lunedì 14 dicembre 2020

Il dottor Miracolo - Recensione -

Titolo originale: Murders In The Rue Morgue
Lingua originale: inglese
Paese di produzione: Stati Uniti d'America
Anno: 1932
Durata: 75 min
Genere: orrore
Regia: Robert Florey
Soggetto: Edgar Allan Poe

Il successo può rappresentare per un attore sia una benedizione, portandoti nell'olimpo delle produzioni hollywoodiane di fama, sia una maledizione, relegandoti ad interpretare lo stesso identico ruolo per il resto della tua carriera artistica. Un esempio lampante di questa contraddizione fu Bela Lugosi, che nel 1931 salì nell'olimpo della celebrità del cinema con Dracula (un "filmetto" che ha solo consacrato la figura del vampiro per come la conosciamo oggi), ma che allo stesso tempo ne segnò il destino in modo indelebile, costringendolo per il resto della sua vita a vivere nell'ombra del conte (complice anche un forte accento ungherese), nonostante la sua volontà di interpretare ruolo più "umani".    

La Universal dopo l'uscita di Dracula sta preparando il suo nuovo film dell'orrore, un altro "filmetto" ispirato a un romanzo gotico di Mary Shelley, Frankenstein (anche questa pellicola ha segnato l'immaginario collettivo, tanto che immaginare il mostro senza gli iconici chiodi o l'ampia fronte sarebbe impossibile). Inizialmente si pensa di far dirigere il film a Robert Florey e far interpretare il mostro a Lugosi, ma dopo qualche prova, gli studios cambiano idea e decidono di far dirigere il film a James Whale e usare Boris Karloff per il mostro. Il film sarà un altro successo per lo studio. Per compensare il duo e sfruttare la rivalità dei due grandi attori, Lugosi e Karloff, la Universal da il via a progetto di adattamento per la storia di Poe "I delitti della Rue Morgue". 

Siamo nella Parigi di metà ottocento, in un circo itinerante il dottor Miracolo (Bela Lugosi) intrattiene il pubblico con uno Erik, un possente gorilla che ubbidisce ai suoi ordini grazie alla capacità del dottore di comprendere la lingua dei primati. Lo show in realtà è una copertura per permettere allo scienziato di compiere i suoi folli esperimenti, volti a confermare la validità della teoria sull'evoluzione dell'uomo dalla scimmia, e creare successivamente un potente ibrido uomo-gorilla tramite l'uso di sventurate ragazze a cui iniettare il sangue del primate (che dovrebbe fungere come una sorta di test di compatibilità per diventare la sua compagna). Visto che le donne non sopravvivono al trattamento, il dottore con l'aiuto del suo aiutante, se ne libera gettando i corpi nella Senna. I ritrovami dei cadaveri insospettiscono il giovane Pierre Dupin, che inizia una indagine che lo porterà a scoprire i piani del dottore appena  in tempo per salvare la sua amata, rapita da un innamorato Erik. L'epica lotta si concluderà nei tetti di Parigi.

Miracolo dammi un Crodino
Il film ha l'ambizione di rivaleggiare con Frankenstein, grazie anche all'ottima fotografia e scenografia, con una trama che ha sulla carta degli elementi molto interessanti per sfondare ai cinema. Purtroppo la pellicola si rivela un debacle totale, un vero e proprio "mostro di Frankenstein " cinematografico, fatto di tanti elementi diversi che però non funzionano.

Il problema del film è che "sa soltanto quello che non è" per citare un famoso film animato. Non è una riproposizione fedele del racconto di Poe, che negli anni sessanta diverrà un ciclo di successo con Corman, visto che dalla storia originale riprendere solo il nome del protagonista e la parte finale del racconto (con la famosa scena della donna incastrata dal bruto primate nella cappa del camino). Come storia dell'orrore fallisce perché la storia in se non ha abbastanza forza orrorifica e il dottor Miracolo non affascina il pubblico, e Florey forse anche per ingraziarsi il pubblico riprende molti elementi dalla pellicola con Boris Karloff e dei topoi del genere (lo scienziato pazzo, il suo assistente deforme, il mostro, la punizione finale ecc); l'idea delle trasfusioni che oggi fa sorridere è uno dei pochi elementi scusabili del film visto che nel 1931 era decisamente impensabile spingersi verso elementi più scabrosi (basti pensare che molti minuti di film furono eliminati dello studio perché ritenuti troppo estremi per il pubblico). 

Io non ho un carattere sanguigno!
Un vero peccato visto che il film ha delle bellissime atmosfere che riprendono molto della forza espressiva del cinema espressionistico tedesco (in particolar modo il Gabinetto del dottor Caligari) e che rivaleggiano per qualità con il pellicola di Frankenstein . Ottimi gli effetti visivi sono decisamente superiori alla media del tempo, da segnalare il fatto che la scimmia è impersonata da Charles Gemora (che avrà una lunga carriera come scimmione). Lugosi da il meglio delle sue capacità attoriali per interpretare il dottor Miracolo, ma la trama semplicemente non lo sopporta nel suo ruolo (complice il fatto che Dupin praticamente per gran parte del film vada a zonzo senza effettivamente combinare nulla e solo quando viene minacciato negli interessi personali comincia a muoversi). Da citare che il film anticipa per alcuni versi il successivo King Kong, sopratutto per il tema della bestia che si innamora della bella e lo scontro finale nei tetti della città. 

In definitiva un film con un grande potenziale ma che fallisce nel rendere questo guazzabuglio di idee qualcosa di piacevole. Ottima la fotografia e la scenografia, che deve molto ai grandi film tedeschi di inizio novecento. Lugosi da una grande interpretazione ma questo film sarà il primo di una lunga serie di errori che faranno scendere la sua carriera sempre più in basso (tanto da finire in povertà a recitare nei film di Ed Wood, famosi per la loro realizzazione con budget praticamente inesistente e sceneggiature di infima qualità).

13 commenti:

  1. Però, sembra abbia buone carte nella sua manica. Gli darò uno sguardo.

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  2. In realtà pare che sia stato Lugosi a rifiutare la parte della creatura di Frankenstein, sostenendo che una vera star non dovesse mai subire troppo il lavoro dei truccatori ma che bastasse la recitazione. Poi mano a mano che la sua stella si affievoliva, complice anche i numerosi insuccessi cinematografici l'attore ungherese fu costretto a tornare sui suoi passi e a recitare nei film della serie dei mostri della Universal prima nel ruolo del gobbo Ygor e poi proprio nella creatura in "Frankestein Meets the Wolfman" del 1943 per finire nell'imbarazzante parodia di se stesso come Dracula ne "Il Cervello di Frankenstein" con Gianni e Pinotto nel 1948. Un destino contrario lo ebbe il suo collega (Che alcune cronache dell'epoca lo vollero come rivale)Boris Karloff che abbandonato il ruolo delo Mostro tornò nella saga senza quasi trucco come scienziato pazzo in "Al di làa del Mistero" (House of Frankenstein") del 1944. Ci sarebbero tante cose da aggiungere riguardo al rapporto tra Lugosi ed Ed Wood, il film di Burton ne scalfisce solo la superfice, tra tutte le pellicole l'unica che ebbe un minimo di successo (più che altro perché perlomeno circolò davvero nel circuito del Drive-In e qualche dollaro d'incasso lo fece) fu "Bride of the Monster" del 1955, quello del famoso monologo "Home. I am not Home". L'ultimo momento di buona recitazione del povero Lugosi.

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    1. Riguardo ai biopic è quello il loro limite naturale, possono dare un'intepretazione che va da quella puramente soggettiva a quella obiettiva. Un po' come la questione aristotelica, l'unica vera fonte rimane l'artista in sé.

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    2. Ho letto da diverse testate questa informazione (compresa IMDb) e pensavo fosse valida. Grazie per l'ottima disquisizione.

      Verissimo, il film di Burton è bellissimo ma in molti punti indora la pillola.

      Bride of the Monster non l'ho mai visto, ma se c'è una versione doppiata o con i sottotitoli gli darò un'occhiata.

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  3. Considerazione interessante la tua, infatti è verissimo che è praticamente impossibile condensare in maniera ottimale tutta una vita in una o due ore di film, qualcosa rimarrà sempre fuori e qualcos'altro verra stravolta per esigenze sceniche. Questo biopic in particolare pur essendo un gran bel film si dimostra infedele in un paio di punti, quello più evidente è il finale dove Burton probabilmente traviato dalla sua natura di fan imbastisce un finale consolatorio con una prima visione con serata di gala in grande stile di "Plan 9". Serata che in realtà non ci fu mai. Riguardo alla fonte dell'artista purtroppo nemmeno quelle sono sempre affidabili, ti faccio un esempio, da appassionato sono un grande lettore di riviste di Cinema di genere come "Nocturno" e non solo, quando intervistano registi, attori o comunque persone coinvolte in un determinato film chiedendogli di parlare dei retroscena o di un determianto avvenimento, per dire...come si comportava Klaus Kinski sul set di una data pellicola o dei motivi dell'astio tra Thomas Miliam e Maurizio Merli ebbene per lo stesso fatto ne uscivano fuori diecimila versioni diverse, una per intervistato. però è vero: anche se tante fonti sono da prendere con le pinze non si può che partire da quelle.
    Un caro saluto.

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    1. Io ho visto che in Italia sono stati tradotti alcuni libri di Ed Wood (purtroppo ho recuperato solo un interessante libro che raccoglie alcune delle sue novelle), anche se purtroppo non sono mai riuscito a prenderli per via degli alti costi.

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  4. "oggi fa sorridere è uno dei pochi elementi scusabili del film visto che nel 1931 era decisamente impensabile spingersi verso elementi più scabrosi (basti pensare che molti minuti di film furono eliminati dello studio perché ritenuti troppo estremi per il pubblico)."
    Consideriamo anche che qui siamo nella famosa era pre-code, dopo le cose sarebbero peggiorate per la libertà artistica di registi e sceneggiatori.
    Comunque sei stato bravo a recensire questa perla del Cinema americano d'altri tempi (errori di battitiura a parte), perchè la prossima volta non lo fai con un altro classico come "La maschera di Fu Manchu" (con Boris Karloff) con il cattivo asiatico per antonomasia, il gran visir di tutti loro.

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    1. Verissimo, il Motion Picture Production Code diede filo da torcere a registi e sceneggiatori (eppure era stato istituto dalle stesse major per aiutarle a risolvere gli eccessi).

      Ti ringrazio, se mi elenchi gli errori li correggerò appena possibile.

      Se riesco a trovarlo ci farò un pensiero. Grazie per la dritta.

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  5. WoW, bella recensione (o retrospettiva, che dir si voglia), pensi vche recensirai altri film con Bela Lugosi, Boris Karloff, Peter Lorre o altri affini... ?

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    1. Sì, prima o poi metterò lo zampino in qualche pellicola ;)

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  6. Non sono per niente esperto del cinema tedesco di quegli anni (ma anche di quello moderno, al massimo conosco qualche serie TV) ma leggendoti concordo sul "un vero peccato".
    Però se mi dovesse mai capitare, ci butterei volentieri l'occhio, almeno per la fotografia e la scenografia, delle quali parli bene. Sono due aspetti che mi affascinano sempre nei film vecchi.

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    1. Credo che ormai siano scaduti i diritti quindi lo dovresti trovare facilmente su internet.

      Sono sicuramente gli elementi più riusciti del film, peccato che per il resto il film sia invecchiato molto male.

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