lunedì 22 febbraio 2021

La finestra sul cortile - Recensione -


Poster realizzato da Laurent Durieux

Titolo originale: Rear Window
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1954
Durata: 112 min
Genere: giallo, thriller
Regia: Alfred Hitchcock
Soggetto: Cornell Woolrich (racconto)
Sceneggiatura: John Michael Hayes

Jeff è un fotografo d'assalto che durante un reportage rimane ferito a una gamba ed è costretto a passare un periodo di degenza presso il proprio appartamento, con la sola presenza occasionale dell'infermiera Stella e della bella Lisa (Grace Kelly), innamorata persa di lui. Jeff è un tipo troppo pratico per passare il tempo tra libri e radio (senza contare che nel 1954 computer ed internet esistevano solo nei romanzi di fantascienza). Jeff passa il suo tempo in un mix di semplice curiosità e diabolico voyerismo a spiare dalla finestra  del suo appartamento le azioni quotidiane dei propri vicini. Tutto procede nella normalità fino a quando il protagonista nota dei particolari che potrebbero indicare che un qualche evento tragico è accaduto. Stai a lui ora trovare le prove che provino la fondatezza dei propri dubbi.

La finestra sul cortile è un film perfetto, senza elementi accessori, ma che Hitchock dirige in maniera perfetta. Oltretutto offrendo vari livelli di analisi. Infatti la storia è: 
 
1) Un accattivante giallo, che punta tutto sull'apparente impossibilità di compiere il misfatto e delle deduzioni del novello detective (il film è tratto molto liberamente da un racconto di Cornell Woolrich).
 
2) È anche un un film che ci parla delle pulsioni da "guardone" del protagonista, a volte prendendole alla berlina visto che il nostro eroe non riesce trovare un passatempo più sano, a volte mostrandoci come spesso le nostre azioni siano mosse da preconcetti vari (un luogo tanto idilliaco non può nascondere il male, la morbosità porta a soluzioni sconclusionate ecc). 
 
3) C'è anche una sottile traccia comica rappresentata dal fatto che il vecchio Jeff è uno scapolone impenitente, che non ha nessuna voglia di sposarsi con la bella Lisa (bisogna dire che il film gioca molto sul fatto che la donna sia semplicemente troppo per uno come Jeff).
 

4) Una sfida all'ultimo colpo tra il protagonista e l'antagonista per trovare/nascondere la verità. 

5) Il tema principale è il cinema in generale, e di come la sua magia possa creare mondi. Non è infatti difficile vedere Jeff come una sorta di fantoccio dello spettatore, che costretto sulla poltrona/sedia a rotelle può solo vedere quello che la finestra/schermo gli permette di vedere, senza nessuna possibilità di scelta. Potendo solo analizzare gli elementi presenti in scena e attraverso quelli elaborare e ricostruire l'intreccio narrativo (il film gioca moltissimo attraverso Jeff sulle aspettative del pubblico, spesso frustando o bloccando la visone. Basti pensare a quando l'amica del protagonista cerca nel giardino le prove del misfatto). 
 
Il film si potrebbe dividere in due macro aree, una rappresentata dal cortile visibile dalla finestra che deve soggiacere alle visione limitata del protagonista (spesso bloccando la visuale tramite binocoli o inquadrature molto rigide, che imitano la visione umana di Jeff, che a causa delle ferite non può muoversi agevolmente) e la stanza di del protagonista che invece rispetta le regole di un set classico (camera che inquadra chi sta parlando, piani diversi, regia rapida e scattante). Come se il giardino esterno fosse il palcoscenico e la stanza di Jeff la sala del cinema. 
 
Interessante notare che l'unico punto dove tale duplice visione non è rispettata è nella scena dove viene scoperta la morte del cagnolino. Infatti il punto di vista viene assunto da un altro personaggio del film. Rimanendo comunque funzionale alle vicende della storia.

Hitchook è stato bravissimo ha ricreare in uno studio un perfetto spaccato del Greenwich village. Spesso usando dei piccoli dettagli, apparentemente inutili alle vicende del film, ma che danno più calore e realismo alla vicenda (Per esempio vennero realizzati tre set di luci per inscenare i vari periodi del giorno. Oppure il fatto che il regista poteva tramite apparecchi radio nascosti comunicare con la troupe, dando separatamente istruzioni simili a due attori ma leggermente diverse. Per esempio durante una scena di pioggia Hitchoock diede ordine ai due attori che impersonavano una coppia che dorme sul balcone l'ordine di recuperare il materasso da un finestra e ostacolare il collega, ma ogni attore aveva istruzioni diverse su quale finestra usare per rientrare. Si tratta di piccole trovate che permisero un realismo incredibile). 

Un piccolo cammeo del regista

Sarà uno sciocco dettaglio personale ma ho trovato veramente inquietanti le scene dove l'unico dettaglio che dimostri la presenza del sospettato principale è il baluginio della sigaretta che sta fumando nel buio della sua stanza (luce che nel suo baluginio crescente e decrescente ci fa capire anche il suo stato d'ansia).
 
Purtroppo non sono riuscito a trovare una immagine adatta e quindi mi sono arrangiato con metodi artigianali

 
La conclusione del film sembra quasi intendere la rottura di quella quarte parte parete che blocca il mondo fantastico dalla realtà di tutti i giorni, ad intendere che realtà e finzione hanno molte più cose in comune di quello che ci piacerebbe pensare. Il finale poi sembra quasi far ripartire la situazione da capo, solo che questa volte il protagonista avrà ancora meno possibilità di sfuggire al pericolo di sfuggire al suo futuro status di ammogliato. Davvero un bel film.

Quando anche i Simpson citano il grande maestro

4 commenti:

  1. Gran bel post complimenti, il film poi è scuola di cinema, il discorso sullo sguardo, il ritmo e la tensione impeccabili, una Grace Kelly meravigliosa, insomma hai reso onore ad una pietra miliare ;-) Cheers!

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    1. Grazie mille compare :) È stato un grande regista e su Tim Vision hanno messo una sezione apposita con alcuni suoi film. Mi è sembrata una buona occasione per recuperare i pezzi migliori.

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  2. Ammetto di non averlo mai visto, seppure lo conosca bene. Ho visto una sorta di remake con Chritopher Reeve, in cui stava sulla sedia a rotelle, mi pare prima dell'incidente che ha paralizzato l'attore, perché alla fine si alza in piedi.
    Interessante la tecnica del far comunicare il regista con attori tramite radiolina.

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    1. Sì, quel film è il remake di questo qui. Credo che fosse dopo l'incidente ma non sono sicurissimo. Io ti consiglio di recuperarlo merita assai.

      Verissimo, è una piccola chicca veramente interessante.

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