lunedì 26 aprile 2021

La leggenda di Zorro - Recensione-

 

I Plonsters in tutto il loro magico splendore
Probabilmente vi sarà capitato qualche volta di andare su FB o simili e guardare il post di qualche pagina con la scritta ""ti sblocco un ricordo.", con annesso video/immagine di uno show, che raramente è veramente dimenticato (difficilmente propongono i "Plonsters", "Mighty Mouse" o "Quella strana fattoria" per dire i primi tre cartoni che ti sbloccherebbero veramente un ricordo). Alla fine non si tratta altro che dell’ennesima trovata facile per acchiappare "mi piace" ma mi ha fatto pensare a quali cartoni/anime ricordo con piacere ma raramente li vedo rimembrati in giro (forse per colpa di orari non comodissimi o semplicemente non avevano la forza di affermarsi in un panorama all'epoca assai ricco di proposte). Uno di questi è Zorro, successivamente rinominato "La leggenda di Zorro", anime prodotto nel 1994 dalla Ashi Productions in collaborazione con la nostrana Mondo Tv (che negli anni novanta tra obbrobri filmici e serie che imitavano i personaggi Disney, non disdegnava ogni tanto di mettere in coproduzione qualche anime di discreta fattura). 

Di questo cartone ammetto di ricordare veramente poco, giusto la sigla (molto carina e orecchiabile) e qualche elemento accessorio. Ricordavo comunque che lo show si prendeva molte libertà rispetto al romanzo di Johnston McCulley. (anche se non tante come mi sarei aspettato).

Il nostro Zorro
Qualche giorno fa ero su una delle tante piattaforme di streaming legale e ho visto che era presente il film di montaggio di questa serie (realizzato dalla stessa Mondo Tv anni dopo la fine della serie) e sulla scia della nostalgia canaglia mi sono messo a vedere la pellicola.

Ci troviamo nella California spagnola, nel 1800. La guarnigione di San Tasco, guidata dal perfido Raimundo, opprime e saccheggia la popolazione locale per i propri fini (senza nessuna autorizzazione da parte del governo centrale). Proprio in quei giorni è tornato dopo un lungo periodo di studi in Spagna Don Diego. Il ragazzo però non sembra aver trovato giovamento dal periodo all'estero, mostrandosi debole e pigro; nello stesso periodo però è comparso anche un misterioso spadaccino mascherato, che combatte con tutte le sue forze le corrotte forze dell'ordine per riportare la giustizia agli oppressi cittadini.

Un classico degli adattamenti stranieri: I personaggi che parlano/scrivano in una lingua fuori dal contesto storico. 
Il primo elemento che mi ha colpito è stata l'animazione in generale, che per essere uno show di "serie b", è veramente ben fatta e piacevole a vedersi. Si vede che il prodotto è stato fatto con cura e devo che il charcter design di Hisashi Kagawa (che ha nel suo curriculum serie come Sailor Moon e Pretty Cure) è molto carino. L'idea di uno Zorro biondo alla fine non è così brutta come trovata (forse per aumentare l'idea di purezza del personaggio o forse perché per i giapponesi tutti gli americani sono alti e biondi).

La sovrana arte dell'incapacità simulata
Un aspetto che mi ha colpito e che oggi credo sia quasi totalmente scomparso è l'eroe che nasconde le abilità in un comportamento mansueto e pauroso (illustri precedessori esperti dell'arte dell'inettitudine simulata sono il principe Adam di "He-Man",  Takeshi Onikawara di "Hurricane Polimar"). Un elemento molto carino e che in qualche modo rende più simpatico e accattivante il protagonista.

La storia è decisamente molto episodica ma ogni puntata esprime sempre quei sentimenti di giustizia, amicizia e sacrificio per il bene della società che ho apprezzato molto, riuscendo anche nello stesso tempo a mischiare elementi comici o di leggerezza nella trama. Ovviamente il livello di violenza si mantiene sempre su livelli molto bassi e nessun cattivo viene mai ferito o ammazzato (tranne una eccezione alla fine della serie).

Che si tratti del leggendario cavaliere dalla volpe?
Sarà una pacchianata assurda per risparmiare animazioni ma la trasformazione in Zorro, perché sì in questa serie il protagonista si trasforma nel suo alter ego (visto che gli elementi del costume si inseriscono al loro posto con tanto di effetti visivi e sonori che ricordano le scene similari dei Cavalieri dello Zodiaco) queste scene mi piacciono veramente tanto e si vede che i giapponesi hanno riversato il loro amore per l'henshin alla Kamen Raider/Sailor Moon in questo cartone.

Certo poi la serie ha una trama molto semplice basilare e manichea nel dividere il cast (si capisce dal primo sguardo chi è il cattivo e chi il buono) ma devo ammettere che negli episodi presente nel film di montaggio la trama per quanto non brillante mi hanno intrattenuto. Certo poi non mancano le forzature, come Garçia che ogni tanto si lascia scappare cose che non dovrebbe dire per permettere ai nostri di intervenire, ma nulla di così atroce da far interrompere la visione. 

I tre protagonisti della serie (Lolita Prideaux, Don Diego de la Vega, Bernardo)
 

In definitiva è stato un bel tuffo nei passato e devo dire che questa serie ha quel gusto piacevole tipico degli anni 90 di intrattenere con storie leggere, ma con qualche piccolo spunto educativo da apprendere che oggi non si trova quasi più. Ammetto che se ci fosse l'interesse da parte del pubblico non mi dispiacerebbe ritornare a parlare di questa serie, magari recensendo qualche episodio di vostro gradimento.

14 commenti:

  1. Ho dei buoni ricordi di questa serie, ma dovrei rivederla, i disegni sono sicuramente ottimi. Ho rivisto qualche anno fa il coevo anime di Robin Hood e anche lui è invecchiato abbastanza bene, quando ci mettevano impegno, anche su soggetti non proprio originalissimi, la differenza si nota anche e soprattutto sul lungo periodo.

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    1. Sono d'accordo, sono serie che nella loro efficace semplicità sanno raccontare storie che andranno bene anche tra cinquant'anni.

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  2. Son sincero: non l'ho mai sopportata questa serie ed in particolare per la vestizione da Cavaliere dello Zodiaco (pure io l'avevo sempre definita così XD).
    Specialmente perchè uno Zorro animato io l'avevo già avuto ed era quello Filmation del 1981, che di pacchianate non ne aveva e si vestiva come tutte le persone normali XD

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    1. Sono gusti, personalmente se pur edulcorata rispetto alla versione originale non mi dispiace.

      Non conoscevo la versione Filmation... Bisogna dire che pur in animazione limitata la casa di Lou Scheimer si distingueva sempre per dei disegni molto curati e anatomicamente realistici. Sbaglio o la serie riprende i volti del film degli anni 30 di Zorro?

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    2. Mi pare di sì.
      Il cartone Filmation era molto verosimile, nel senso che appunto sia in quello che faceva Zorro che in altri elementi, tipo i combattimenti con la spada, non vi erano licenze fantastiche.
      L'unico sfizio che si erano presi è stato Zorro che dopo essersi cambiato, si buttava da un dirupo adiacente al nascondiglio finendo in sella al cavallo.
      Su Youtube ho visto che qualcosa si trova.
      Poi anche questo qua non era brutto di per sè ma aveva davvero troppo l'impronta giapponese, che per me dopo essere già cresciuto con uno Zorro animato corretto, inevitabilmente mi è saltata ancora di più all'occhio ed in negativo.

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    3. Invece che ne pensate dell'altro Zorro animato, quello che aveva la sigla fighissima cantata da Enzo Draghi?

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    4. Purtroppo non lo ricordo. Sul fatto della sigla ho letto in varie forum che si tratta di un pezzo molto apprezzato.

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    5. E dirrei che è apprezzata, senti che roba è...
      https://www.youtube.com/watch?v=M6e_Px9xo7c

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    6. Nemmeno io ho presente a quale altro Zorro tu ti riferisca.

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  3. Ah ecco qua una produzione strana!
    Su Yuotube si può trovare (anche se sembra che stiano bloccando alcuni video in Italia) il loro canale con alcune produzioni.
    Confesso che le varie versioni di zorro queste a a cartoni non sono proprio il mio genere, però qualche episodio l'ho visto.
    Grazie per aver condiviso quest'opera e le tue osservazioni!

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    1. Molti prodotti giapponesi ai nostri gusti sono un po' strani.

      Immagino benissimo, si tratta di una versione decisamente più infantile e meno seria dello show televisivo o del romanzo.

      Prego, è stato un vero piacere ;)

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    2. Ah grazie!
      So che comunque parte della programmazione di "Mondo TV" e frutto di collaborazione tra Italia e Corea del Nord che ha animazioni e stile diverse dal paese del sol levvante ("Simba è nato un re" di cui ho i primi due episodi in cassetta ma che sul canale si può recuperare la serie, in cui usano parte dei personaggi dell'anime il libro della giungla).
      Ah non so se posso e in questo caso cancella pure ma qui c'è la serie:
      https://www.youtube.com/playlist?list=PL1dsBDddXnm2tu-hBL0Qo8Yym9C8PPiBV

      e qui il film di cui parli:
      https://www.youtube.com/watch?v=Y1vA1bXmzfk&ab_channel=MONDOWORLD

      beh grazie ancora per tutto.

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  4. La MondoTv è strana, perchè comunque, anche se per lo più ha prodotto delle ciofeche scadenti (o comunque è famnosa per esse), nella sua luca cariera di casa produttrice ha anche realizzato diverse buone serie; tra quelle co-prodotte con il Giappone ritroviamo i classici:
    Il libro della giungla - 1989–1990 (co-produzione con Nippon Animation e Abdabra Cinematographique S.A.)
    Robin Hood - 1990–1992 (co-produzione con Tatsunoko)
    Cristoforo Colombo - 1992 (co-produzione con Nippon Animation e Abdabra Cinematographique S.A.)
    La leggenda di Biancaneve - 1994–1995 (co-produzione con Tatsunoko)
    Cenerentola - 1997 (co-produzione con Tatsunoko)
    Roba da gatti! - 2002 (co-produzione con Public & Basic e Hahn Shin Corporation)

    Mentre tra le altre senza partecipazione nipponica che ho gradito abbastanza ci sono:
    Le tre serie su Sandokan; quella de L'ultimo dei Mohicani; quella su Pocahontas; poi c'e ne era una fatta in stp-motion per i bambini piccoli che era parecchio carina e qualcun'altra che ora non mi ricordo.

    Uno dei pregi di questa casa è stato sicuramente di non edulcorare troppo certi temi come fanno altre produzioni occidentale: ne l'Ultimo dei Mohicani ad esempio abbiamo un bel pò di morti ammazzati (con tanto di infilzamenti, sangue ed occhi strabuzzati), imprecazioni, qualche parola forte (tipo 'Bastardo') e anche sottilissimi riferimenti al sesso.
    Se ci pensiamo, non è poco per una produzione nostrana.

    Forse talvolta si demonizza questa casa produttrice più del dovuto, ricordandone solo i film-spazzatura ed i clamorosi fiaschi e dando fin troppo retta a quel pupazzo del Nostalgia Critic; personaggio quantomento ipocrita ed incoerente, dai dubbi principi morali (ed è il primo a fare il moralista per delle sciocchezze) e piuttosto incompetente in fatto di Cinema.

    Ogni tanto sarebbe buono ricordarci anche delle produzioni qualitativamente dignitose che ha fatto, come in questo caso; e se me lo chiedete io SI, sarei molto contento di veder recensita la serie episodio per episodio, alcuni erano davvero affascinanti (come quella dove compare addirittura un letalissimo Ninja)

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    1. Mondo Tv ha avuto le mani pasta in moltissimi prodotti, alcuni incredibilmente buoni, molti guardabili dalla loro fascia di età ma senza particolari meriti.

      Sei sicuro che "Roba da gatti" fosse coprodotto?

      Qualche tempo avevo provato a vedere per curiosità la loro versione del Corsaro Nero di Salgari ed ero rimasto molto colpito della fedeltà alla trama del romanzo (almeno fin dove ero arrivato io).

      Sandokan lo ricordo poco, ma come dici lo ricordo dignitoso anche se poco fedele al materiale originale (Lady Marianna muore presto nel ciclo di Salgari). Per questo motivo da salgariano incallito oggi non lo riguarderei.

      Vero, ma da sempre è più facile far vedere il peggio che le cose positive (perlomeno si fanno più visualizzazioni). Per quanto riguarda il Nostalgia Critic c'è da considerare che lui a dispetto del nome è un creatore di contenuti, lo si guarda per divertirsi e come tutti i recensori (compreso il sottoscritto) non bisogna prenderlo per oro colato (anche se perlomeno le basi del mestiere le conosce bene).

      Ci penserò su, sicuramente non prometto nulla nell'immediato futuro, ma potrei tornare sull'argomento.

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