mercoledì 20 febbraio 2019

Il Grande Gioco - I servizi segreti in Asia centrale di Peter Hopkirk - Recensione -


La storia è da sempre per molti qualcosa di noioso, complice un metodo di studio che per sveltire i tempi serrati tende a ridurre il tutto a pochi eventi significativi, dove l'unica che cosa che conta è ricordarsi a memoria una serie sterminate di date poi dimenticate il giorno dopo. Un vero peccato perché la storia è piena di eventi che potrebbero tenere tranquillamente testa alle più ingarbugliate e appassionati serie tv e film.

Uno dei periodi storici sicuramente più interessanti ma decisamente sconosciuti al grande pubblico è la guerra silenziosa che vide coinvolti per circa un secolo (1800-1905) l'Impero Russo e quello Inglese per il controllo delle ricche zone dell'Asia centrale, una guerra che ricorda per molti versi la successiva guerra fredda tra URSS e Stati Uniti. Una guerra atipica perché combattuta con mezzi poco avvezzi all'arte militare e con le sottili arti della diplomazia e delle spie. Un conflitto che vide spesso come atipici eroi negli esploratori e cartografi, che spesso per necessità dovettero nascondersi dietro a vari travestimenti (come dei precursori di James Bond), in missioni che si svolgevano in terre di cui non sapeva nulla e dove la legge era in mano a sanguinari Khan che bisognava sperare di blandire con regali munifici e confessioni di profonda amicizia alternate ad tante bugie (e molte blandizie).


Un libro che spiega bene nel dettaglio le piccole battaglie, la corsa sfrenata dei due imperi per il dominio di oasi o posti chiave per stoppare l'avanzata nemica. Non una guerra in grande stile ma svolta con una complessa trama fatta di piccoli colpi di mano, propaganda, sotterfugi per far passare il nemico come la parte perdente, l'uso della cartografia per creare mappe di luoghi completamente sconosciuti, il superamento di catene montuose pericolosissime e infestata da predoni e banditi. L'isteria collettiva che colpiva ora una ora l'altra parte alla notizia di una qualche sconfitto o vittoria dell'avversario.

Peter Hopkirk riesce a narrare divinamente una storia complessa con il cipiglio dello storico ma senza rinunciare a dare al tutto una scorrevolezza narrativa da romanzo (se seguite la trasmissione "Passato e presente" ricorda molto lo stile colloquiale del Prof. Barbero). Narrandoci in modo appagante le anticipazioni che portarono la Russia e l'Inghilterra a scontrarsi per il dominio della zona, le loro mosse politiche e militari, la tragica fine di alcune e la gloriosa conclusione di altre.
Una serie di storie che come già detto non trasfigurirebbero in un romanzo o film/serie tv. Basti pensare a Robert E. Howard ha fatto svolgere le avventure di due suoi eroi (El Borak e Kirby O’Donnell)  proprio in quel pericolo periodo storico ma allo stesso tempo molto affascinante. 

Un libro caldamente consigliato, sopratutto per scoprire un periodo decisamente sconosciuto che sembra uscito da un romanzo di James Bond. 

Ringrazio il blog Strategie Evolutive e il suo blogger Davide Mana per avermi fatto scoprire questo fantastico libro. Ovviamente una visita al suo blog è caldamente consigliata. 

4 commenti:

  1. Decine di film sopratutto negli anni '60s hanno affrontato il tema del Grande Gioco, di solito dalla parte degli inglesi (ovviamente in quel periodo i russi anzi i sovietici erano il "Nemico" per eccellenza) però i colpi bassi, le furberie spionistiche vennero effettuate da entrambe le parti.
    Il tutto sulla spalla delle popolazioni locali che ne pagano le conseguenza ancora oggi.

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    1. Non sapevo dell'esistenza di questo filone di film. Mi sai consigliare qualche titolo?

      Verissimo, tra inglesi, russi e americani l'Afghanistan non ha mai trovato la pace che meritava.

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  2. Concordo totalmente sulla storia, odiata a scuola ma riscoperta da grande. Infatti questa guerra mi è del tutto ignara.
    Mi piace questa guerra atipica.
    Ti ricorda i romanzi di Bond per lo spionaggio o altro?

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    1. Verissimo, è un argomento che può dirci tantissimo ma che viene esplorata malissimo.

      Mi ricorda il detective inglese anche per il costante pericolo di scoppio di una guerra quasi planetaria (Russia e Inghilterra in quel momento avevano quasi il mondo intero sotto il loro dominio), scuole di spie addestravano agenti per missioni di cui oggi non ci rimane nulla, generali che con la complicità dei superiori potevano usare i loro eserciti per conquistare la gloria e terreni asiatici per la nazione ecc. Praticamente James Bond ci si sarebbe trovato benissimo.

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