lunedì 31 ottobre 2016

Il treno del mistero di Kyotaro Nishimura - Recensione -

I treni sono da sempre luoghi carichi di fascino e mistero, dove il tempo sembra quasi fermarsi mentre il mondo intorno a noi continua a girare vorticosamente, un posto dov'è possibile fare ogni genere d'incontri, per poi partire verso incredibili avventure (tranne se state viaggiando su un regionale italiano, in quel caso l'esperienza si fa più vicina a un girone infernale). Logico che molti autori abbiamo usato il treno nei loro romanzi come Agatha Cristie, Rowling, Le blanc ecc. Ma sarebbe possibile credere che un treno possa scomparire letteralmente nel nulla senza che nessuno se ne accorga? Sopratutto quando si parla delle ferrovie giapponesi? Famose per la loro precisione maniacale? Nishimura ci lancia una sfida che ogni appassionato del giallo e del mistery non può rifiutare.

Trama: Il treno del mistero è un'abile trovata pubblicitaria delle ferrovie giapponesi: un itinerario rigorosamente segreto attraverso il paese per quattrocento fortunati turisti. Ma tra una stazione e l'altra, improvvisamente, il treno scompare. E la polizia dovrà impegnare tutte le sue risorse per far fronte alla più incredibile forma di riscatto mai formulata.  (dal retro della copertina).

 Kyotaro Nishimura
Kyotaro Nishimura è in patria una sorta d'istituzione vivente per quanto riguarda il romanzo giallo, con milioni di copie vendute dei suoi romanzi, ha ricevuto numerosi premi letterari. Il treno del mistero è il primo romanzo di una fortuna serie, purtroppo come succede spesso in Italia è arrivato solo il primo volume della serie e poi non è stato più pubblicato nulla, probabilmente perché la traduzione italiana (anche se nell'edizione italiana non è scritta da nessuna parte) deriva da quella inglese ferma anch'essa al primo volume. Fortunatamente da quello che sono riuscito a capire ogni romanzo è completamente slegato dagli altri e accomunati solo dalla figura dell'ispettore Kamei.   

Il romanzo riprende lo stile "sfida contro il tempo", dove dopo  un inizio particolarmente calmo gli eventi si succedono in mondo sempre più rapido man mano che ci avviciniamo alla fine. Le vicende del romanzo sono raccontate da vari personaggi, che alternano i loro punti di vista per permettere al lettore di avere una maggiore comprensione degli eventi, anche se alla fine i personaggi principali con cui il lettore si interfaccierà saranno l'ispettore Kamei e il direttore delle ferrovie giapponesi Kimoto. Lo stile di scrittura è asciutto e funzionale, scevro di dettagli accessori o elementi non strettamente funzionali alla trama, permettendo al lettore di concentrarsi solo sugli elementi  più interessanti, sacrificando al contempo ogni possibile caratterizzazione o affezione sui personaggi,  con il risultato che il tutto finisce per essere fin troppo anonimo e macchietistico. Gli eventi che porteranno alla scomparsa del treno prima e poi alla affannosa ricerca dei passeggeri poi sono ben pensati e rilevati con il giusto tempismo, anzi molti degli escamotage realizzati dai rapinatori stupiscono per furbizia e realizzazione tecnica.

Peccato per una conclusione insoddisfacente e affrettata, con l'autore che sembra  si sia accorto all'ultimo di aver quasi finito lo spazio disponibile e sia corso velocemente al riparo con la prima soluzione che gli sia venuta in mente.

In definitiva Il treno del mistero di Kyotaro Nishimura si rivela un ottimo romanzo da spiaggia. Sopratutto per il fatto che i capitoli sono spesso brevissimi (alle volte non durano neanche due pagine) e la scarsità di pagine (il romanzo non supera le duecento pagine) non scoraggiano neanche il più pigro dai lettori. È un romanzo che diverte e non annoia, anche se risente di alcuni difetti che come detto sopra ne rovinano il risultato finale. Da quello che so è ormai fuori edizione da un bel po', ma se riuscite a trovarlo in qualche bancarella dell'usato a un buon prezzo (il mio volume l'ho pagato l'esorbitante cifra di 0.30€) è un occasione da non perdere.
   
L'edizione italiana è buona, anche se sono presenti diversi refusi di stampa, ma nulla di grave. Peccato per l'immagine di copertina, una delle più brutte e banali che abbia mai visto.

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