lunedì 13 marzo 2017

Il giardino delle parole di Makoto Shinaki - Recensione -


Titolo originale: 言の葉 の 庭
Paese di produzione: Giappone
Anno: 2013
Durata: 46 min
Genere: sentimentale, scolastico, slice of life
Regia: Makoto Shinkai
Soggetto: Makoto Shinkai
Sceneggiatura: Makoto Shinkai
Storyboard: Makoto Shinkai


Takao è uno studente delle superiori di 15 anni con il sogno di costruire scarpe come futuro lavoro. Nei giorni di pioggia ama marinare la scuola per concentrarsi sul suo sogno, fermandosi all'interno di un giardino in stile giapponese per esercitarsi. Sarà proprio in un giorno di pioggia, all'interno del parco che incontrerà Yukari Yukino, una misteriosa ragazza di 27 anni. I due uniti dalla necessità di ritrovare un rifugio silenzio, finiranno  per affezionarsi sempre più alla discreta presenza dell'altro, con la complicità della stagione delle piogge. Ma il tempo passa e le giornate di pioggia stanno per finire... 

"In fondo tutti gli esseri umani hanno qualche rotella fuori posto"



Devo provarlo anch'io l'accostamento birra e cioccolata.
Le giornate di pioggia sono eventi particolari, momenti adatti per una riflessione interiore, di raccoglimento, per preparare le energie per un grande balzo. Takao è un ragazzo che vive una situazione famigliare difficile, la madre è divorziata e ha relazioni con uomini più giovani, il fratello maggiore è pronto per il grande balzo e vivere da solo, quindi Takao deve crescere in fretta per gestire la casa e realizzare il proprio sogno (come dice il fratello maggiore la madre sembra molto più giovane della sua età, mentre lui invecchia precocemente al suo posto). Dall'altra parte abbiamo Yukari, una giovane donna che per un evento traumatico ha perso il coraggio di combattere, complice un sentimento di malinconia dovuta dal fatto di non essere compresa nel suo dolore se pur tratta con gentilezza (quasi fosse un vaso delicato). Entrambi però trovano nel giardino giapponese durante le giornate di pioggia un luogo lieto per fuggire un po' dalla pressante e asfissiante realtà ed essere solo se stessi, avendo affianco una persona che riesce ad avere fiducia nell'altro (cosa che causerà alla fine delle incomprensioni in Takao, poi facilmente risolte) senza secondi fini, come due candele in un mare di oscurità. Sarà proprio questi periodici incontri a far nasce nei due un forte ma tacito senso di comunanza, tanto da sfociare in un affetto profondo (tanto da poter essere scambiato quasi per amore) e dare la forza ad entrambi di uscire dal proprio statico limbo e andare avanti e finalmente trovare un posto nel mondo.

Interessante anche il ruolo della pioggia, che sembra quasi un terzo personaggio che scandisce con la sua presenza o meno gli incontri tra i due, ma che allo stesso tempo sembra a seconda della forza del suo scrosciare dare esteriorizzazione fisica ai sentimenti che intercorrono tra i due.

"Adesso che ho ventisette anni, non mi sento minimamente più saggia di quando ne avevo quindici. Forse sono l'unica ad essere sempre rimasta nello stesso posto"   

Una cosa che mi piace molto di questo film è la cura per i dettagli, basta guardare i riflessi sulle superfici bagnate per rimanere affascinati per la quantità e la cura con cui sono riprodotti. Se si guardano delle foto reali e le si compara a scene prese dal film in alcuni casi si fa fatica a notare differenze per quanto sono ben realizzati gli sfondi. Una vera e propria gioa per gli occhi. Anche nei dettagli molto banali come accessori o vestiti si nota una ricerca particolare e ben riuscita, cosa che da una naturale freschezza e realismo ai personaggi.

Belle le musiche, dove si nota il gusto di Makoto Shinkai per l'accompagnamento musicale. Sopratutto la canzone principale "Rain" composta da Senri Oe nel 1988 e rifatta appositamente per il film da Motohiro Hata, che riesce bene a ricreare le atmosfere del film

Davvero bella la cura nei dettagli in questo film
Forse il difetto principale a mio giudizio è la sceneggiatura, di fatto quarantatré minuti non sono sufficienti per sviluppare al meglio la storia, sopratutto in alcuni frangenti le vicende sembrano andare troppo di fretta e alcuni punti della trama rimangono troppo sfumati per essere compresi e apprezzati al meglio (la dolorosa storia di Yukino viene svelata in pochissime e semplici frasi. A mio giudizio un vero peccato). Alcuni personaggi avrebbero sicuramente giovato di un maggior spazio e caratterizzazione, come il professor Ito o la madre di Takao. Un vero peccato.

In definitiva "Il giardino delle parole" è un film dolce e delicato, in cui mi sono rivisto molto (sopratutto in Yukino), peccato per una sceneggiatura a tratti deludente per la sua celerità in alcuni frangenti (per motivi non totalmente dipendenti dal film).

8 commenti:

  1. A me dei lungometraggi giapponesi da fastidio che mandino avanti al storia a botte di coincidenze e questo non fa eccezione.

    Ho da poco visto Your Name e anche li ci sono coincidenze per spingere la trama ma per lo meno sono più sfumate.
    Te lo consiglio, se ti è piaciuto il Giardino delle Parole lo apprezzerai senz'altro.

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    1. Per la questione delle coincidenze credo che sia un discorso che si basa molto sulla loro cultura. Guarda per esempio la leggenda "del filo rosso del destino".

      Your Name è un bellissimo film, è veramente stupefacente vedere come Makoto Shinkai è riuscito a maturare dal Giardino delle parole.

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    2. Si, non metto in dubbio la cosa, anche perchè spesso me la ritrovo sia nei manga sia in altri anime.
      Solo che a me è un tratto che da abbastanza fastidio e mi da l'idea che l'autore non abbia voglia di impegnarsi a trovare soluzioni più eleganti (che poi sono cose che accadono anche nelle narrazioni occidentali, per dire è il motivo per cui ho smesso di seguire The Expanse).
      In ogni caso ovviamente va a gusti, e i disegni del giardino delle parole sono comunque sublimi.

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    3. Capisco, li entriamo nel gusto personale. Io non ci trovo tutto questo fastidio, di solito mi concentro sui personaggi o sulla storia in generale nel mio giudizio.

      Io invece non sopporto i personaggi "Tonno" negli anime (per interdirsi quei personaggi circondati da bellissime fanciulle pronte ad fare le peggio cose con il protagonista, ma che egli schiva per la timidezza estrema o altro). Mi sono sempre sembrati innaturali e poco divertenti.

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  2. Visto qualche anno fa, l'avevo trovato molto delicato e malinconico, tanto che alla fine piangevo senza ritegno. Peccato per la fine "brutta", ai due personaggi avrei augurato il meglio.

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    1. Sono d'accordo, è un bellissimo mediometraggio.

      Purtroppo il minutaggio è il tallone d'Achille del film, davvero troppi pochi minuti per una storia che aveva necessità di almeno di altri 15-20 minuti per dare il meglio.

      Brutto non direi, alla fine entrambi riescono grazie all'aiuto dell'altro a raggiungere il proprio sogno (ritornare a insegnare l'uno, a intraprendere la carriera come creatore di scarpe l'altro). La storia romantica era una semplice cotta adolescenziale, purtroppo il film ha troppe cose da dire in troppi pochi minuti di film per renderlo chiaro.

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  3. I problemi di sceneggiatura che ho sentito segnalare da varie persone mi hanno spinto a rimandare la visione, tanto che devo ancora recuperarlo (in ogni caso prim'o poi lo vedrò di sicuro).

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    1. Io ti consiglio di guardarlo. Ha i suoi difetti ma rimane un bellissimo film d'animazione (La canzone "Rain" di Motohiro Hata presente nel film è spettacolare. Shinkai ha un buon gusto in fatto di musica).

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