lunedì 27 maggio 2019

Circe di Madeline Miller - Recensione


«Di un mortale ho la voce, che io abbia tutto il resto.»
Circe dipinta da Beatrice Offor
Circe è figlia del dio Elios e della ninfa Perseide, ma rispetto ai suoi fratelli e sorelle divini ha in se fin dalla nascita qualcosa che la rende diversa dall'infinita schiera degli altri esseri olimpici. Infatti ha un aspetto fosco, un carattere introverso e taciturno, tanto diventare quasi un peso per i propri genitori, ma sopratutto prova una forte empatia verso gli essere mortali. Dopo una serie di disavventure, tra cui la scoperta dei propri poteri magici (detti anche pharmakeia, cioè non sottostanti ai comuni vincoli degli dei ma comunque dalla difficile realizzazione), finirà esiliata sull’isola di Eea dove migliorerà le sue arti magiche e imparerà come addomesticare le bestie. Qui come un faro porterà una breve luce nelle vite di vari eroi della mitologia classica come l’inventore Dedalo, il mostruoso Minotauro, l’avventuroso Giasone e la tragica Medea, e poi naturalmente, il suo amato Odisseo, ma anche il figlio di lui Telemaco e la moglie di Ulisse, Penelope.


Madeline Miller dimostra una ottima conoscenza delle fonti mitologiche, da cui poi sa trarre con maestria dalla figura classica di un personaggio come Circe, di cui tutti ci ricordiamo principalmente per aver trasformato i marinai di Ulisse in porci e per il suo incontro/scontro amoroso con il furbo re di Itaca, in qualcosa di molto più complesso e vivo. Una divinità che proprio come il suo nome (falco o sparviero) indicherebbe la volontà di muoversi e migliorare. Un miglioramento non essente però da dolori e passi falsi, ma che gli hanno permesso di comprendere i propri errori e ricominciare più forte di prima, che a volte le nostre presunte debolezze posso diventare le nostre maggiori qualità se sfruttate al massimo (come per esempio l'amore di una madre per il proprio figlio). Una crescita sostanzialmente psicologica che la renderà alla fine un essere umano a tutti gli effetti.

Circe e Ulisse
(bozza preparatoria di Francesco Albani )
Dall'altro lato ci sono gli dei, essere quasi onnipotenti ma dal carattere infantile e perverso, teso solo al proprio sollazzo personale e a denigrare le disgrazie altrui. Esseri a cui è meglio non fare affidamento in quanto scostanti e sempre alla ricerca del proprio interesse personale, tanto che anche i loro preferiti non hanno un esistenza felice (come Ulisse, il prediletto di Atena, che dalla sua protezione non ottiene altro che dolori e delusioni, il tutto per inseguire la curiosità e la conoscenza, finanche la morte per il suo diletto e gloria). Essere che possono sembrare eterni e lontani dalla morte, ma che invece più di tutti ne sono affini visto che nella loro sterile potenza non possono cambiare e nulla può svilupparsi dalle loro azioni.

Molti interessanti anche i vari personaggi umani che circondano la maga, sopratutto Ulisse e Dedalo, che mostrano tutta la tristezza ma anche la gloria di cui sono denotati i grandi personaggi storici, in eterno bilico tra l'ansia di nuove sfide e la nostalgia di una casa tranquilla ormai lontana. Del primo non ho apprezzato moltissimo la rivisitazione in chiave moderna e negativa del personaggio che viene data in questo libro, tutta concentrata a vederne il lato più cinico e egocentrico del personaggio, scordandosi tutti i pregi del personaggio (Ulisse è l'incarnazione della curiosità e intelligenza umana).

In definitiva un romanzo veramente interessante e piacevole da leggere, una rivisitazione accattivante e moderna della mitologia greca. Sopratutto mi ha sorpreso l'abilità della Miller di descrivere l'evoluzione del personaggio della maga Circe in modo veramente emozionante.

4 commenti:

  1. Bella recensione, caro Silver.
    Un buon lavoro.

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    1. Grazie, caro anonimo. Mi fa piacere che la mia recensione ti sia piaciuta.

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  2. Non mi fa impazzire la rivisitazione in chiave moderna ma se a te ha fatto cambiare idea, gli va dato merito.

    A me la storia di Circe affascina da quando ho visto il Circeo, col promontorio col profilo della maga. Da dove abito io (Anzio), quando il cielo è limpido, si vede bene.

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    1. Come detto La rivisitazione in chiave moderna in questo caso ci sta perché la Miller rispetta il materiale originale e lo sfrutta per il suo racconto. Non ti troverai mai per dire una Circe vegana o un Ulisse bamboccione.

      Quello è un posto che non ho mai visitato e che mi piacerebbe esplorare. Qui in Italia abbiamo la fortuna che dovunque ti trovi c'è sempre qualcosa da vedere e ammirare.

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