venerdì 10 giugno 2022

Playmobil: The Movie - Recensione -

 
Lingua originale: Inglese
Paese di produzione: Francia
Anno: 2019
Durata: 110 min
Genere: commedia, animazione, avventura, fantastico, musicale
Regia: Lino DiSalvo
Soggetto: Lino DiSalvo

Hans Beck e la sua creatura
Nel 1973 la crisi petrolifera costringe moltissime società a ripensare in modo radicale alla loro produzione, tra di esse c'è la Geobra Brandstätter, società tedesca che produceva giocatoli in plastica di generose proporzioni. L'aumento del costo delle materie prime infatti costringe la società a pensare a una nuova linea di giocatoli di dimensioni ridotte. A capo del progetto viene messo Hans Beck (considerato il padre del brand), che ispirandosi ai disegni dei bambini mette in campo una serie di pupazzi alti 7,5 cm e con una dotazione di pezzi molto dettagliata che saranno poi conosciuti come "Playmobil", diventando in breve tempo un successo commerciale (e una sorta di rivale per i Lego). 

Una rivalità giocattolosa che si è trascinata nel corso di decenni, set dopo set, licenza dopo licenza. Era ovviamente solo questione di tempo prima che la controparte tedesca tentasse una qualche risposta allo strabordante successo di The Lego Movie. Infatti nel dicembre 2019 viene portato nelle sale il film "Playmobil: The Movie", che nonostante le poche velleità artistiche, è risultato alla fine uno dei peggiori flop della stagione (prima che i cinema chiudessero per il covid-19). 

Marla sognava di poter un giorno viaggiare per il mondo, ma l'improvvisa morte dei genitori la costringe a venire a patti con la realtà di tutti i giorni e a badare al piccolo fratello Charlie, che invece spera che prima o poi la sorella torni a divertirsi con lui. Un giorno stufo della situazione il ragazzino decide di uscire senza permesso e di visitare una mostra di giocattoli, tra cui un gigantesco set di Playmobil che sembrano aspettare solo lui per giocare. Arrivata sul posto, la preoccupata Marla vorrebbe riportarlo a casa, ma una improvvisa luce gli catapulta nel mondo dei giochi e starà a loro trovare la strada per tornare a casa. 

I protagonisti del film. Sì, alla fine sono il clone annacquato di qualcosa
Non c'è nulla di male nell'impostare un progetto in modo umile, magari usando tecniche narrative e metafore ben collaudate. Il problema è che il film di Lino DiSalvo vola decisamente basso, il risultato è un film che non fa nulla di originale, battendo senza guizzi di vitalità il terreno del viaggio avventuroso e del recupero del dialogo tra fratelli (elemento preso direttamente da The Lego Movie 2). Il risultato finale è una pellicola veramente noiosa e piatta, ma soprattutto ha il peccato mortale di non sfruttare minimamente il materiale dei Playmobil.

I nostri eroi nel mondo reale
Il che per un film che dovrebbe promuovere il mondo della casa tedesca è veramente un crimine. Certo il film con la scusa del viaggio mette in campo vari mondi, che non sono altro dei set tematici, ma lo fa in modo svogliato e come se fosse un compito da portare a termine nel minor tempo possibile (solo il mondo dei vichinghi e quello di Rex Dasher risultano un minimo più approfonditi). Ora io non sono un fan dei pupazzetti tedeschi ma è possibile che non ci fosse un qualsiasi elemento iconico a cui dare un minimo di spazio? Una sorta di Spaceman della LEGO o un qualche brand da coinvolgere?

Il coinvolgimento del brand nel film è così forte che se si fosse chiamato con il nome di un clone dei LEGO non avrebbe fatto molta differenza. Eppure ahimè nonostante abbiamo pirati, amazzoni, vichinghi, bizantini, trafficanti spaziali e un clone di James Bond (tra l'altro il personaggio più riuscito del film) la storia non decolla mai. Uno spreco di possibilità enorme, che non viene mai sfruttato al pieno delle sue possibilità. 

A quanto COGO movie?


A livello narrativo il film non è malaccio e alla fine porta una sufficienza veramente strascicata a casa. Certo la storia è banale e si dimentica in fretta, ma si è visto di peggio. Non mancano degli elementi implementati malissimo come la morte dei genitori dei bambini protagonisti, buttati nel calderone solo per fare un po' di dramma facile e poi subito dimenticati. Il film ha poi questa strana idea che abbandonare i propri sogni per affrontare la vita (e in questo caso crescere il fratello) sia una pessima idea, dipingendola come un elemento negativo che la ragazza deve risolvere. Capisco dove la sceneggiatura voleva andare a parare (rimanere comunque legati ai propri sogni e tentare ove possibile di realizzarli) ma la cosa viene sviluppata malissimo.

In questo film abbiamo la partecipazione di Cristina D'Avena e J-Ax come doppiatori... Yeeeh!


Veramente pessime le canzoni, che rivaleggiando per complessità dei testi e dello spartito con baby shark e che sembrano inserite solo per aumentare il minutaggio (ci saranno qualcosa come 7 o 9 canzoni in tutto il film). Spesso sono buttate letteralmente a caso e nessuna riesce minimamente a catturare. 

In definitiva un brutto film che non sfrutta minimamente le sue enormi possibilità date dal brand e che perfino come film in se non riesce a tenersi in piedi. Un vero peccato. Lo si potrebbe definire tranquillamente la somma di tutti i dubbi e le paure che ci aveva suscitato anni fa sapere dell'uscita di The Lego Movie.  

2 commenti:

  1. Brutto non del tutto ma dimenticabile decisamente, The Lego Movie dieci volte meglio.

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  2. Beh, a me gia non aveva fatto impazzire il film sul Lego (ed io non so perchè in quest'ultimo decennio c'è stata letteralmente tutta questa ossessione da legomania), quindi credo che questo lo eviterò cautamente... questi giochi sono molto più belli ed efficaci se giocati, non li ritengo materia per farci film, serie o fumetti.

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