martedì 8 gennaio 2019

I Kill Giants - Recensione -


Anno: 2017
Durata: 104 min
Genere: thriller, fantastico, drammatico
Regia: Anders Walter
Soggetto dal fumetto di: Joe Kelly e J. M. Ken Niimura
Sceneggiatura: Joe Kelly

La trama vede protagonista una ragazzina dalla vita sociale problematica e vittima di bullismo di nome Barbara. La ragazza ha un segreto, è l'unica che può vedere i mostruosi giganti, che cerca di sconfiggere grazie all'uso di trappole e della sua fidata arma, il martello magico Koveleski.

Premetto di non aver letto il fumetto, quindi il mio giudizio sarà basato solo su quanto visto nel film (comunque da quello che si legge in giro il fumetto merita una lettura).

I Kill Giants si è rivelato una piacevole scoperta per il sottoscritto, un film devo dire ben diretto e che racconta una storia che a parte qualche sbavatura riesce a consegnare un messaggio molto importante e interessante. Barbara infatti è una ragazzina molto nerd che vive in un mondo apparentemente alienato dalla realtà fatto di mitologia nordica e partite solitarie a D&D, capace di usare un linguaggio cinico e sferzante che le rende la vita ancora più problematica. Il fatto di nascondersi in cantina per evitare di salire ai piani alti della casa nasconde forse qualcosa di ancora più duro e doloroso dei temibili giganti, esseri votati alla totale distruzione di ogni affetto o sentimento positivo. Infatti nonostante Barbara cerchi costantemente di tenere fuori dalla propria città i giganti essi riescono sempre a tornare, sopratutto quando nel mondo dell'ordinario le cose si fanno sempre più problematiche e angoscianti.

In realtà i giganti altro non sono che una barriera psicologica che la ragazza ha creato, in una sorta di luogo buio in cui rilegare il proprio disagio, per nascondere il proprio dolore per una situazione famigliare difficile da accettare, sopratutto per un evento che modifica radicalmente i punti fondamentali della propria esistenza. La continua negazione del problema però non fa altro che ingigantire il problema, in una spirale negazionista autodistruttiva per la ragazza, che rischia di risucchiare ogni aspetto positivo che ogni ragazza/o merita di vivere. Barbara alla fine comprende che l'unica soluzione al suo problema è l'accettazione della brevità della nostra esistenza, che va goduta appieno, anche nei suoi momenti più negativi, senza lasciare rimpianti. Alla fine è lo stesso gigante a dare il messaggio del film:

"Tutto ciò che vive in questo mondo muore. È per questo che bisogna lottare e vivere con gioia, vivere l'attimo intensamente senza avere timore della fine. Negare questo è negare la vita stessa." 
Lasciando a noi il compito di trovare la forza per non arrenderci e trovare la forza nascosta dentro di noi per affrontare le difficoltà della vita. Pena vivere una vita grigia e triste.

Anders Walter riesce a ricreare un mondo dove il fantastico e la realtà si mischiano, rendendo difficile comprendere per lo spettatore se quello che quello chi si sta guardando sia effettivamente una epica avventura di una ragazzina con poteri magici o il semplice lavorio di una mente sull'orlo della follia. Gli effetti visivi sono discreti, ma sono usati con il giusto criterio in modo da evitare di realizzare immediatamente la loro falsità e sopratutto riescono bene a reggere bene l'impatto emotivo.

In definitiva una film che consiglio caldamente, sopratutto per un messaggio davvero interessante. Una favola oscura ma adatta a tutti, forse inferiore alla controparte cartacea ma sicuramente interessante da vedere. 

6 commenti:

  1. Ecco questo mi piace, un’analisi come si deve, perché fino ad ora, salvo rare eccezioni, ho letto solo di lamentele di non aderenza al materiale originale. Cheers!

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    1. Grazie :) Comunque hai ragione, per quanto il film possa essere teoricamente inferiore al fumetto non si merita un tale ostracismo. A volte noi fan tendiamo ad essere troppo gelosi della prima versione che abbiamo letto/visto, perdendoci così il gusto della scoperta e della esplorazione.

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  2. A me è piaciuto e sul finale mi ha commosso ma l'ho trovato come impostazione simile a A Monster Calls eppure troppo vicino ad un banale Y.A., di conseguenza decisamente inferiore. Peccato perché mi aspettavo molto da questo film.

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    1. Se tutti gli Y.A fossero così non sarebbe male... Sul film da citato non esprimo perché non lo conosco. Sicuramente il fumetto è da recuperare.

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  3. Dovrei recuperarlo, mi era proprio passato di mente.
    Eppure all'epoca volevo vederlo.

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    1. Ti consiglio di recuperarlo, la trama è molto carina, sopratutto il messaggio finale è veramente bello.

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