sabato 20 ottobre 2018

Revolution in Toyland/Vzpoura hraček (1946) - Recensione -


Diretto da Hermína Týrlová, Frantisek Sádek
Paese: Cecoslovacchia, 1946
Genere: Animazione, Corto, Per famiglie, Muto
Durata: 13 minuti

La trama vede un soldato nazista (anche se l'aspetto ricorda più un ufficiale della Gestapo/SS) entrare in un negozio di un giocattolaio in cerca del proprietario perché indispetitto dalla visione di un giocattolo con le sembianze di Adolf Hitler (in alcuni siti si afferma che il giocattolaio nasconda messaggi per la resistenza nei giocattolini ma non ho trovato conferme a questa affermazione). Non trovando nessuno il tedesco comincia a sfasciare i giocatoli, ma questi dopo poco tempo passano al contrattacco e dopo una breve lotta lo costringono a una rovinosa ritirata. 

Internet è un luogo molto strano, dove si trova spesso il peggio della natura umana, però c'è anche molto di buono anche se spesso tendiamo a dimenticarlo. Infatti tra i vari tweet ho trovato una gif di questo film, che mi ha incuriosito moltissimo, tanto da ricercare il film per vederlo. 

Il fiero e intelligente soldato teutonico
Revolution in Toyland/Vzpoura hraček è un cortometraggio che risente ancora molto della periodo dell'occupazione tedesca, risultando in una sorta di esaltazione della resistenza locale che aveva permesso l'uccisione di grandi capi della Germania nazista come Reinhard Heydrich. La trama non è particolarmente sviluppata, ma non mancano interessanti analisi come: la pistola dell'ufficiale nazista come simbolo del potere violento delle forze armate, che non si fanno problemi ad usarla con i più deboli (in questo caso i giocattoli); l'astuzia e il genio dei pupazzi di legno, rappresentazione del popolo, che con l'unione riescono a battere un nemico decisamente più grande e pericoloso; la banalità del male che sceglie le forme non proprio virili di un uomo quasi calvo e poco muscoloso per rappresentare il burocrate pronto a mandare a morte persone innocenti ma che in azione si dimostra un totale incapace ecc. 

Le animazioni in passo a uno sono ottimamente realizzate da Hermína Týrlová, una vera esperta nel settore, e riescono a dare una chiara espressività alle facce dei giocattoli. Sopratutto nelle animazioni il film da il meglio di se, con personaggi ben movimentatati, molto dettagliati nei particolari, anche in gruppi numerosi. 

Oggi giocattoli di questa fatta farebbero felici i collezionisti
di tutto il mondo
Certo il paragone con il più ben noto Toy Story verrebbe facilmente alla mente ma si tratta di due film sostanzialmente molto diversi. In Revolution in Toyland i giocattoli non hanno una chiara caratterizzazione, al massimo alcuni personaggi godono di una basica caratterizzazione di ruolo (pompieri, soldati, animali), ma nulla di così memorabile. Sopratutto la vitalità dei giocattoli è più una questione di sopravvivenza/magia che qualcosa di dovuto a una propria vita secondaria, oltre a simboleggiare la rivolta vittoriosa del popolo cecoslovacco alle prevaricazioni della Germania nazista (rappresentate dalla pistola del soldato). 

La scena più bella del film è sicuramente l'assalto finale dei giocattoli, con tanto di soldatini, cannoni e aeri pronti a sparare petardi e piccoli proiettili al soldato tedesco, che poco dopo scappa in una vergognosa ritirata dalla finestra dopo aver ricevuto il giocattolo a forma di Adolfo li dove non batte il sole. 

La regista del film Hermína Týrlová

In definitiva una piacevole scoperta,  animazioni veramente stupende e una storia semplice ma funzionale allo scopo. Certo sarebbe stato più interessante vedere una battaglia tra giocattoli nazisti guidati dalla marionetta Adolf contro i soldati e giocatoli buoni, ma probabilmente sarebbe uscito qualcosa di veramente troppo confusionario e banale. 

8 commenti:

  1. L' animazione cecoslovacca con i suoi pupazzi animati del dopoguerra è rimasta famosa. Fu un enorme mezzo espressivo. Peccato che dopo la fine del comunismo da un momento all'altro anche quella esperienza finì da un momento all'altro.

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    1. Hai ragione, il blocco sovietico produsse film di animazione di qualità eccelsa che da noi non arrivano o non ebbero lo stesso successo (il format "storie della mia infanzia"). Per fortuna internet ci permette di riscoprire queste perle del passato.

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  2. Immagino, dev'essere un gioiellino: lo vedrò sicuramente.
    Amo l'animazione (con ogni tecnica) vintage, e questa poi ha anche un fattore storico non da poco^^

    Moz-

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    1. È molto bello, sopratutto se si adoro le animazioni in vecchio stile. Il fattore storico qui è decisamente alto, sopratutto nel fattore della storia dell'animazione nel blocco sovietico.

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  3. Ammazza cosa sei riuscito a tirare fuori!
    Un gioiello da recuperare.
    Dalle immagini sembra un prodotto recente, fatto in vecchio stile.
    Pazienza se accusa gli anni che ha.

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    1. Grazie, è una bella chicca.

      Un po' si ma il suo fascino sta in parte proprio nel suo sviluppo desueto.

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  4. Ciao, approdo finalmente nel tuo blog.
    Questa è veramente una chicca, non mancherò di parlarne ai miei alunni e, se riesco, a farglielo vedere.
    L'ho visto e non è niente male, soprattutto considerando l'epoca. Un fulgido esempio di stop motion.
    Forse l'aspetto più rivoluzionario è che a girarlo sia stata una donna. :)

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    1. È un vero piacere averti qui.

      Mi fa molto piacere, nel caso tieni aggiornato sulle loro impressioni.

      È un prodotto veramente carino, fin dalle prime immagini su internet mi ha colpito positivamente. Hermína Týrlová è una figura molto importante nella filmografia cecoslovacca, sopratutto per la sua abilità nel gestire film in stop motion, forse dipeso anche dal fatto che suo padre era un burattinaio e quindi era abituata ad muoversi in un ambiente pieno di giocattoli.

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