Il 27 gennaio di ogni anno è dal 2005 giornata commemorativa stabilita dall'ONU per ricordare le vittime dello sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, ma anche delle altre etnie o orientamenti sessuali non accettati dall'establishment del regime. Giornata per molti inutile e pesante, ma incredibilmente utile sopratutto oggi dove il rigurgito fascista e xenofobo è sulla bocca di molti (basta andare in qualsiasi pagina FB a tema populista) sopratutto per quanto riguarda rom e immigrati. Anche l'attuale governo si è dimostrato spesso vicino a queste tendenze. Ben vengano quindi libri come quello di Katarina Taikon per farci riflettere su come spesso preconcetti e paure ativiche infondate siano spesso la causa stessa del fenomeno e sviluppo di ingiuste azioni di segregazione e rifiuto di una parte della popolazione.
La trama vede la giovane Katitzi, una bambina molto intelligente e curiosa di etnia rom di sette anni, vivere una vita tranquilla e riparata nell'istituto di cui è ospite. Diventando in breve tempo una piccola peste per la direttrice ma la beniamina degli altri bambini dell'istituto. Un giorno il papà di Katitzi torna per venirla a prendere e la bambina deve fare i conti con la scoperta della sua etnia e della loro difficile vita fatta di xenofobia e diffidenza che caratterizza la vita di tutti i giorni da zingari (come vengono chiamati da chi non è rom), che la bambina nonostante il suo impegno non riesce inizialmente a comprendere. A mitigare le difficoltà della sua nuova vita la ragazza scoprirà di avere una famiglia numerosa e molto affiata composta da un fratello maggiore, Paul, le due sorelle maggiori, Rosa e Paulina, e tre fratellini minori, due femmine e un maschio, nati dal secondo matrimonio del padre con una donna svedese che passa le giornate nella roulotte mentre il resto della famiglia deve lavorare per portare avanti il piccolo lunapark di famiglia.
Primo di un collana di tredici libri molto amati in Svezia, le avventure della piccola Katitzi non sono altro che una rielaborazione della vita dell'autrice che nata nel 1932 da padre rom e madre svedese subì lo stesso ostracismo della bambina, tanto da imparare a leggere e a scrivere alla età di ventisei anni. Negli anni 50 divenne una portabandiera dei diritti del suo popolo e ottenne miglioramenti per la sua gente.
L'autrice |
In definitiva un libro molto bello, rivolto principalmente ai bambini ma che può insegnare molto anche a noi adulti, sopratutto sul discorso della segregazione e su chi sia spesso il vero cattivo della situazione.
Ammetto di non amare opere simili, molto lontane da ciò che mi piace, ma è un bene che ci siano.
RispondiEliminaMoz-
Visto il clima attuale sono opere necessarie per comprendere certi atteggiamenti.
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