Durata: 127 min
Dati tecnici: B/N
Genere: biografico, commedia, drammatico
Regia: Tim Burton
Soggetto: Rudolph Grey (romanzo)
Sceneggiatura: Scott Alexander, Larry Karaszewski
La vera storia di Ed Wood è la versione in negativo del sogno americano, infatti nonostante lo scapestrato regista tenti con ogni briciolo di energia di realizzare il suo sogno e diventare un nuovo Orson Welles, gli mancano totalmente il talento necessario per diventarlo. Ed infatti è una persona dotata di fantasia e passione, ma totalmente incapace di guardare in faccia alla realtà, perso com'è nei meandri della sua visione (tanto da approvare senza battere ciglio scene con errori evidenti o accettare attorucoli totalmente incapaci di recitare pur di vedere completato il film). Nonostante tutto Ed Wood con faccia tosta, ottimismo irrefrenabile, parlantina riuscì a coronare in parte il suo sogno realizzando film pessimi, con trame banali e budget risicati, ma in cui traspariva il suo amore nel raccontare una storia.
Altro punto interessante del film è il rapporto di profonda amicizia che legò Ed con l'attore Bela Lugosi, personaggio all'epoca ormai ridotto in povertà e dimenticato da tutti. Nel film è raccontato bene lo strano rapporto di amicizia/sfruttamento che il regista ebbe con questo attore, diviso tra necessità di avere una star di richiamo (per quanto al tramonto della propria fama) e la profonda amicizia/rispetto che lo legava alla vecchia star dell'orrore. Burton riesce a mischiare bene le scene dove ci si commuove per un attore ormai dimenticato e solo che riesce grazie a un regista fallito ad avere un nuovo pizzico di fiducia per tirare avanti (dimostrandosi nonostante il declino dovuto alla droga un attore capace e professionale) e le scene invece dove ti verrebbe voglia di prende a schiaffi il sempre ottimista Ed Wood per la sua volontà di sfruttarlo nonostante sia ormai vecchio e stanco (arrivando perfino ad usare scene di repertorio dell'attore e sostituendolo nelle scene mancanti con un altro attore che si copriva il volto per usare il suo nome nel "film Plan 9 From Outer Space"), rendendo impossibile per lo spettatore capire la vera realtà delle cose. Inoltre è possibile notare un certo paragone tra le figure di Ed ed Bela e quelle tra Burton e Vincent Price.
Molto bella la parte nel film dove Burton fa incontrare in un gioco tra finzione e realtà Wood con il suo idolo Welles , che in una sorta di aulica comunione d'intenti prova gli stessi problemi del suo sfortunato collega. Lasciandoli alla fine del colloquio una importante lezione: "Non permettere mai a nessuno di distruggere i nostri sogni, costi quel che costi".
Buona anche la realizzazione tecnica, che riesce a riportare perfettamente le atmosfere del tempo. Johnny Depp ancora lontano dai ruoli macchiettistici futuri entra perfettamente nella parte, anche il resto del cast si dimostra perfetto per la parte.
Non mancano poi interessanti accenni alla realizzazione dei suoi film, spesso colpiti da da mancanza di denaro, che costrinsero il regista a usare i mezzi più bassi per ottenere finanziamenti (come farsi battezzare dalla Chiesa Battista di Beverly Hills pur di ottenere finanziamenti per realizzare il suo film più famoso).
Un biopic appassionato ed intimista, forse in alcuni punti fin troppo ottimista e che tende a cercare di smussare certi comportamenti del regista, ma molto bello da vedere. Non smette mai di credere ai sogni.
Il mio film preferito di Burton, Scott Alexander e Larry Karaszewski hanno poi scritto un'altra sceneggiatura per un film del genere ovvero People vs Larry Flint di Forman.
RispondiEliminaÈ uno dei film migliori di Burton, nel periodo in cui sembrava che non ne sbagliasse una. Non lo conosco, gli darò un'occhiata.
EliminaDavvero ingiusto l'aver apostrofato il povero Ed Wood come il peggior regista di sempre. Mi viene però da pensare che, se così non fosse stato, Wood sarebbe precipitato nel dimenticatoio.
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Elimina@Elfoscuro scusa ho cancellato il tuo commento per sbaglio.
EliminaProbabilmente sì, non fosse stato per la sua nomea nera oggi nessuno si ricorderebbe di lui. A volte la vita è molto strana.
EliminaSe non ricordo male fu proprio per questa interpretazione che Landau vinse finalmente l'Oscar dopo anni di nomination senza risultato
RispondiEliminaSecondo Enrico Ghezzi questo film è l'unico vero capolavoro di Tim Burton come regista, in parte concordo con Ghezzi- è un film meraviglioso!
RispondiEliminaSicuramente quello più intimo e personale. Il mio film preferito tra quelli diretti da lui rimane "Nightmare Before Christmas" (anche se un piccolo spazio nel mio cuore l'avrà sempre il primo Batman di Burton).
EliminaQuel punto forse il momento più bello del film, ti fa comprendere che forse tra Ed Wood e Welles c'è molta più somiglianza di quello che uno sarebbe disposto a credere. Verissimo, dopo la visione del film ti viene la nostalgia per un tempo apparentemente magico.
RispondiElimina@Nick Si, fu proprio grazie a questa grande interpretazione che vinse l'oscar.
RispondiEliminaUn film triste per un vita triste e malinconica vissuta da questo regista.
RispondiEliminaVerissimo, ma forse è stata proprio la sua vita sfortuna a renderlo alla fine una star. Certo poi uno potrebbe riflettere su cosa se ne possa fare un morto di una tale gloria...
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