalmente un "perdente", e so che tu con personaggi così ci vai a nozze; effettivamente Joe Bass (nota: Bass vuol dire Spigola, buffo vero, considerando che di mestiere fa il pescatore) pare un pò uno di quei vecchi pugili che gioca tutta la sua strategia sull'incassare colpi e, al momento buono, tira un gancio che stende l'avversario ormai sfinito, e si può dire che è un pò qwuel che fa ad un certo punto.
      Comunque, malgrado la penuria di mezzi e la cattiva gestazione di copione, bisogna ammettere che il film ha un'atmosfera lacustre e autunnale che incanta (a me a tratti ha un pò ricordato quella di "Qualcuno volò sul nido del Cuculo"), ancor meglio resa dalle due splendide canzoni folk (che ogni tanto mi riascolto pure, tanto sono piacevoli) e le riprese di VERI pescatori e persone nelle loro attività quotidiane (il che conferisce un tocco un pò neo-realistico alla vicenda), anche la fotografia non era da buttare (ma quanto erano belli i tramonti all'orizzonte, eh?!).
      Ho trovato comunque piacevole, malgrado la scarsa caratterizzazione ed approfondimento, che i personaggi non fossero delle macchiette assurde e a tratti ridicole che spesso poteva accadere in questo genere di film. Per esempio: Joe malgrado sia nel giusto ed abbia le sue ragioni non è esente dal commettere errori ed avere difetti, e non fa ogni due per tre le solite sparate da "saggio capo indiano" stereotipato; ed anche gli antagonisti non sono mostrati come dei mostri diabolici che fanno le boccacce o come dei freddi automi calcolatori e disumani, ma anche essi sono portati a fare determinate azioni spinti da eventi più grandi di loro. Sarà forse sempre colpa dello scarso budget ma questa "umanizzazione" l'ho trovata un grande pregio.
      Comunque tra le scene più violente, il pestaggio di Joe in mezzo alla strada di notte è forse il momento più truce (anche perchè è la sequenza in cui si vede un poco de sangre), e comunque malgrado la tragica svolta finale del film fosse decisamente forzata non sono riuscito a togliermi quel "BAAAAAAAAAAAASS!!!" dalla mia testa per giorni, ogni tanto mi sono messo a gridarlo anche io imitando la scena XD

      Comunque posso garantirti che nel (breve) sottogenere Redsploitation si è fatto anche di peggio, ma al contempo pure di meglio (ed anche noi italiani NON ci siamo esentati); e diciamo che la cosa va un pò a gusti...

      Magari questi altri due film ti daranno uno sguardo più ampio ad esso:

      Johnny Firecloud (che è considerato all'unanimità il migliore esponente)
      https://www.youtube.com/watch?v=BiAC39CwzcE
      https://www.dailymotion.com/video/x2fyf42

      e Gentle Savage (noto anche come Camper John, Prologue to Wounded Knee, One Upon a Tribe, Up Yours, Pilgrim!)
      https://www.youtube.com/watch?v=dq6Z7w4evGg

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  2. Mi fa molto piacere essere riuscito nel mio piccolo a farti interessare di nuovo a questo film.

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