mercoledì 29 giugno 2016

La canzone del mare - Recensione -


Titolo originale: Song of the Sea
Paese di produzione: Irlanda, Danimarca, Lussemburgo, Belgio
Anno: 2014
Durata: 93 min
Genere: animazione
Regia: Tomm Moore
Sceneggiatura: Will Collins


Fin da ragazzino sono stato attratto da leggende e fiabe, sopratutto quando venivano da paesi lontani come Giappone, Irlanda, paesi arabi ecc. Ho sempre trovato in essi una poesia quasi magica, che mi permetteva di vedere il mondo con occhi nuovi. Trovare nuove risposte a quesiti che dall'alba dei tempi l'uomo è costretto ad affrontare. Quindi la volontà di vedere questo film era forte. Peccato che la distribuzione italiana per questo genere di film abbia la stessa volontà di chi deve andare dal dentista (quindi operazione veloce come il vento e la più indolore possibile), pensate che ho scoperto questo film per caso e per fortuna sono riuscito a vederlo al cinema.

Una Selkie
La canzone del mare è un film del 2014 diretto da Tomm Moore, candidato all'oscar per l'animazione nel 2015. Il film parla di Ben, un bambino irlandese di dieci anni che vive con la sua sorellina muta Saoirse, che incolpa per la scomparsa della madre trattandola male, assieme al padre Conor (un uomo ormai distrutto dal dolore per la perdita dalla propria moglie). Eventi imprevisti faranno comprendere a Ben che la sua sorellina è in realtà una Selkie che deve liberare le creature magiche dalla prigionia della strega/dea celtica Macha.  La strada non sarà semplice per i nostri protagonisti e Saoirse rischia di morire se non ritroverà la sua pelliccia da Selkie e si metterà a cantare per le creature fatate.


Punto centrale del racconto è la figura delle Selkie, esseri del folclore irlandese e scozzese, che possono trasformarsi da foche in umane a loro piacimento togliendosi la pelliccia che le avvolge (secondo alcune tradizioni possono trasformarsi solo quando c'è la luna piena). Spesso le storie che le riguardano sono storie romantiche a sfondo tragico (in alcuni casi il marito sposa una Selkie senza saperlo, in altre è il marito a rubare la pelliccia e costringere la creatura a sposarlo essendo esse bravissime casalinghe. In entrambi i casi alla fine la donna riesce a recuperare la propria pelliccia e a tornare alla propria vera casa. Il Mare). La creatura una volta venuta in contatto con un umano non può tornare sulla terra per sette anni.

Il film di Tomm Moore si rivela essere una bellissima fiaba animata adatta sia al pubblico adulto che a quello formato da bambini. I primi si troveranno affascinati dai paesaggi e dal folklore locale e dal messaggio che il film vuole dare, i secondi apprezzeranno sicuramente la storia di amicizia fraterna che si viene a formare nel tempo tra Ben e Saoirse. I personaggi sono ben caratterizzati, sia quelli umani che quelli provenienti dalle leggende islandesi. Particolarmente riuscito a mio avviso è il personaggio di Saoirse, che nonostante per la maggior parte del film sia muta grazie ad un abile tratto di disegno gode di una espressività adorabile.

Interessante punto di riflessione nel film è la difficoltà per l'essere umano nella sua imperfezione egocentrica di gestire i propri sentimenti, che possono alla lunga diventare un nero abisso da cui è difficile distogliere lo sguardo. In cui l'unica soluzione applicabile sembra quella di rifugiarsi in una granitica vita che escluda totalmente i sentimenti per non soffrire ancora (basti pensare al padre di Ben che alla fine del film quando si riprende dal suo stato di torpore dice: "Ho vissuto tutto questo tempo come un sogno"). Ma sta proprio nei sentimenti la chiave per combattere il proprio lato oscuro, nelle storie e nelle canzoni in cui è possibile trovare la forza per vivere appieno i propri sentimenti.

Molto carino il disegno, sembra quasi di vedere un libro di fiabe per bambini animarsi davanti a noi. Particolarmente riuscite sono le musiche e le canzoni del film, che con quel tocco di gaelico, non possono che conquistare il cuore.

Di buona qualità il doppiaggio italiano, le voci mi sembrano tutte adatte ai personaggi e le canzoni per fortuna non sono state doppiate.

Piccola curiosità Saoirse è un nome irlandese che significa libertà, mentre quello della madre Bronach significa addolorato, mi sembra una scelta molto azzeccata a mio modo di vedere.

In definitiva consiglio di vedere il film se è ancora disponibile nelle sale altrimenti vi consiglio di aspettare l'uscita dei dvd/blu-ray.

4 commenti:

  1. Ogni tanto vengo qui e scopro cose che potrebbero piacermi. Ho idea che questo film sia una di queste.

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    1. Grazie mille per il commento. È veramente un bel film, ti consiglio di recuperarlo.

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  2. Davvero un film splendido. Tuttavia sono felice di averlo visto in lingua originale, l'accento irlandese ha qualcosa di magico :)

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    1. Il doppiaggio italiano non era male, ma come dici tu l'originale ha sicuramente qualcosa di magico.

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