lunedì 27 gennaio 2020

La spada nella roccia - recensione -



 Anno: 1963
Durata: 79 min
Genere: animazione, avventura, commedia, fantastico, musicale
Regia: Wolfgang Reitherman
Soggetto: T. H. White (romanzo)
Sceneggiatura: Bill Peet


La spada nella roccia non ha forse il fascino artistico di capolavori come Biancaneve o l'alto livello artistico di opere come La bella addormentata. Fu realizzato con un budget ridotto e con una storia dal taglio decisamente meno epico rispetto ad altri grandi film dello studio, venendo per questo etichettato da molti come un'opera minore. Un vero peccato considerando che al pari di un aspetto grafico meno elaborato, dimostra uno sviluppo narrativo e un intento pedagogico molto riuscito, cosa che si trova raramente in altre opere coetanee.

"Si narra che un dì l'Inghilterra fiorì
di audaci cavalier;
il buon re morì senza eredi e così
agognaron tutti al poter.
Soltanto un prodigio poté salvar
il regno da guerre e distruzion:
fu la spada nella roccia che un bel dì
laggiù comparì."

Questa scena è veramente fantastica.
La trama è ambientata nell'Inghilterra del VI d.C, dopo che la morte di Re Uther e la mancanza di eredi hanno fatto cadere nel caos il paese. A salvare il regno della guerra civile arriva la provvidenziale comparsa di una spada magica. Tale spada magica potrà essere estratta dal solo legittimo re d'Inghilterra. Purtroppo gli anni passano senza che nessuno sia risuscito nell'impresa di estrarre la spada, nel frattempo arriviamo alla conoscenza del nostro protagonista Artù (detto Semola), che sta per incontrare mago Merlino (dalla grande saggezza ma estremamente sbadato), che lo vuole addestrare per il suo grande compito.

I diritti dell'opera di White erano stati presi fin dagli anni quaranta ma varie vicissitudini avevano rinviato la produzione del film (compresa una cosina chiamata seconda guerra mondiale) che poté essere realizzato solo nei primi anni 60, quando ormai il primo periodo d'oro della Disney era finito.


Chi non vorrebbe avere un maestro come Merlino?
La produzione non vide il coinvolgimento diretto di Walt Disney, che non interferì nella produzione e lascio tutto nelle sapienti mani di Bill Peet. Il risultato finale è veramente ottimo. Non potendo puntare sulle animazioni Bill si concentrò sulla caratterizzazione dei personaggi e sulla storia (spremendo e semplificando molti passaggi del romanzo di White). Ogni personaggio ha un proprio scopo nel film e relazioni chiare con il protagonista. La storia è molto pedagogica, ma non risulta mai noiosa o pedante, anzi le lezioni date dal film sono letteralmente l'abc per ogni bambino (forse oggi più di ieri).

Sopratutto è nel rapporto maestro-allievo tra Merlino e Artù/Semola che il film da il meglio di se. Il ragazzo apprende dalle varie trasformazioni che subisce (pesce, uccello, scoiattolo) a riflettere e ad usare la propria testa per risolvere i problemi che incontra, che spesso le risposte che cerca si trovano nei libri e nello studio. Lezioni spesso buffe ma che spesso nascondo pericoli evidenti o situazioni tristi (basti pensare alla triste scena della scoiattolina, forse una dei punti più commoventi del film e dell'intera produzione Disney). La lezione sull'amore e una delle più belle e dolce-amare che si possono desiderare.

Una delle lezioni più belle del film.
Lo scontro tra maga Magò e Merlino potrebbe a prima vista sembrare un banale scontro di magia a base di trasformazioni sempre più grosse. A mio giudizio invece nasconde una serie di riflessioni molto interessanti, a ben vedere le due diverse figure assumono a figura di campioni di due diverse visioni sulla cultura. Infatti lo scontro tra i due diversi modi di fare magia non è altro che una sottile metafora del costante scontro tra il pensiero scientifico e l'ignoranza. Se infatti Merlino è l'araldo della cultura e dello studio delle fonti, dall'altra parte maga Magò rappresenta il lato oscuro e chiuso delle superstizioni e delle conoscenze ancestrali (i famosi rimedi della nonna), che spesso per sopraffare ogni contesa non esita a barrare o modificare i fatti (rappresentato bene dalla frase "Ho detto forse niente draghi viola? L'ho detto?"). Un conflitto che mi piacerebbe affrontare meglio in un prossimo articolo.

Lo scontro millenario tra cultura e ignoranza
Un racconto senza epicità di sorta (niente scontri tra cavalieri) ma ricco di elementi di riflessione e approfondimento. Per esempio il diverso metodo di apprendimento tra Merlino e il gufo Anacleto, il primo volto ad uno studio diretto dell'argomento di studio (con ampie dimostrazioni dal vivo e uscite all'aperto) e il secondo che invece preferisce un approccio più schematico e selettivo, ma alla fine è chiaro che entrambi i metodi danno il meglio quando sono usati insieme.

Non manca poi l'elemento comico ben gestito e con i giusti tempi. La figura del gufo Anacleto è su questo punto riuscitissima.

Le animazioni come detto non sono di qualità eccelsa ma si difendo bene. In alcuni casi come lo scontro tra i due maghi, la fluidità e l'inventiva degli animatori supera qualsiasi ostacolo tecnico.

Da bambino ho sempre trovato un po' brusco il finale del film, ma riguardandolo da adulto e dopo la lettura del romanzo di White devo dire che si tratta di un finale tutto sommato soddisfacente.

In definitiva un film straconsigliato. Capace di divertire e riflettere. Magari dopo il film si può tentare di recuperare la saga di White.

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13 commenti:

  1. Potrebbe tranquillamente essere il post definitivo su uno dei miei film Disney del cuore, bravissimo! ;-) Non ci avevo mai pensato, almeno non direttamente, ma mi piace molto il taglio più intimo dato alla storia, quasi l’anti-Excalibur (di John Boorman) per certi versi, si parte dal piccolo Semola per arrivare al grande Artù, un modo intelligentissimo di raccontare la storia del punto di vista dei bambini, senza renderla stupida, anzi proprio per niente ;-) Una creatività che alla Disney moderna manca totalmente. Cheers!

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    1. Grazie mille, ho solo cercato di rendere al meglio le mie impressioni. Mi fa piacere esserci riuscito.

      Ogni la Disney si preoccuperebbe molto di più del politically correct e di quanti pupazzi riuscirebbe vendere.

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  2. Ho approfittato anche io per rivederlo nella replica natalizia e concordo con tutto, un film Disney davvero atipico che visto da adulto assume un significato diverso, per quanto la sua morale sia sempre stata chiara. L'ignoranza oltre che da magò (che almeno sa il fatto suo) direi che è ben rappresentata anche dal personaggio di Caio.
    Onestamente ho sempre trovato eccessiva la reazione di Merlino quando scopre che Semola farà da scudiero, ha sempre saputo che quello era il suo sogno e va pure a consolarlo quando viene momentaneamente sostituito. È come se in quel passaggio mancasse un tassello e il film accellera di colpo..
    Merlino comunque è un personaggio che ho sempre adorato, con i suoi rimandi alla cultura moderna anticipa il Genio della Lampada di trent'anni, un vero mattatore che tuttavia ha anche i suoi difetti (sa essere testardo e con Anacleto forma una coppia comica riuscita).

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    1. Da adulto si cogliono meglio le sfumature, ma come dici tu la morale dietro è molto chiara.

      Credo che Merlino sia contrario al ruolo di scudiero da parte di Artù per vari motivi: principalmente perché lo vede come un allontanamento dal suo percorso di crescita, ma anche perché da studioso non vede di buon occhio le attività sportive che non sfruttano il cervello :P. Comunque a parte gli scherzi la trama, pur se semplificata, riprende a grandi linee quella del romanzo (che praticamente fa concludere il primo volume proprio con l'estrazione della spada da parte di Artù).

      La Disney ha saputo rendere ottimamente il personaggio, che rimane si fedele alla sua controparte cartacea, ma ha una verve comica riuscita (il suo parallelo è veramente ottimo). Anacleto è il vero eroe del sarcasmo.

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  3. E' anche per me come Cassidy uno dei film della Disney del cuore, altro in più da dirti non c'è, hai tutto e benissimo ;)

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    1. Grazie mille per il bellissimo commento. Come detto sopra ho solo cercato di esprimere al meglio le mie argomentazioni sul film.

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  4. Perché non me lo ricordo nitidamente? Devo averlo visto da piccolissima e poi non più. I disegni sono magnifici. Questa tradizione del disegno animato, del lavoro artigianale, è sempre sconvolgente.

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    1. Probabilmente perché non è stato replicato moltissimo e nell'immaginario collettivo non ha fatto molta presa. Sono d'accordo l'animazione tradizionale ha una marcia in più e non subisce l'invecchiamento precoce di molte produzioni in CGI.

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  5. L'ho rivisto proprio di recente, e mi sembra di aver riconosciuto nel doppiaggio di Anacleto la voce del "vecchietto" del West. In effetti non è delle opere Disney più conosciute, ma alcuni personaggi sono adorabili e ben caratterizzati, tra cui Merlino. Ricordo anche il povero lupo affamato che corre dietro a Semola per mangiarselo, letteralmente a corto di fiato. Uno dei momenti imperdibili del film è il duello di magia tra Merlino e Maga Magò: esilarante! :)

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    1. Sono d'accordo. I personaggi di questo film sono ottimamente caratterizzati e ognuno ha un proprio ruolo nello sviluppo del protagonista.

      Povero Lupo, alla fine nonostante gli sforzi rimane sempre a stomaco vuoto (prendendoci però una marea di botte in compenso).

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  6. Io sono abbastanza immune al fascino delle opere Disney, ma questa è sempre stata una delle opere preferite e che ho visto di più in assoluto.

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    1. Oggi Disney è diventato un super colosso, ma all'epoca un film con pochi incassi poteva ancora mandare a gambe all'aria la società, quindi si cercava sempre di realizzare film che fossero di alta qualità. Questo film ha un ottimo comparto narrativo e le animazioni non sfigurano rispetto a molte produzioni coeve.

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