venerdì 22 gennaio 2021

Novalyne in Italia di Giovanni Valenzano - (articolo realizzato in collaborazione con Teate Cimmerica e Libri Howardiani per l'evento "Oriental Stories" del 22/01/2021)

La locandina dell'evento
 

Questo articolo è stato realizzato dal sapiente Giovanni Valenzano (creatore e amministratore del pregevole sito Libri Howardiani), che ringraziamo per la collaborazione e la pazienza dimostrata. Vi consigliamo di visistare il suo sito e di mettere un mi piace alla sua pagina FB.

Buona lettura. 

Simone Di Primio (Teate Cimmerica)

Una composizione che casualmente assume il profilo del Texas, il paese di Novalyne e Bob


Novalyne Price Ellis (9 marzo 1908 – 30 marzo 1999) è stata l'unica donna ad aver mostrato sincero interesse per Robert E. Howard (22 gennaio 1906 – 11 giugno 1936) sia come artista che come uomo.


Novalyne era cresciuta in una fattoria di Brownwood, in Texas. Seguendo il sogno della scrittrice, la ragazza era diventata insegnante di scuola per pagarsi gli studi al Daniel Baker College e successivamente alla Louisiana State University. Finiti gli studi Novalyne ottenne una cattedra in storia ed inglese colloquiale presso la Cross Plains High School. Qui, messa in contatto da un amico in comune, Tevis Clyde Smith, conobbe nel 1933 Robert E. Howard, scrittore di successo in quelle riviste pulp che erano - ben prima dei fumetti di Lee Falk (Mandrake e The Phantom), Alex Raymond (Flash Gordon), Hal Foster (Prince Valiant) ed i comics supereoistici con Superman e Batman -  una delle poche forme di intrattenimento popolare insieme alla radio ed il cinema fra le due grandi guerre che sconvolsero il Novecento. Novalyne avrebbe voluto incontrare Howard solo per cogliere alcuni “segreti del mestiere”, ma durante il loro primo incontro il magnetismo di Bob superò le sue aspettative, ed i due ragazzi iniziarono a frequentarsi abitualmente, per volere di lei. Dopo alcuni maldestri tentativi d’approccio naufragati nel nulla attorno al 1934, Bob e Novalyne strinsero un’amicizia che per quanto burrascosa, si rivelò autentica, fino alla fine.

Dalle memorie degli incontri riportate giornalmente in un diario, Mrs. Price Ellis nel 1986 ne aveva tratto un libro intitolato One Who Walked Alone (lett. colui che camminava da solo)[1], pubblicato dalla Grant, una di quelle case editrici americane che hanno contribuito alla riscoperta ed alla diffusione dell’opera howardiana tramite edizioni di prestigio, cartonate ed illustrate, che ora sono un vanto per i cultori di tutto il mondo.


Prima edizione

Seconda edizione
 

Dopo questa prima edizione il diario è stato ristampato nel 1998[2], due anni dopo l'uscita della trasposizione televisiva Whole Wide World[3] di Dan Ireland avente per protagonisti da un lato un Vincent D'Onofrio particolarmente convincete, e dall’altro la bella Renee Zellweger nei vestitini della maestrina ribelle.
Il film nel corso degli anni ha acquisito una solida nomea tra i fan di Robert E. Howard, in quanto riesce ad offrire una buona resa generale nonostante le modeste pretese della produzione home video. Il successo è da attribuire alle prestazioni recitative dei due protagonisti più che alla storiella d’amore, alla regia o agli scenari texani dell’epoca, che comunque sono stati ricostruiti a dovere.
Si sono spese tante parole sull’inspirata interpretazione di Vincent D’Onofrio, eppure il film si regge anche grazie a Renee Zellweger. L’attrice si dimostra non meno capace del suo collega nell’interpretare con vivacità il suo ruolo, quello di una donna che grazie al forte carattere e le grandi aspettative di vita, se non era riuscita a conquistare il cuore del suo compagno, ne aveva lasciato traccia come una stilettata ben piazzata. Tale traccia la ritroviamo in certe eroine howardiane, le più indomite ovviamente (Dark Agnes in primis). Spingendoci in supposizioni, potremmo definire Novalyne un “imprevisto” nella vita dello scrittore texano, che non seppe affrontare alla stessa maniera di Conan, il selvaggio alterego che Howard si era scelto negli ultimi anni di vita.
Per quanto riguarda la trasposizione delle memorie c’è poco da dire perché vengono rese abbastanza bene se teniamo conto dell’economia e delle intenzioni di un film d‘amore qual è Il Mondo Intero.
È banale dirlo, ma bisogna leggere il diario per conoscere davvero cosa successe tra lei e Bob…

 

 

Al diario è seguito Day of the Stranger: Further Memories of Robert E. Howard[4] contenente una preziosa intervista a freddo fatta dall'accademico Rusty Burke. Questo è un fascicoletto di inestimabile valore per i collezionisti howardiani.

Come molti di voi sanno il diario in Italia è inedito. Si conosce solo il film Il Mondo Intero mentre Sergio Bonelli Editore recentemente se n'è uscito con una miniserie di Dampyr[5] che ha sorpreso tutti noi appassionati - italiani e non - poiché mai ci saremmo aspettati di vedere un fumetto biografico sul nostro scrittore preferito, dalla casa editrice di Tex Willer per giunta.
A dire il vero il fumetto, diviso in due parti intitolate I Sussurri nel Buio e Il Segreto di Robert Howard, non può essere considerato biografico in senso stretto. Il dramma dello scrittore texano, infatti, viene liberamente inserito nella cornice soprannaturale dell’universo vampirico di Dampyr come testimonianza alla presenza di certe creature lovecraftiane, i subdoli Mi-Go del racconto “The Whisperers in Darkness” (“Colui che sussurrava nel buio”) nel Texas dell’autore pulp. In questo contesto il gruppo di Harlan Draka, ripercorre le memorie di Novalyne alla ricerca di qualsiasi elemento utile per risolvere un mistero di più vasta portata. Nonostante le premesse fantasiose, il fumetto è un omaggio arguto all’autore e la sua produzione, con scene visionarie degne della sua sfrenata fantasia.
Lo sceneggiatore Mauro Boselli, una grande penna dello staff Bonelli, ha saputo cogliere l’essenza degli scritti howardiani, a volte considerando i desideri intimi di Howard, che viene catapultato nel mondo Hyboriano dei suoi sogni, altre volte in maniera pungente facendo parlare una delle tante principesse salvate da Conan, che da quel fustacchione, distratto dal “suo lavoro”, si aspetta attenzioni particolari, le stesse che desiderava Novalyne…
La sceneggiatura non cade mai in trite e ritrite considerazioni critiche all’autore, che in altri contesti solitamente cedono il passo ad interpretazioni eccessivamente romantiche. Nel fumetto il caso Howard viene discusso attraverso i personaggi di Kurjak, che si rivela il fan sfegatato del trio, Draka e Anyel Zant, che rappresentano invece la controparte critica ed obiettiva. Sul versante della narrativa howardiana la sceneggiatura di Boselli non si limita ad omaggiare i soliti tre personaggi, anzi, va a pescare idee tra la produzione meno conosciuta dei racconti storici e western, regalandoci un piacevole intermezzo weird western in I Sussurri nel Buio, ed alcune scene tratte dalle avventure dell’invasato Turlogh nel secondo volume (i racconti trasposti sono “Spear of Clontarf” e “The Dark Man”). Boselli, inoltre, prefissando quale filo conduttore della storia la resa delle paranoie e delle insicurezze che hanno portato Howard al suicidio (anche questo tema toccato con classe, sfruttando un ingegnoso espediente soprannaturale), ha riportato alcuni aspetti del diario di Novalyne non indagati prima dal film.
Sul fronte artistico, il lavoro di Nicola Genzianella non è da meno. Lo stile è tipicamente italiano con pennellate marcate, che all’occorrenza sanno essere precise e delicate (si veda l’astronave aliena dalle forme “non-euclidee”). Molte le scene suggestive, rese speciali da peculiari scelte prospettiche. A mio modesto parere, però, l’opera perde un po’ nella ricostruzione fisiognomica. La resa degli storici volti di Bob Howard e Novalyne Price è deboluccia a tal punto da avermi fatto supporre che Genzianella abbia preso a modello solo gli attori de Il Mondo Intero. Spesso Howard si fatica a riconoscere, mentre Novalyne non sembra lei. Per nostra fortuna la copertina del secondo volume, firmato da Enea Riboldi, riequilibra tutta l’opera.
La figura di Novalyne Price Ellise nel fumetto ne esce abbastanza bene al pari di Bob, nonostante il ruolo da comprimaria e talune scelte romanzate. 

Se la testimonianza biografica di Novalyne Price Ellice da noi si può “leggere” solo in forma travisata, alcuni stralci della rarissima intervista si ritrovano nell'introduzione di Giuseppe Lippi a L'Urlo di Conan[6]. Ecco un esempio:

«Bob e io non abbiamo passeggiato per le strade di Brownwood o i viottoli di campagna della contea di Callahan; non ci è mai nemmeno capitato di chiacchierare tutta la notte. Spesso facevamo gite in macchina sulle strade grandi e piccole del Texas centrale, e parlavamo. La benzina costava poco e a tutti e due piaceva conversare: litigavamo, ridevamo, tiravamo fuori grandi idee. Decidevamo cos’era giusto e sbagliato nel mondo, a volte ci arrabbiavamo sul serio. Ogni tanto uno dei due si trastullava con l’idea di essere innamorato dell’altro, ma mai nello stesso momento. Di solito quando lui pensava all’amore io sognavo un altro uomo, e quando ero io a pensarci Robert si faceva venire in mente i suoi mille obblighi, gli incerti guadagni del mestiere di scrittore e il fatto – da me sottolineato nel modo più risoluto – che non intendevo fare la casalinga né la cuoca per nessun uomo. Quello che volevo era scrivere, insegnare; avrei pagato qualcuno che pensasse ai lavori domestici.»

Come è evidente Bob e Novalyne erano due individui simili, sognatori entrambi ma con punti di vista differenti: cinico lui, oggettiva lei. Erano intelligenti, insicuri ed insofferenti nei confronti del mondo circostante. Per questi motivi, incompatibili tra loro…
Qualche altro ricordo dall’introduzione de L'Urlo di Conan:

«Si considerava un solitario, un uomo solo contro il mondo. […]
A volte, naturalmente, si vantava delle sue prodezze, ma non pensavo che credesse veramente in quello che diceva. Si riferiva a se stesso come a “un grosso bue impacciato che nessuna donna sarebbe capace di amare”; oppure “uno scribacchino”. Pensava che i suoi amici Ed Price, Lovecraft e altri di cui ho dimenticato il nome fossero grandi scrittori. Solo lui era il pennivendolo. Benché si considerasse un solitario, nel profondo voleva essere un uomo di mondo: il guaio è che non sapeva come. Sembrava geloso di chiunque riuscisse nel suo lavoro e piacesse agli altri. Quello che non pensava mai è che pochi di noi possono piacere a tutti, e in genere dovremmo essere grati al destino di avere un paio di buoni amici. […] Inoltre era in contatto epistolare con altri, e questo lo rendeva felice; in realtà era un uomo fortunato… ma non riusciva a vederla in questo modo.»

“Howard, l'uomo dietro al mito” è invece un articolo contenuto nel numero 16/17 della rivista Yorick Fantasy Magazine[7]. Qui Novalyne riassume le esperienze di One Who Walked Alone, ed aggiunge altre considerazioni personali.

«Coloro che dicevano che Howard era un uomo cupo ed asociale non lo conoscevano a sufficienza per apprezzarne il senso dell’umorismo. Era persino considerato un attaccabrighe, sempre in cerca di zuffe. Ciò che queste persone non sapevano, era che Bob possedeva un indole gentile. In realtà era uno di quegli uomini in via d’estinzione, che sosteneva che un ragazzo avesse il preciso dovere di accudire un genitore vecchio e malato anche a costo della carriera e di qualsiasi altra cosa. Coloro che temevano il temperamento di Bob non conoscevano la sua disponibilità verso il prossimo, né la sua galanteria da gentiluomo vecchia maniera nei confronti delle donne.
Una delle ragioni per cui Bob Howard non è stato compreso, è probabilmente da ricercarsi nel fatto che non seguiva i modelli contemplati dalla maggior parte della gente. […]
Ad affascinarmi, comunque, non furono né la sua taglia né il modo in cui vestiva. Furono i suoi occhi. E’ difficile descriverli: erano blu oppure grigi… ma il colore non era importante. Erano occhi incerti pieni di domande.
Dopo il nostro primo incontro non rividi Bob fino all’autunno del 1934, quando cominciai ad insegnare nella scuola superiore di Cross Plains, la sua città. Diventammo amici, e rimanemmo tali fino alla fine del maggio 1936.
In quegli anni la gente pensava che un uomo dovesse guadagnarsi da vivere facendo un lavoro da uomo, col “sudore della propria fronte”: poteva fare il contadino, allevare cavalli, o se viveva in città, ad esempio, il calzolaio. Robert Howard non si guadagnava da vivere in nessuno di questi modi. Se ne stava chiuso in casa di fronte ad una macchina da scrivere e per molte persone questo significava soltanto che era un fannullone ed un buono a nulla. »

Per la vita della donna la frequentazione di un individuo così insolito come Bob Howard deve essere stata un’esperienza intensa, una di quelle esperienze propedeutiche alla crescita personale. A dispetto di questo, ed andando oltre tutti i “se ed i ma”, l’eredità lasciata da Novalyne ricopre un ruolo di notevole interesse biografico perché restituisce al mondo quell’umanità del Bardo di Cross Plains che si stava perdendo dietro al mito sanguinario dei suoi antieroi.

BIBLIOGRAFIA


  1. One Who Walked Alone, Novalyne PRICE ELLIS, Donald M. Grant, ottobre 1986

(http://howardworks.com/onewho.htm)

  1. One Who Walked Alone, Novalyne PRICE ELLIS, Donald M. Grant, dicembre 1998

  2. The Whole Wide World – Il Mondo Intero

(scheda di IMDB: https://www.imdb.com/title/tt0118163/)

  1. Day of the Stranger: Further Memories of Robert E. Howard, Rusty BURKE (a cura di). Necronomicon Press, luglio 1989

(http://howardworks.com/dayofthestranger.html)

  1. I Sussurri nel Buio (https://shop.sergiobonelli.it/dampyr/2020/08/03/albo/i-sussurri-nel-buio-1008542/)

Il Mistero di Robert Howard (https://shop.sergiobonelli.it/dampyr/2020/09/01/albo/il-segreto-di-robert-howard-1008656/)

  1. Introduzione, Giuseppe LIPPI, in L’Urlo di Conan, Robert E. HOWARD [e L. Sprague de CAMP], Oscar Fantasy 15, apr 1991

(http://www.librihowardiani.altervista.org/pag.c.mond03.htm)

  1. Howard, l'uomo dietro al mito”, Novalyne PRICE ELLIS, in Yorick Fantasy Magazine #16/17, 1993-4

3 commenti:

  1. Sono ammirato dalla tua ricostruzione, ho intenzione di scrivere anche io un post dedicato a Novalyne Price, quando succederà linkerò il tuo splendido articolo.

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    1. Giovanni ti ringrazia per il tuo commento. Io (Silver) collaboro ma questo e i prossimi articoli fatti in collaborazione con Teate Cimmerica non sono farina del mio sacco.

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    2. lo so, avevo letto che l'autore era Giovanni Valenzano e mi ricorderò di citare il nome quando sarà.

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