lunedì 25 maggio 2020

Il delitto allo stagno dei loti (Serie " I Casi del Giudice Dee") di Robert van Gulik - Recensione -






Ritorniamo a parlare dei casi del Giudice Dee con un racconto breve ambientato tra i romanzi "I delitti del lago cinese" e "Il monastero stregato".

Nel 667 D.C. nella città di Han-yuan il nostro investigatore cinese deve risolvere il caso di un misterioso omicidio di un anziano poeta, ucciso apparentemente senza che l'assassino abbia lasciato il minimo indizio. A complicare ulteriormente le cose c'è il problema della scomparsa di un messo del tesoro imperiale, che stava trasportando alcuni preziosi lingotti d'oro.

Il delitto allo stagno dei loti non spicca tra le avventure del Giudice, ma intrattiene il giusto e ci sono alcuni siparietti comici molto carini (come il giudice Dee che cerca di calmare l'interesse per le donne di un suo aiutante con uno escamotage, che purtroppo finirà invece per riscaldarlo ancora di più).

Mi è piaciuto il fatto che l'assassino si faccia mascherare da un elemento che lui stesso aveva disprezzato, sicuro del fatto che non avrebbe mai rilevato la sua presenza, e che invece come dice lo stesso giudice ha rivelato il suo crimine. Lo status quo viene ristabilito e tutti possono tornare alle loro vite.

Il finale l'ho trovato un po' affrettato ma in sole 27 pagine non credo si potesse chiedere di meglio.

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