sabato 6 febbraio 2021

What happened to Mr. Cha? - Recensione -

 

Dall’1 gennaio 2021 è disponibile su Netflix questo film coreano molto particolare, che mischia con abilità visioni deliranti e una cinica esposizione della realtà, il tutto in una amara e tratti sognate storia sul tramonto di un attore. 

La pellicola ha come protagonista Cha In-pyo, un attore sudcoreano che gioca con il pubblico tra realtà e finzione sulla propria carriera artistica.

La trama: Con la sua immagine di uomo romantico e gentile Mr. Cha ha ottenuto un enorme successo presso il pubblico negli anni 90. La sua fama però alla lunga si è trasformata in un gabbia dorata che ha bloccato la carriera artistica dell'attore, che nel corso degli anni non è riuscito più a rinnovarsi finendo per essere ricordato solo da pochi vecchi fan per alcuni  film del passato (una sorta di Troy McClure coreano per intenderci, solo molto meno consapevole). Nel presente l'attore sopravvive grazie a piccoli lavoretti pubblicitari. Mentre sta facendo una passeggiata casca in una pozzanghera e per non macchiare la sua immacolata immagine pubblica si rifugia nella palestra più vicina. Peccato che l'edificio sia in pessimo stato e crolla proprio mentre lui si sta facendo la doccia. L'attore rimane incolume ma un eventuale salvataggio da parte delle forze dell'ordine mettere in pericolo la sua fama di attore (lui che nei film non ha mai fatto una scena di sesso, non può comparire nudo davanti alla stampa) e poi in caso di recupero dovrebbe spiegare quella "bazzecola" di cosa ci faceva in una palestra di una scuola femminile! Mr Cha si troverà in una situazione che lo costringerà a fare i conti con la realtà della sua carriera artistica, umana e rivalutare le proprie scelte di vità.

Mr Cha non offre una trama in se particolarmente originale. Tematiche simili erano già state esplorate in "Birdman" e "Millenium actress", ma è nello sviluppo del percorso di riflessione e rottura di Mr Cha che il film da il meglio di se'.

Il protagonista ha creduto così tanto nel proprio personaggio da quasi fondersi con esso, una maschera che ha indossato così tanto da non riuscire quasi più a capire dove inizi l'attore e finisca l'ideale romantico di cui è portatore. Non aiuta il fatto che il suo manager Kim A-ram (interpretato da Jo Dal Hwanda) gli addolcisca costantemente la verità per evitare che i suoi sentimenti ne vengano offesi (anche se poi si scoprirà che anche lui non è così buono come sembra).

Il crollo della palestra è un momento di crisi, che dopo un lungo periodo di negazione e delirio, lo costringe a venire a patti con la realtà dei fatti. Se il protagonista di Birdman cercava disperatamente di riscattare la propria carriera e di andare oltre il suo ingombrante passato, non altrettanto si può dire di Mr. Cha, che nonostante il crollo dell'edificio rimane incollato al suo passato (tanto da continuare come se nulla fosse a proporre a politici e talk show i pochi elementi che gli danno una parvenza di popolarità, tra cui un caratteristico gesto della mano). Tanto da costringere il proprio manager a trovare metodi sempre più assurdi per per ostacolare i lavori di sgombero delle macerie (uno dei espedienti narrativi più riusciti e divertenti è il fatto che durante la riflessione per trovare nuove idee da suggerire al suo sottoposto per ostacolare gli scavi il protagonista fa una sorta di effetto matriosca e fa pensare a cascata i suoi precedenti io).

Eppure sarà propria nella sua nuova prigione che Mr. Cha comincerà un percorso delirante e assurdo di epifania su stesso, una analisi su come ormai la sua presenza non valga più il nome più grosso nella locandina ma se va bene una fredda citazione nei crediti di Imdb, arrivando a comprendere in una frettolosa e includente chiamata come tutto il suo repertorio da spendere sia ridotto a un piccolo repertorio (e che a fine film gli sarà pure tolto). 

Nel film non manca poi una riuscita verve comica, che aiuta a comprendere meglio la triste realtà degli eventi. 

In definitiva un bel film, con l'attore protagonista che gioca con il pubblico e le sue aspettative, in una diverte ma allo stesso tempo amara riflessione su cosa sia il successo e la fama, soprattutto di come basta un qualsiasi evento per trasformare una avviata carriera in un grigio presente fatto di talk show e foto di abiti sportivi.

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