venerdì 6 marzo 2020

Come si fermò la Terra di Calogero Ciancimino - recensione -


Nel lontano 3000 il mondo ha finalmente trovato pace e prosperità in ogni luogo del pianeta. L'umanità vive in gigantesche città ipertecnologiche, gli stati nazionali sono stati superati, i contatti con i marziani sono frequenti e il lavoro è un orpello quasi totalmente desueto. Il tutto grazie anche all'energia atomica, pulita e praticamente quasi infinita. Purtroppo un giorno, inspiegabilmente, il moto di rotazione della Terra rallenta sempre di più, fino a fermarsi: una parte del mondo cade nel buoi e nella morsa del gelo; l'altra è costantemente bersagliata dal sole e dal calore estremo. Solo una piccola striscia di terreno nella zona crepuscolare è abitabile, scatenando la guerra tra i vari popoli del mondo, che dimenticandosi della loro avanzata cultura sono ricaduti nelle barbarie per prendere con la forza gli ultimi pezzi di terra ancora vivibili.

Calogero Ciancimino nacque a Sciacca (AG) il 14 marzo 1899. Intraprese gli studi umanistici per la volontà del padre di farne un dottore, ma il suo rendimento scolastico si rivelò molto scostante, sopratutto in quanto insofferente della rigida disciplina che vigeva nella scuola. Per punizione, seconda la prefazione al romanzo scritta dal suo editore dopo la morte dell'autore, venne imbarcato dai genitori come mozzo su una nave mercantile diretta nell'America del sud. La nave fece naufragio lungo le coste della Guyana francese e Ciancimino fu uno dei pochi membri dell'equipaggio a sopravvivere. Da quella tragica avventura l'autore sviluppo paradossalmente una grande passione per il mare, tanto da diventare Capitano di lungo corso a 20 anni. La sua carriera come scrittore si può racchiudere nel brevissimo arco di pochi anni (dal 1932 al 1936), ma coronati da un ottimo successo di pubblico; sia come autore singolo, sia collaborando con Luigi Motta (di cui fu anche ghost writer per alcuni dei suoi romanzi). Autore di stampo salgariano, riuscì a crearsi un proprio stile grazie alla sua passione per il genere spionistico e la tecnologia (molti dei suoi romanzi, come il qui presente "Come si fermò la Terra", si possono tranquillamente inserire nel genere della protofantascienza).


Alcune delle fantasiose macchine presenti nel romanzo

Come si fermò la Terra è ultimo romanzo di Ciancimino, pubblicato postumo nel 1936. Il romanzo dell'autore siciliano mi ha colpito molto positivamente. L'idea centrale (la Terra che si ferma per qualche strana influenza esterna) è interessante e viene sviluppata con i giusti criteri scientifici (ovviamente per le conoscenze degli inizi del novecento). La trama è accattivante al punto giusto e ha un ritmo sostenuto. Certo non mancano molte ingenuità di fondo (per esempio nonostante tutta la sua tecnologia l'uomo non è riuscito ad arrivare sulla Luna) e la tormentata storia d'amore che fa da cardine alle vicende del romanzo oggi risulta decisamente melensa e antiquata (con tanto di ex amante delusa e inviperita pronta ad ostacolare in ogni modo la coppia. A mio giudizio l'elemento più debole del romanzo), ma l'inventiva dell'autore sa far sorvolare su questi dettagli.

Ciancimino per certi aspetti ci ha visto molto lungo in molti dettagli del romanzo, come per esempio: le moderne tecniche per aumentare la resa dei prodotti sia agricoli che animali; l'abnorme aumento della popolazione umana e il suo invecchiamento (con tanto di lievi modifiche somatiche nella popolazione); la cementificazione selvaggia di vaste aree del pianeta; la sempre più massiccia presenza in ogni aspetto della vita di prodotti industriali. Speriamo vivamente che la profezia annunciata nel romanzo di lavorare solo cinque o sei giorni al mese si avveri prima o poi.

La navicella marziana
Calogero Ciancimino si dimostra bravissimo a scandire gli eventi che portano al blocco della rotazione del pianeta e la sempre più angosciante approssimarsi di quella che sembra la fine della razza umana. Una lenta agonia che mostra sia il peggio che il meglio che l'essere umano è capace, sopratutto quando rimango poche risorse vitali a disposizione. Considerando che il romanzo uscì a pochi anni prima della seconda guerra mondiale, chissà se l'autore non abbia subodorato in qualche modo l'approssimarsi del conflitto attraverso il suo romanzo (sopratutto considerando lo sviluppo di armi di distruzione come la bomba atomica, che nel libro invece sono visti in chiave positiva e moderna come energia atomica).

Lo scrittore attuata l'azzeccata scelta di mostrare i marziani solo alla fine del romanzo, lasciando per gran parte del romanzo il dubbio su come siano fatti tali esseri.

La fine del romanzo è forse un po' affrettata e tronca, complice forse la difficoltà da parte dell'autore di concludere una vicenda in modo soddisfacente in ogni sua parte. Cosa che ammetto mi ha deluso un po', ma tutto sommato il romanzo mi ha soddisfatto.

Dell'autore siciliano ne avevamo già parlato in questo blog con i due divertenti romanzi "Il mistero della Sfinge Gialla" e "Le bare di granito".

In definitiva un ottimo romanzo di protofantascienza, divertente e con interessanti spunti di riflessione, sopratutto nelle idea di futuro che un uomo del novecento si sarebbe potuto immaginare. Certo non mancano le ingenuità e alcuni elementi della storia oggi sono sorpassati, ma ho trovato veramente interessante vedere dove la fantasia dell'autore mi avrebbe condotto (tra giganteschi aerei, città galleggianti, tutte autoriscaldanti, non si rimane delusi).

Potete acquistare una copia del romanzi tramite questo link

6 commenti:

  1. Certo che una volta per punire i figli che non avevano voglia di studiare avevano dei metodi niente male! Mozzo su una nave che tempriamo l'anima di questo giovane... XD
    Mi piace questa fantascienza "vintage" con i bizzarri macchinari immaginati dagli autori di tanti anni fa, devo recuperare questo romanzo.

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    1. Metodi che oggi farebbero impallidire un genitori modello di oggi.

      È sicuramente uno degli elementi più affascinanti di questo genere di pubblicazioni. Sopratutto vedere come gli uomini del passato si sono immaginati il futuro.

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  2. Sembra una storia molto "Verneiana", se mi ci imbatto lo recupero.

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    1. Sì, qualche influenza c'è ma devo dire che Ciancimino sa farsi valere come scrittore.

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  3. Una delle mie prossime letture. Non mi interessano le ingenuità, so contestualizzare.

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    1. Sono sicuro che ti piacerà, è un romanzo che sa offrire molto divertimento.

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