giovedì 1 novembre 2018

Crociata spaziale di Poul Anderson - Recensione -



Crociata spaziale di Poul Anderson è una di quelle strane idee che normalmente nessuno di noi considererebbe fattibili, sopratutto pensando a quanto siano difficilmente coniugare ambietnazione medievale e fantascienza a base di navi spaziali e imperi gallatici. Però Poul Anderson non è un comune scribacchino e nel 1960 scrisse questo interessante romanzo in tre puntate sulla rivista mensile Analog Science Fiction and Fact. L'opera non è considerata una delle produzioni più interessanti dello scrittore ma ha riscosso un notevole successo tra il pubblico.

La trama vede un signorotto inglese, Sir Roger de Tourneville, prepararsi a combattere i francesi per il suo re, nel frattempo però una nave aliena atterra improvvisamente nei pressi nel suo castello. Nonostante l'iniziale spavento e il divario tecnologico mostruoso i soldati inglesi riescono in breve tempo ad avere la meglio sugli alieni, complice anche il fatto che la loro tecnologia avanzatissima si dimostra nei confronti della praticità e della immediatezza delle armi bianche medievali totalmente inutile. Purtroppo un tradimento porterà il lord inglese, i suoi soldati e tutti gli abitanti del borgo a intraprende la più grande delle crociate, quello della conquista dello spazio.


L'opera di Anderson si rivela essere una piacevole lettura e ottimo banco di prova per far scoprire la fantascienza anche a chi non ha mai letto nulla del genere. Certo non si tratta di un capolavoro del genere, ci elementi che funzionano a tratti e il finale è abbastanza tirato per i capelli (forse nel tentativo di rendere tutto fin troppo in stile cavalleresco), la trama non si prende mai sul serio, ma nel suo insieme sa coinvolgere il lettore e l'idea di cavalieri spaziali alla conquista della galassia è decisamente divertente e l'autore riesce bene a tenere vispa l'attenzione del lettore.

Forse il punto debole del romanzo è la mancanza di un conflitto serio, che possa mettere veramente alla prova le abilità di questi temibili villici inglesi, che invece tranne per un tradimento finale hanno sempre gioco facile (anche se vedere il lord inglese sparare smargiassate sempre più grandi per impressionare gli ambasciatori alieni è divertentissimo). Bisogna comunque dire che le motivazioni che portano a queste facili conquiste hanno una parvenza di razionalità che permette di tenere lontana ogni forma di dubbio.

In definitiva un libro divertente da leggere magari sotto l'ombrellone o per far entrare nella fantascienza il più irriducibile dei detrattori.

6 commenti:

  1. Risposte
    1. Sono d'accordo con te. Non è un romanzo di fantascienza da oscar ma l'idea è abbastanza interessante da tenere su tutta la baracca senza annoiare.

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  2. Poul Anderson inseriva spesso la guerra nei suoi romanzi, lo scrittore della guerra aveva una idea molto romantica, raccontava Isaac Asimov che ai tempi del Vietnam lui aveva fatto circolare una petizione contro la guerra, saputo questo Anderson aveva prontamente realizzato una sua contro-petizione a favore del continuo del conflitto da parte degli States.
    Il buon Asimov ci aveva comunque tenuto a far sapere che nonostante questo i due erano rimasti buoni amici.

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    1. Molto interessante, non conoscevo questo particolare, probabilmente Anderson non aveva vissuto in prima persona la seconda guerra mondiale e si poteva quindi adagiare su una sorta di "bellicismo" fantastico.

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  3. Idea piuttosto originale, non c'è dubbio!
    Quando la teoria degli antichi alieni incontra Indipendence Day 😆

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    1. È senza tutto quel patriottismo yankee a rovinare il tutto e il plus cavalieri che spazzano ogni cosa.

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