giovedì 1 ottobre 2020

Un cappello pieno di stelle di Terry Pratchett - Recensione -


Tiffany dopo gli eventi accaduti nel primo libro inizia il suo apprendistato come strega e deve lasciare la propria amata terra natia e tutti gli affetti a cui è legata. Tiffany si aspetta di praticare magie incredibili o studiare ammuffiti tomi, ma la realtà che gli si rivela è fatta da: piccoli lavori domestici, vecchietti da accudire e da vicini da proteggere (di solito dalla loro stessa stupidità). Cosa che lascia frustata la ragazza, che ancora non riesce a comprendere la differenza tra l'essere una vera strega e giocare a fare la strega. Sopratutto la piccola streghetta dovrà apprendere che i poteri magici vanno usati solo in caso di vera necessità e non per uno sciocco desiderio personale, particolarmente quando oscure entità del mondo disco sono pronte a scatenare il caos.

Terry Pratchett scrive una storia fantastica sulla difficoltà di accettare i nostri difetti e le nostre vanità. Tiffany è una ragazza che ha dimostrato nel corso delle precedenti avventure di avere grandi potenzialità nella magia, ma non ha ancora ben capito il carico di responsabilità che comporta, lasciandosi spesso traviare dalle apparenze o dai giudizi altrui (come accade nel confronto con le altre ragazze apprendiste). Comprenderà dopo la lotta con Lo Sciame (il nemico nel libro) che si deve accettare la propria parte oscura, quella animalesca che pensa solo a se stessa e che vorrebbe fare del male agli altri, senza però ascoltarla.


- La parte inaccessibile è quella importante - replicò Madame Weatherwax. - Imparare a non fare le cose è difficile quanto imparare a farle. Più difficile, forse. Se non sapessi come non tramutare la gente in rana, questo mondo sarebbe pieno di anfibi. E di grosse bolle rosa.



Tutti i personaggi sono veramente interessanti e hanno nel loro piccolo un loro arco narrativo di crescita. Per esempio le streghette Petulia e Annagramma, la prima inizialmente dolce, un po' sciocca e incapace di farsi valere nei confronti delle altre streghette, finirà alla fine del romanzo per dimostrare il suo vero valore; la seconda vanesia ed egocentrica capa delle giovani apprendiste locali  finirò alla fine per dimostrare tutta la pusillanimità e vanità del suo carattere. Oppure Madame Weatherwax, da molti considerata solo una vecchia strega, araldo dei vecchi e antiquati modi di svolgere il loro lavoro, ma che in realtà è probabilmente la più potente strega del mondo disco. Dura e apparentemente seria, in realtà tiene a cuore le sorti di Tiffany, tanto da fare la cosa migliore per farla crescere e permetterle di affrontare lo sciame: lasciare che apprenda dai propri errori e avere fiducia nelle sue abilità come strega (il rapporto che si instaura tra la giovane Tiffany e Madame Weatherwax è uno dei più belli e dolci che mi sia capitato di leggere). Il metodo usato dalla Weatherwax per far comprendere a modo loro ai contadini i loro sbagli e attuare le possibili soluzioni dovrebbe essere seguito da molti siti di debunking.

Il punto più riuscito del romanzo è sicuramente quello riguardante l'antagonista del romanzo, lo sciame, un essere che come un parassita assorbe le proprie vittime fino a diventare esso stesso quella persona (anche se con profondi cambiamenti interiori). Un essere apparentemente malvagio e indifendibile per le proprie azioni, ma che la sapiente prosa di Pratchett dimostra per quello che è in realtà: una entità sola e spaventata, alla costante ricerca di un ospite che le permetta di difendersi da tutto e tutti, che non ha un vero io al centro a guidarlo ma solo frammentarie esperienze prese dai vari esseri posseduti a muoverlo (e ricorda in questo moltissime persone). Sopratutto le sue motivazioni non sono mosse da un reale intento malvagio, egli infatti si limita ad eseguire tutti quei pensieri e desideri empi che la nostra mente nasconde nel luogo più profondo della nostro cuore. Una entità a cui si deve mostrare la nostra pietà e non rabbia, perché mostra solo quella parte malvagia che ognuno di noi ha dentro di se.


"Non si poteva dire: un mostro è entrato nella mia testa ed è stato lui a farmelo fare. Lei aveva desiderato che i soldi fossero suoi. Lo Sciame l'aveva solo assecondata. 
Non si poteva dire: sì, ma non li ho mai veramente presi! Lo Sciame usava quello che trovava: i piccoli desideri segreti, le voglie, i momenti di rabbia, tutte le cose che i veri umani sapevano ignorare! Lui non te le faceva ignorare." 
Altro tema centrale è l'importanza di fare il bene altrui, per non perdere il proprio centro e non rischiare di svegliare la parte nostra che ride in modo stridulo. 

Nac Mac Feegle tornano in questo volume con tutta la loro irriverente simpatia e il dolce affetto per la loro aggia (ma questo è meglio non dirlo se non si vuole ricevere una testata). La dimostrazione che pur in una massa di rissosi e ubriaconi "fatine maschio" si può trovare degli amici sinceri. 

Terry Pratchett era uno dei pochi autori che riesce a perfettamente la natura femminile e rendere naturale una discorso tra due donne.

Il titolo scelto per il romanzo è veramente molto bello ed ha un significato profondo all'interno della storia. Mi ha veramente sorpreso ed emozionato, sopratutto perché fa comprendere la maturità raggiunta dal personaggio (oltre ad essere un passaggio dal profondo valore poetico).

In definitiva un ottimo da leggere, stra consigliato, non ne uscirete delusi.

2 commenti:

  1. Pratchett è una mia grave mancanza, prima o poi dovrò colmarla. :-)

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    1. Fai attenzione è una droga molto potente, una volta incominciato a leggere qualcosa di suo non si finisce più di volerne altro. Poi Pratchett è uno dei pochi autori che sappia mischiare la comicità con i temi più importanti della nostra società in modo sublime.

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