lunedì 9 ottobre 2017

Ghost in the Shell (2017) - Recensione -


Anno: 2017
Durata: 106 min
Genere: azione, drammatico, fantascienza, poliziesco, thriller
Regia: Rupert Sanders
Soggetto: Ghost in the Shell di Masamune Shirow


Nel futuro la razza umana fa abitualmente uso di costosi innesti cibernetici per migliorare la propria vita. Ciò porta alla creazione di nuovo crimini legati a questa nuova realtà, per arginare tale crimine viene creata la Sezione 9, guidata da Mira Killian (primo esemplare di essere umano con un corpo totalmente cibernetico, a cui viene associato un cervello umano). La squadra si troverà invischiata in un misterioso caso che vede contrapposta la Hanka Robotics (industria responsabile della creazione del corpo della ragazza) e un misterioso individuo che sta eliminando l'uno dietro l'altro gli scienziati coinvolti con l'azienda.

Sia il manga di culto del 1989 di Masamune Shirow, sia i film tratti da esso da Mamoru Oshii sono tra i miei prodotti preferiti per quanto riguarda Cyberpunk giapponese, quindi potrete immaginare con quanta ansia aspettassi l'uscita di questo film, sopratutto visto quanto gli yenkee si siano dimostrati scarsamente capaci di adattare un prodotto estero al loro gusti. Alla fine della visione posso tranquillamente affermare che ci troviamo di fronte a una delle migliori trasposizioni di un prodotto giapponese fatto da Hollywood, ma si tratta di una amara vittoria di Pirro (e un gigantesco flop per il film).

Lasciando perdere le accuse di Whitewashing mosse alla produzione della parte più scema e in perennemente contraddizione con se stessa di internet (buoni solo per far trovare un comodo escamotage per giustificare il flop del film), a mio avviso totalmente ingiustificate nel film, anche perché i problemi grossi del film si trovano altrove. Infatti la maggior parte degli attori americani impersona bene la propria controparte animata, sopratutto il maggiore (Scarlett Johansson) e Daisuke Aramaki (Takeshi Kitano) azzeccatissimi nei ruolo ruoli, anche se bisogna dire che Scarlett non si dimostra mai convintissima del proprio ruolo.

Il film si dimostra visivamente d'impatto, con ambienti ben realizzati e tutto sommato accattivanti, una buona CGI insomma, con una buona dimostrazione di una città a metà tra New York e Hong Kong. Le Geisha robot sono spettacolari quando compaiono in azione (anche se anche qui, come in molte altre scene, ripresa dai film animati). Il problema? È che il film dimostra una totale mancanza di azzardo (questa parola risuonerà spesso in questo film) e immaginazione, riducendosi a una tristissima riproposizione del mondo come inteso da Blade Runner trenta'anni prima, con tanto di gigantesche pubblicità con Geisha ammiccanti tra i palazzi. Capisco che Blade Runner sia un cult intramontabile, ma la fantascienza filmica americana dovrebbe liberarsi di questo scomodo fantasma.

Mi è poi piaciuto molto il fatto che il maggiore debba dare sempre il proprio consenso vocale prima di subire i vari interventi di riparazione, in una sorta di formula del consenso che ricorda molto le procedure d'installazione dei nostri pc/smarthphone, e che potrebbe essere veramente un spiraglio del nostro futuro. L'unico elemento a mio giudizio dove il film si dimostri più innovativo della sua controparte animata, peccato che poi la cosa rimanga lettera morta.

Il problema grosso di questo film è il fatto che il materiale di partenza è stato fin troppo semplificato. I dubbi filosofici e umani dietro la tecnologia sono ridotti a blande frasi di circostanza, c'è una nettissima distinzione tra buoni e cattivi in modo che lo spettatore non si debba sforzare troppo (mancavano solo i baffi e il mantello da operetta per il cattivo ed eravamo a cavallo), motivazioni così blande da sembrare un cartone animato, dialoghi totalmente inutili per ribadire l'ovvio e allungare il bordo di una sceneggiatura che altrimenti non avrebbe nulla da dire dopo 30 minuti. Il dictat finale sembra essere quello di evitare qualsiasi azzardo di riflessione, anche sulle cose più banali, tanto che gli sceneggiatori sembrano fare i salti mortali per dare giustificazione a tutto, anche quando non sarebbe necessario. Certo alla fine il film ne guadagna in scorrevolezza e le scene d'azione sono ben fatte (anche se Rupert Sanders si dimostra incapace di dare una sua visione al film e si limiti a riproporre le scene iconiche del film di Oshii, con qualche scena a fare da collante), ma a che pro? Emblematica a questo punto è la scena del netturbino, riproposta fedelmente dal film anime, ma eliminando totalmente il dramma del personaggio che si ritrova un passato non suo e per giunta totalmente falso, ma che il film usa solo come escamotage per far andare avanti il film.

In definitiva il film sembra la sagra del vorrei ma non posso, anche quel poco di azzardo che ci viene mostrato è sempre calcolato (come la scena presente nel trailer del bacio saffico tra il maggiore e una ragazza, opportunamente scomparso nel film), in modo da cercare di non scontentare nessuno. Un film che visivamente rimane d'impatto, ma che non riesce a scrollarsi di dosso quella patina anni 80 e cyberpunk d'annata. La trama va liscia come un treno, ma non lascia nulla dietro di se e dopo pochi minuti dalla visione il film si dimentica facilmente. È un vero peccato che non ci sia stata una maggiore volontà di rischiare con una trama che riprendesse meglio il messaggio cyberpunk di Oshii e Shirow. Un bel film da noleggiare, ma che non riesce a tenere il passo con il suo illustre papà. 

12 commenti:

  1. L'ho volutamente saltato, ma in televisione lo vedrei.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Come onesto film di fantascienza per la tv va benissimo, ma come pellicola tratta dal mondo di Shirow e Oshii non ha molto da offrire.

      Elimina
  2. Come fai a liberarti dello scomodo fantasma di Blade Runner se ora è persino tornato al cinema?
    Purtroppo, quando un'opera detta legge, lo fa in eterno e c'è poco da fare... XD
    Amo GitS in versione animata, ho la vhs e il dvd. Ma questo film l'ho saltato; forse in tv lo vedrei.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione, ma passati 35 anni dall'uscita di quel film... la fantascienza dovrebbe andare avanti.

      Io l'ho preso al noleggio perché non avevo voglia di aspettare che arrivasse in tv. Comunque se spegni la testa ed eviti di pensare alla saga, si riesce anche a trovarlo carino, ma se lo associ al film anime/manga sembra il riassunto svogliato di uno studente della scuola media.

      Elimina
    2. Eh, caro Long John, ma io AMO GitS, come faccio a evitare di pensarci?^^

      Moz-

      Elimina
    3. Da appassionato di animazione giapponese ti comprendo benissimo.

      Elimina
  3. Che gli americani avrebbero rimasticato e pre-digerito la complessità di Shirow per il pubblico occidentale mediamente bue si sapeva dall'inizio, non è una gran sorpresa.
    Fingendo che Ghost in the Shell non sia mai esistito il film in sé non è nemmeno così male anche se si dimentica dopo poco tempo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sono d'accordo. Magari cercando di scrivere una storia originale (partendo dal manga di Shirow per dire) e non un copia e incolla del film di Oshii poteva uscire un piccolo gioiello, ma probabilmente sto chiedo troppo ad Hollywood.

      Elimina
  4. Peccato, alla fine è stata un'occasione mancata.

    RispondiElimina
  5. Da citare Kojima "La fedeltà al film rispetto all'anime originale è indiscutibile. Sono un grande fan di Ghost in the Shell ma non posso fare a meno di notare che il film è veramente in trappolato nel guscio dell'originale. In altre parole, a mio avviso, la pellicola non riesce ad avere una sua identità"

    Ho notato anche che il film si è preso la libertà di mettere assieme sia i film di Oshii che la Stand Alone Complex di Kamiyama unendo lo stile prettanente action della serie Arise.

    Peccato che il film come dici tu, non sia ne carne e ne cyborg. Serviva una visione molto più personale ed un regista più presente a livello di trama.

    Si lascia guardare, ma Kitano ne le sue esplosioni di violenza sono state ben accolte...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Kojima ha riassunto benissimo i problema del film.

      Sul mix di stile hai ragione. Il problema del film è che sembra tutto preso a caso dai materiali precedenti e senza un linea guida.

      Kitano è talmente mitico che da solo riesce quasi a risollevare il film.

      Elimina