Paese di produzione: Canada, Germania, Francia
Anno: 2016
Durata: 134 min
Genere: drammatico, biografico, sportivo
Regia: Stephen Hopkins
Sceneggiatura: Joe Shrapnel, Anna Waterhouse
Nel 1936 a Berlino stanno per svolgersi le undicesimi olimpiadi; mentre il mondo sportivo è dilaniato dal dilemma se partecipare ai giochi organizzati da un governo dittatoriale e xenofobo, Jesse Owens, giovane corridore di colore decide di partecipare alle olimpiadi per dimostrare che lo sport può vincere anche sull'odio razziale.
L'Olympiastadion di Berlino durante lo svolgimento dei Giochi olimpici del 1936 |
Il film diretto da Stephen Hopkins si dimostra una godibile visione, anche se viziata da palesi errori di sceneggiatura e di regia della figura dell'atleta Jesse Owens. Il film riprende la formula sempre vincente nel cinema americano del riscatto personale attraverso lo sport. narrando le vicende di Owens dagli esordi nell'università statale dell'Ohio fino ai giochi olimpici di Berlino del 36. Sicuramente la parte più riuscita del film è quella che vede interagire Jesse Owens (interpretato dal bravissimo Stephan James) con il suo allenatore Larry Snyder (Jason Sudeikis decisamente azzeccato per la parte), il rapporto di sincera amicizia che si instaura tra i due è ben narrato e le battute che i due si cambiano sono ottime. I due attori recitano davvero bene insieme e hanno un buon Feeling durante le riprese. Le ricostruzioni storiche sono buone, ricreando ottimamente gli ambienti e il sapore storico dell'epoca. La Cgi fa un buon lavoro, anche se guardando attentamente si posso riscontrare delle imperfezioni estetiche (sopratutto le bandiere risultano finitissime e dalla rigidità ragguardevole). Hopkins regala una regia buona senza particolari ricadute ma senza nemmeno particolari picchi. Ottima la prima metà del film (quella ambientata in america per intenderci), nella seconda parte il film diventa confusionario in più punti e molti argomenti trattati sono a malapena abbozzati o accantonati dopo averne accenti per esigenze storiche. Sopratutto le figure di Joseph Goebbels (Ministro della propaganda nazista) e Leni Riefenstahl (regista del film colossal Olympia, voluto da Hitler per glorificare l'evento per i posteri) risultano nel film pochissimo sviluppate e lasciate volutamente abbozzate, messi su pellicola solo per esigenze storiche, ma che se meglio sviluppate potevano avere interessanti sviluppi all'interno del film. Come detto sopra il film presenta diversi errori storici che solo voluti per esaltare la figura sportiva di Owens e mitigare in parte il regime di segregazione razziale vigente negli stati uniti.
Race - Il colore della vittoria è un buon film di riscatto, sicuramente non il migliore ma nemmeno il peggiore. Se riuscirete ad chiudere gli occhi su una regia piuttosto piatta e qualche errore storico grossolano riuscirete a godervi un buon film.
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