lunedì 30 marzo 2020

Dieci piccoli indiani di Agatha Christie - Recensione -


Dieci piccoli indiani è uno dei massimi capolavori del romanzo giallo, forte di una trama praticamente perfetta e dal suspense riuscita. Un piccolo libro, che si può riuscire a completare in una giornata, dove il tema dell'enigma della camera chiusa viene portato ai massimi livelli. Non sorprende quindi che il capolavoro di Agatha Christie sia uno dei romanzi più venduti di tutti i tempi (oltre 110 milioni di copie).

I protagonisti del romanzo trasposti in una recente miniserie tv
La trama vede Anthony Marston, John Macarthur, Emily Brent, Lawrence Wargrave, William Blore, Edward Armstrong, Philip Lombard e Vera Claythorne venire invitati in una piccola isola da un certo signor Owen, per passare qualche tempo nella sua villa. Arrivati sull'isola il gruppo scopre che del proprietario non c'è traccia e che gli unici abitanti sono i domestici, nonché coniugi Thomas ed Ethel Rogers. Un misterioso messaggio però informa che tutti gli abitanti della villa hanno commesso un grave crimine nel corso della loro vita e che tutti saranno puniti per tale colpa. Perseguitati da un sciocca filastrocca infantile ognuno dei protagonisti dovrà fare i conti con le proprie colpe.


Agatha Christie
La stessa isola funge da gigantesca prigione da dove ogni ospite non può fuggire e gli eventi si susseguono in modo sempre più rapido ed angosciante. Una gigantesco enigma della camera chiusa dove però non c'è un detective o una traccia d'indizio che possa portare la verità. Un elemento del romanzo devo dire veramente azzeccato, visto che l'andare degli eventi ogni personaggio diventerà sempre più paranoico e impaurito dai propri compagni di sventura, diventando paradossalmente il carceriere/carcerato di se stesso e degli altri visto l'impossibilità di trovare un possibile mandante.

In questo romanzo manca totalmente la figura del detective, che fin dalla nascita del giallo ha rappresentato quel tassello, a volte quasi ultraterreno, volto a ristabilire l'ordine e la giustizia offesi dal crimine commesso. Quella figura che con il suo acume e abilità di analisi comprende come e chi ha attuato il piano criminale mentre la polizia brancola nel buio. Nel romanzo questa figura salvifica e consolatrice manca totalmente. Ogni personaggio è riuscita ad evitare di pagare per le proprie colpe, ma tutti ne continuano a subire le conseguenze; in alcuni personaggi relegandole totalmente nel subconscio in altri cercando di recuperare ed andare avanti (personaggi così ambigui sono decisamente inusuali nel giallo classico). Lo stesso tentativo di riportare giustizia da parte del misterioso signor Owen, lascia molti più dubbi che certezze da parte del lettore, visto che si potrà mai ottenere una riparazione o un ripristino del bene, tanto da diventare per certi aspetti una sorta di mostruosa e inutile vendetta.

Il tema della giustizia terrena, delle sue fallacie e debolezze, è ben sviluppato in questo libro. Anzi spesso chi vuole farsi giustiziere dei torti spesso non è molto migliore delle vittime che vorrebbe punire. Sopratutto di come spesso il miglior giudice sia proprio la nostra coscienza.

Ogni personaggio viene ben caratterizzato e con il passare del tempo ogni tassello della loro storia viene spiegato. Sopratutto è interessante vedere il loro lento ed inesorabile cedere alla follia e al sospetto. Dimostrando in modo decisamente inquietante come basta poco per stracciare il velo di convenzioni sociali e civiltà in cui viviamo, per mostrare quanto ancora siamo legati ai vecchi istinti animaleschi pronti a ritornare a prendere possesso delle nostre menti.

Concludo mettendo in conclusione la terrificante filastrocca che annuncia lo scorrere degli eventi.
Dieci poveri negretti
se ne andarono a mangiar:
uno fece indigestione,
solo nove ne restar.
Nove poveri negretti
fino a notte alta vegliar:
uno cadde addormentato,
otto soli ne restar.
Otto poveri negretti
se ne vanno a passeggiar:
uno, ahimè, è rimasto indietro,
solo sette ne restar.
Sette poveri negretti
legna andarono a spaccar:
un di lor s'infranse a mezzo,
e sei soli ne restar.
I sei poveri negretti
giocan con un alvear:
da una vespa uno fu punto,
solo cinque ne restar.
Cinque poveri negretti
un giudizio han da sbrigar:
un lo ferma il tribunale,
quattro soli ne restar.
Quattro poveri negretti
salpan verso l'alto mar:
uno un granchio se lo prende,
e tre soli ne restar.
I tre poveri negretti
allo zoo vollero andar:
uno l'orso ne abbrancò,
e due soli ne restar.
I due poveri negretti
stanno al sole per un po':
un si fuse come cera
e uno solo ne restò.
Solo, il povero negretto
in un bosco se ne andò:
ad un pino si impiccò,
e nessuno ne restò.

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10 commenti:

  1. Behm sì: capolavoro.
    Prototipo di ogni giallo in camera chiusa che si rispetti, e appunto senza la figura del detective.
    Solo morti, solo delitti, solo giallo.

    Moz-

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    1. Con una marea di riflessioni e analisi che si possono fare. E poi dicono che Agatha Christie scriveva solo romanzi popolari.

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  2. Mai letto, anche se sono stato lì lì per prenderlo parecchie volte.
    Prima o poi ci arrivo.
    Nel noir e nel giallo, mi ci sono avvicinato solo da poco.

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    1. Certo, magari sarà l'occasione per scoprire anche il mitico Poirot e le sue celluline grigie!

      Comunque fai benissimo ad esplorare nuovi generi.

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  3. Excelente obra de una gran autora. De mis preferidos, incluso salió un juego para PC hace varios años (cambiando algunas cosas para los lectores, así no se intuye al asesino) Gracias por la reseña, saludos desde Argentina

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  4. Hola Scabbers! Concordo

    Agatha Christie: And Then There Were None? es un buen juego

    Gracias por el comento

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  5. Capolavoro ASSOLUTO del giallo classico. Lo lessi tanti tanti anni fa, dovrei recuperarlo.
    Come tu ha ben scritto, manca quella figura positiva del risolutore del caso, tutti sono protagonisti.
    La trama si dipana attraverso le azioni, il finale è raggelante.
    Insomma, anche da un punto di vista strettamente stilistico, è il giallo perfetto. La miniserie tv mi è piaciuta molto.

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    1. Tutti sono protagonisti e allo stesso colpevoli, nessuno si può schiodare dalle proprie colpe.

      Vero anche se nella versione teatrale cambiarono in parte tale finale.

      La miniserie tv è veramente ben fatta.

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  6. Il giallo per eccellenza che ha ispirato tante storie, il mio preferito nonostante, da appassionato di treni, Assassinio sull'Orient Expresss, che è il mio secondo preferito.
    Però confesso di non averlo mai letto... mi hai fatto venire voglia di recuperarlo. Ora cerco una copia digitale! È probabile che anche io ci metta poco, nonostante sia lento. Magari un giorno no, ma con 2 o 3 me la dovrei cavare 😝

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    1. Assassinio sull'Orient Express è un altro romanzo che vede il tema dei "tutti colpevoli" ma rivolto più in chiave positiva. Sopratutto ti fa riflettere sul fatto che non sempre la legge può colpire l'effettivo colpevole.

      Sì, non è molto lungo e si presta in questi giorni a una comoda lettura.

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