venerdì 17 giugno 2022

In viaggio con Pippo - Recensione -

 
Titolo originale: A Goofy Movie
Anno: 1995
Durata: 78 min
Genere: Animazione, Commedia, Avventura, Musicale
Regia Kevin Lima
Soggetto Jymn Magon

Pippo è da sempre associato a un personaggio sempliciotto, con la testa fra le nuvole e adorabilmente goffo. Una vera e propria fabbrica ambulante di gag, perfetta spalla di Topolino o Paperino. Eppure nel corso del tempo il pippide ha saputo modificare e arricchire di nuovi elementi la sua figura a seconda della storia da raccontare (Primeggiando in quella arte di adattabilità, partendo da un canovaccio di caratteristiche base, in cui tutti i personaggi Walt Disney sono maestri). 

Pippo nella sua prima comparsata
Il nostro eroe esordisce nel cortometraggio "La rivista di Topolino" (Mickey's Revue) del 1932, in cui era caratterizzato da un character design che lo dipingeva molto più vecchio di quello attuale ma che già denotava alcune delle caratteristiche lo avrebbero reso uno dei tre moschettieri dello studios. Sarà però con il cortometraggio del 1940 "Pippo e l'aliante" che il personaggio comincerà veramente a... decollare, inaugurando quella collana di brevi episodi intitolata "How to..." (in cui un narratore posato e impostato spiega il tema della puntata mentre Pippo cerca di metterlo in pratica con risultati gustosamente disastrosi) che lo consacrerà definitivamente. 

Nel 1950 lo stile dei corti cambia ancora, viene inserita una comicità più graffiante ma allo stesso tempo più moralizzante, dove Pippo è costretto ad affrontare i dilemmi della società americana del periodo. Sarà proprio da questa serie che nascerà uno dei tanti alter ego di Pippo, forse quello più famoso, George Geef. Una delle caratteristiche più salienti del personaggio è quello di avere una moglie (che credo non venga mai mostrata in volto) e un figlio, Junior. Sarà proprio da questa collana che la Disney prenderà ispirazione per realizzare negli anni 90 la serie "Ecco Pippo!".

Infatti proprio durante la fase del rinascimento Disney che lo studios cerca di ampliare il proprio parco titoli proponendo nuove storie e riscrivendo alcuni vecchi cavalli da battaglia rimasti da lungo tempo ai margini. Sarà proprio da questo progetto che nasceranno da una parte serie nuove come Gummies, Wuzzles e Bonkers e rifacimenti di vecchie glorie come DuckTales, Darkwing Duck, Cip & Ciop Agenti Speciali e  TaleSpin

A prima vista è incredibile pensare che da una serie tutt'al più mediocre come "Ecco Pippo!" sia nato un film acclamato da molti (tra cui il sottoscritto) come uno dei migliori mai prodotti dallo studi Disney. La cosa si spiega con il fatto che l'azienda di Los Angeles in quel periodo aveva intrapreso la strada di creare varie unità produttive nel mondo (le più famose erano quella francese e giapponese), e che principalmente erano rivolte alla realizzazione di serie per la televisione. Il successo di ascolti di alcune di queste spinse alla creazione di film basati sull'universo narrativo di quest'ultime.

Il primo di questi fu "Zio Paperone alla Ricerca della Lampada Perduta" realizzato dalla divisione francese, che pur di fattura accettabile non riuscì ad incassare quanto si era aspettato. Questo spinse la casa madre per il successivo progetto a spendere più risorse e a renderlo a tutti gli effetti una pellicola di alto profilo. 

Il cambio è decisamente radicale, dalla serie di partenza viene quasi potato tutto: da Spoonerville si passa a una comune città americana, del cast dei personaggi secondari rimangono solo Pietro e P.J, dalla scuola media si passa al liceo americano negli anni 90 ecc.

Soprattutto la serie dalle semplici e comiche avventure della serie "Ecco Pippo!" fa un testacoda di 180° e si concentra sul difficile rapporto padre-figlio, in un modo tanto delicato quanto arguto e realistico.

Nel film Max è un giovane liceale un po' goffo che cerca di emergere dalla massa e ottenere l'agognato riconoscimento sociale, vorrebbe imitare il suo idolo musicale Powerline (ricalcato per stile e movenze a Michael Jackson) e conquistare la bella Roxanne. Il ragazzo decide di giocarsi il tutto per tutto, e l'ultimo giorno di scuola organizza uno show non autorizzato dove davanti a tutta la scuola imita le mosse di Powerline, cercando di affascinare la sua amata.

La bella Roxanne

Peccato che questo scateni le ire del preside, che lo mette in punizione e avvisa il padre dell'accaduto (paventandoli un fosco futuro se non lo rimetterà sulla retta via). Angosciato dalla notizia e dalla paura di perdere il legame con il figlio, Pippo decide di seguire il consiglio dal suo amico Pietro di portarlo in giro per il paese con la speranza di rieducarlo. Questo scatenerà una serie di eventi che metteranno a serio rischio il loro rapporto. 

In viaggio con Pippo è un vero e proprio viaggio on the road sul rapporto tra padre e pargolo, dove come nella vita vera ogni scossone o la semplice voglia di seguire la propria strada mette alla prova la struttura del loro affetto. 

Da una parte Max è un ragazzo che ha lasciato indietro la sicurezza spensierata dell'infanzia; adesso teme di diventare un giorno come suo padre (emblematica nella sua efficacia la scena inziale dove si immagina goffo, con dentoni esagerati e il classico verso sciocco del padre), si arrabbia facilmente per quello che trova ingiusto e come tutti i giovani vorrebbe ottenere finalmente l'indipendenza tanto bramata.

Dall'altra Pippo come tutti i genitori trova difficile accettare che il figlio possa lasciare il nido, teme che possa prendere una brutta strada e cerca in qualche modo di riallacciare come può un rapporto che sente si sta sfilacciando. Vuole essere nonostante la goffaggine innata e la testa un po' sognante il miglior padre possibile per suo figlio.
So che è la tua vita, ma volevo farne parte anch’io

Il film nonostante duri poco più di un'ora sa giocarsi molto bene le sue carte. Illustrando con dovizia l'evoluzione della crisi (la scena del parco Opossum, con il suo ritmo sincopato e frenetico, esprime bene il disagio provato dal ragazzo), la  manifestazione della crisi (la modifica del percorso), l'apparente riappacificazione delle parti (ma in realtà basata solo sull'apparenza e non su una reale comprensione del problema), la crisi (ben rappresentata dalla faccia devastata di Pippo che in una scena di transizione viene capovolta, come le sue certezze, per poi inquadrare la faccia colpevole del figlio), lo scoppio e l'accettazione (dove i due per la prima volta si scontrano, mettono in chiaro le proprie idee e riescono a farvi fronte). 

Mi è piaciuto molto che il film metta tanti dettagli secondari ma importanti per farci capire la profondità del loro rapporto. Scene come la zuppa alfabetica, il mulinello, la mossa di pesca al concerto sono delle piccole ma fondamentali pennellate per comprendere: il passato, il rinnovato presente e il futuro dei due (con Pippo che si dimostra un padre comprensivo e affidabile quando il ragazzo finalmente si confida con lui, arrivando a far coronare la promessa che Max aveva fatto a Roxanne prima di partire).

Comunque il topastro in qualche modo deve sempre comparire
A fare da contraltare a questo rapporto problematico c'è quello apparentemente perfetto tra Pietro e P.J. Che in realtà è un rapporto sbilanciato totalmente da una parte (quella di Pietro) e dove all'altro fungere da schiavo. Nonostante questo Pietro è in qualche modo dispiaciuto per Pippo e cerca di avvisarlo del pericolo di fidarsi ciecamente di Max. 

Altro punto forte sono le musiche, veramente orecchiabili e che sono sicuro che vi spingeranno a canticchiarle (o addirittura a ballarle). 

In conclusione "In viaggio con Pippo" è un piccolo capolavoro, che sa raccontare un tema difficile con abilità e tatto, facendo riflettere ambo le generazioni (impossibile non tifare per Max o Pippo a seconda della propria età) ma soprattutto che si sarà sempre padri o figli di qualcuno, nonostante i diverbi o le incomprensioni.

5 commenti:

  1. Beh sì, nel suo piccolo un filmetto memorabile, Pippo poi è un comico nato e ci si diverte sempre ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Macchè filmetto e filmetto... è un FILMONE, un vero classico Disney se paragonato a robetta come il sopravvalutato "Lilo e Stitch" o robaccia affossante come "Encanto".

      Elimina
  2. Bel film! Certo ha dei toni particolari (il preside che dipinge un quadro drastico, Pippo che parte senza pensare e si porta dietro un sacco di roba) e scene particolari. Poi è vero che Pippo è da sempre un personaggi oche si presta a situazioni simpatiche e divertenti! Complimenti per l'analisi perfetta e complessa

    RispondiElimina
  3. "una serie tutt'al più mediocre come "Ecco Pippo!""
    Men che mediocre un cavolo, nel suo generre era una serie fantastica; perfetta in tutto e per tutto, non stupisce affatto che ebbe tanto successo, specie a grazie grandi personaggi inediti decisamente memorabili (Peg Pete la moglie di pietro sututti). Ma poi era ben amagamato l'aspetto da Sit-Com americana del periodo con la più ptipica comicità pippesca, riuscendo addirittura a quadruplicare l'effetto grazie a delle situazioni inedite ed estremamente sopra le righe.

    RispondiElimina
  4. Gran bella recensione, davvero, uno dei miei cartoni preferiti dei tempi delle medie :D
    Ricordo che all'epoca parecchi lo snobbavano, a causa di Max, ma oggi a rivederlo mi rendo conto che si trattava di un gioiello fin troppo incompreso... Di, per caso hai intenzione di recensire il suo "seguito" Estremamente Pippo, ed eventualmente anche la sua serie ispirarice (ti assicuro, per nulla mediocre come credi, anzi...)?

    RispondiElimina