Commando Ninja - Recensione -

 

Il nostro Hunter

Durante la guerra del Vietnam un gruppo di berretti verdi, guidati dal muscoloso John Hunter, si imbatte in una pattuglia di Ninja (con tanto di Ninja Predator) e di dinosauri che gli falciano in poco tempo. Passano gli anni e adesso il nostro Hunter è un padre divorziato che vive nei boschi canadesi. Un giorno il suo ex commilitone lo informa che un potente signore della droga e il suo esercito ninja, con mire di dominio mondiale, hanno rapito sua figlia. Ovviamente il nostro eroe non può rimanere indifferente alla sorti della figlia e scatena una lotta all'ultimo sangue che lo riporterà a rivivere il suo passato.

Chi è cresciuto negli anni 80 oggi ha tra i trenta e i quarant’anni di età, in un periodo della propria vita che porta sempre a pensare con nostalgia ai miti della propria infanzia (e non aiuta il fatto che alcune delle saghe più amate provengano proprio da quella decade). Un sentimento che spinge le persone a spendere tempo e denaro dietro a prodotti che gli ricordino quelle atmosfere (molto spesso idealizzate e migliorata rispetto alla realtà). Non è quindi strano che sia Hollywood, con prodotti costosissimi ma non sempre di grande successo, sia piccoli fan, che cercano di mettere i loro desideri su celluloide i loro desideri, stiano producendo molti remake/omaggi ai miti degli anni 80.

Una sottile citazione a Casablanca?

Commando Ninja si inserisce in questa nuova categoria di prodotti, cercando di replicare il successo di Kung Fury (di cui sta per uscire il seguito). Benjamin Combes (filmmaker francese al suo esordio dietro una macchina da presa, dopo aver lavorato per un decennio come creatore di trailer per videogiochi) ci mette tutta la passione che riesce a spremere dal suo cuore nerd per la realizzazione di questo film. Il risultato è carino, soprattutto nel tripudio di omaggi a pellicole come: Commando, American Ninja, Predator e i film con i ninja di Godfrey Ho. Apprezzabile l'idea del regista di realizzare un universo di prodotti legati alla storia del film. 

Il mio personaggio preferito

Benjamin butta giù un copione e come vuole l'usanza dei nostri tempi lo propone su Kickstarter dove ottiene un discreto successo, ottenendo ben 30.000 euro (a fronte di una richiesta di 15.000). Una inezia per un qualsiasi prodotto di alto budget ma Combes come la vecchia scuola cinematografica italiana degli anni 80 riesce a sfruttare fino all'ultimo centesimo, puntando tutto su un esplosione di effetti vecchia scuola, che pur nella loro assurdità in un contesto demenziale come la storia di Ninja commando funziono benissimo (perlomeno la maggior parte delle volte).

Il regista ci crede così tanto nel progetto da buttare nella trama del film qualsiasi uscito in quel decennio che gli passi per la mente (con la trama del film Commando a fare da impalcatura generale). Il risultato è un film godibile, ma senza una propria personalità che lo faccia emergere dalla massa (basti pensare solo ad Hackerman o l'idea geniale di Hitler maestro di Kung Fu di Kung Fury). Una ondata di citazioni, che per i primi minuti può far felici i fan che ne riescono a cogliere i rimandi, ma che alla lunga rischia di affogare un film che già di suo non brilla per un ritmo serrato o perlomeno stabile.

In definitiva un film divertente e nostalgico, purtroppo la marea di citazioni messe dentro al calderone finiscono per affossare il film e toglierli quel minimo di personalità che ogni pellicola dovrebbe avere per emergere.