lunedì 23 marzo 2020

...più forte ragazzi! - recensione -


Durata: 115 min (edizione originale)
90 min (edizione ridotta)
Genere: Commedia, Avventura, Azione
Regia: Giuseppe Colizzi
Soggetto: Giuseppe Colizzi, Amedeo Pagani
Sceneggiatura: Giuseppe Colizzi, Amedeo Pagani, Barbara Alberti

I film di Bud Spencer e Terence Hill non sono probabilmente delle gemme del cinema, di quelle che ogni appassionato "vero e puro" deve vedere almeno una volta nella vita, ne offrono sceneggiature o inquadrature di altissimo livello cinematografico, ma nella loro semplicità e bontà sono dei film sempreverdi. Film che possono essere rivisti 100 volte e avranno sempre la capacità di farvi sorridere ed essere ricordati con profondo affetto. Cosa non da poco a mio giudizio.

La trama del film vede le picaresche avventure di due piloti d'areo, Salud e Plata, amici litigiosi e soci alla "pari". Dopo una serie di avventure, compreso un tentativo di truffa per incidente aereo poi sfortunatamente accaduto per davvero, i due organizzano nella giungla un giro di affari che non fa piacere al boss criminale della zona.


I miei ricordi di questo film erano abbastanza nuvolosi, ovviamente ricordavo le scene più famose, ma la storia in generale mi sfuggiva di mano. Dopo una recente visione il film mi ha stupito positivamente in diversi punti.

Più forte ragazzi è un film che fa da cerniera tra i primi film wester della coppia e i successivi film più cartooneschi. Riprendendo dai i primi un ritmo più calmo e attento allo sviluppo di diversi personaggi secondari (il matto per esempio), con ampie inquadrature dei paesaggi colombiani. Dei secondi è una sorta di bozza di quei elementi, come le parti slapstick e le botte da orbi (rimanendo comunque lontani da qualsiasi elemento di violenza gratuita), che poi saranno un elemento centrale dei loro successo. I cattivi sono ancora abbastanza credibili e mincacciosi, anche se mostrano un certa verve comica (a questo riguardo è bellissima la scena del calcio ed estrazione di un dente da parte di Plata).

Un elemento che mi ha colpito molto e che non ricordavo è la presenza di una vena di malinconia che sottotraccia percorre tutto il film. È un film con una profonda voglia di tornare indietro, verso la natura, che sembra celare la civiltà occidentale e quel poco che mostra lo fa in chiave negativa (il boss della malavita, la povertà nelle città, la burocrazia cinica e fredda). Con due personaggi che come due moderni Don Chisciotte inseguono l'avventura per il semplice gusto di farlo, due bambini troppo cresciuti, che nulla sanno dei "veri valori della vita adulta" eppure sono più grandi e buoni di tutti. Due eroi che però non ottengono mai la gloria tanto bramata, ma invece nel momento di folgore, vedono tutto distrutto e sono costretti malconci e pesti a ricominciare da capo.

Molto dolce è il personaggio del "matto" (che poi alla fine tanto matto non è), un cercatore che si è nascosto nella giungla per quarantanni per paura di quello che potrebbe trovare al suo ritorno nella città e che alla fine ottiene il proprio riscatto rivedendo proprio lo sviluppo dell'essere umano (partendo poi per un ultimo grande viaggio).

Non sarebbe un vero film di Bud Spencer e Terence Hill se non ci fossero delle scene memorabili. Le mie preferite sono quelle dove i due devono rincorrere un areo messo inavvertitamente in volo, oppure la famosa scena dove Salud afferma che da ubriaco lui è praticamente invincibile.

Che Stan di Monkey Island sia una citazione di questo film?
Un film che ha risentito dell'enorme numero di rimontaggi che hanno pesantemente modificato il minutaggio finale, snaturandone spesso la scneggiatura finale, aggiungendo o meno scene di lotta a seconda del mercato di riferimento (sopratutto grazie a numerosi ripasaggi al cinema che una volta erano molto frequenti nei mercati nostrani). Per esempio il dilemma sul giacimento di smeraldi viene risolti in separata sede e solo fatto intuire allo spettatore.

In definitiva un film molto piacevole e divertente da vedere, invecchiato forse un pochino, ma sfido chiunque a non rimanere affascinato dal duo nostrano.

13 commenti:

  1. Non il mio preferito del duo, ma comunque un film che vedrei altre 100 volte senza problemi ;)

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    1. Ci sta. Perché ci sono film del duo che si possono vedere solo 99 volte? :P

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  2. Non è uno dei loro film più famosi, ma non mi ha impedito di rivederlo tante volte, gran post! ;-) Cheers

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  3. Non sapevo minimamente della questione delle versioni rimontante e con minutaggio diverso... esisterà una director's cut che ne faccia comprendere per bene la trama, spero. Senza tagli e senza aggiunte :)

    Moz-

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    1. Era una pratica comune negli anni 70-80 dove i film avevano una distribuzione molto lunga e sporadica.

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    2. Sì, sapevo di rimontaggi ma non per questo film, intendevo^^

      Moz-

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  4. Credo di averlo visto da ragazzina fino alla nausea, però in effetti è uno di quelli che ricordo meno. Il mio preferito in assoluto era Non c'è due senza quattro!

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    1. Altro bel film. La trama non è nulla di eccezionale, ma l'ambientazione esotica mi ha colpito molto.

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  5. Non rivedo questi film da bambino, quando erano loro a cercare me, perché venivano mandati in continuazione in onda.
    Di solito li associo ad i pomeriggi d'estate.

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    1. Sì, è un buon periodo per guardarli anche se personalmente preferisco le serate invernali.

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  6. Niente, con questo articolo/recensione io piango di nostalgia. Non un film d'autore di altissimo livello, ma le scene erano bellissime e il film non va di certo messo nel dimenticatoio.

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    1. Benvenuto Palos sul mio blog! Mi fa molto piacere che la recensione ti sia piaciuta. È un film che pur non brillando sa regalare delle belle emozioni.

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