lunedì 19 novembre 2018

Il Grande Dio Pan di Arthur Machen - Recensione -


Arthur Machen non è di certo un autore che spunti facilmente nella memoria del genere horror, di quelli che basta sussurrare l'opera x per attirare subito sguardi di complicità nel lettore a voi più prossimo o l'autore che ha ricevuto mille adattamenti filmici dal proprio romanzo. Machen è in verità un personaggio che ha goduto e gode di un forte influsso nel panorama letterario, basti pensare che autori come Howard Philip Lovecraft (scrittore che stravedeva per Machen, tanto da omaggiarlo e citarlo in molti suoi scritti) e King hanno ricevuto una forte influenza dalla prosa dell'autore anglosassone.


Arthur Machen, vero nome Arthur Llewelyn Jones (il cognome Machen è preso dalla famiglia della madre), nasce a Caerlon in Galles nel 1863. La sua vita sarà sempre caratterizzata da continui e repentini cambi di fortuna, il primo dei quali lo porterà a non concludere mai gli studi universitari a causa delle difficoltà economiche sopraggiunte per alcuni investimenti sbagliati. Machen sarà quindi costretto a svolgere vari lavori, tra cui il giornalista e a farsi strada in una soffitta colma di libri esoterici per redigere il catalogo di una libreria, cosa che gli fornirà molto del materiale necessario per la redazione nel 1891 del suo libro più famoso "Il grande Dio Pan". Libro che non viene accolto benissimo nel clima puritano dell'epoca vittoriana, forse anche complice i fatto che "Il Grande Dio Pan" ne mostra il lato più oscuro e morboso espresso in un latente desiderio di spiritualità e un interesse segreto per l’occulto (che nel racconto viene rappresentato benissimo dal personaggio di Clarke), con il Dio Pan elevato a potere primordiale della natura contro il potere della scienza e della filosofia materialista del tempo. Vittima del suo stesso successo nel genere decadentista Machen finirà per rimanerne intrappolato, tanto che i suoi successivi racconti non avranno moltissimo successo, facendolo finire nuovamente in povertà.  Solo durante la prima guerra mondiale ritroverà un effimero successo con la storia degli Angeli di Mons. Anni dopo grazie all'aiuto di amici e conoscenti riesce a ottenere un piccola pensione che gli permette di vivere serenamente la sua vecchiaia, morendo a 87 anni nel 1947.


La trama vede il dottor Raymond dopo anni di affannose ricerche nel campo delle scienze occulte per portare a compimento il suo più grande esperimento, quello che porterà a squarciare definitivamente il velo che separa il nostro mondo da quello spirituale, purtroppo per lui l'esperimento ha un esito nefasto e mostruoso per la giovane cavia Mary. Molti anni dopo, inizia a Londra una serie inspiegabile di suicidi che colpiscono misteriosamente solo uomini benestanti, che vengono ritrovati con una espressione di profondo orrore, portando la città in una spirale di paura sempre più forte.

L'opera di Machen è un degno precursore dell'orrore esterno o cosmico, dove il pericolo è sempre celato e mai mostrato interamente, lasciando al lettore il compito di creare la propria immagine di terrore nel subconscio. Non manca poi una certa tematica fantascientifica vittoriana, volta in questo caso al negativo, sopratutto nelle nefasta opera del dottor Raymond. L'opera si può far rientrare nel canone decadentista dell'epoca visto che tratta temi come: l'occultismo, il paganesimo, l'erotismo (volto più studiarne gli effetti nel prossimo che nel senso più volgare del termine), diversità sessuale, femme fatale, morti violente e strane, indagini e critiche all'identità borghese.

Certo oggi Grande Dio Pan può sembrare banale e a tratti noioso, forse anche troppo sconnesso nelle sue parti. Rimane comunque un pilastro del genere, sopratutto per l'idee espresse e lo sviluppo abbozzato dell'orrore esterno e oscuro invece che palese e micidiale.

Bisogna fare i complimenti a Adiaphora edizioni per la cura messa nella propria edizione e per la bellissima copertina, veramente in tema con la storia e temi trattati nel racconti.

6 commenti:

  1. Come hai detto tu stiamo parlando di uno dei grandi padri del fantastico moderno ma che non viene mai ricordato come meriterebbe.
    Mettiamola così anche la sua fama d'autore ha goduto di alterne fortune anche dopo morto.

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    1. Verissimo, purtroppo è un destino che colpisce moltissimi autori dalle ottime qualità. Mi spiace moltissimo vedere autori come Le Guin, Terry Pratchett (che andrebbe letto nelle scuole per quanto è divino nello scrivere), Leiber ecc non avere la fama che meritano.

      L'obbiettivo di questi post è anche quello di incuriosire il prossimo e far scoprire autori fantastici ma ingiustamente dimenticati.

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  2. Ammazza che sfortuna, porello!
    La trama di questo libro mi intriga, sembra un po' Linea Mortale nella morale: fatti i cazzi tuoi e non andare a svegliare i tuoi demoni 😝
    Comunque ottimo lavoro, è sempre un bene far conoscere certi autori ingiustamente dimenticati 👍

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  3. Molti grandi autori erano molto avanti rispetto ai loro contemporanei e spesso non venivano compresi.

    Vero, ma se il protagonista non aprisse "il vaso di Pandora" la storia non si svilupperebbe e come insegna la storia infinita non ci sarebbe altro che il nulla.

    Grazie, il tuo commento mi fa molto piace.

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  4. Beh io ritengo quest'opera uno dei pilastri fondamentale della letteratura weird insieme a "La casa sull'abisso" di Hodgson e "I salici" di Blackwood. Non a caso tutti titoli celebrati da Lovecraft.

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    1. Seguendo i consigli di Lovecraft non si sbaglia mai. De "La casa sull'abisso" ne ho parlato su questi lidi qualche tempo fa.

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