sabato 15 dicembre 2018

Jane Eyre di Charlotte Brontë - Recensione -



Jane Eyre è uno dei capolavori della letteratura inglese, sopratutto grazie al suo stile semplice ma innovativo, grazie anche a un'ottima caratterizzazione dei personaggi. Sopratutto per il personaggio protagonista, Jane Eyre, che ancora oggi grazie al suo spirito forte e passionale riscuote la simpatia e l'ammirazione di milioni di lettori.

L'autrice
Il romanzo venne scritto da Charlotte Brontë, nel 1847 inizialmente sotto lo pseudonimo maschile di Currer Bell (vista l'ostracismo del pubblico dell'epoca per gli scrittori di sesso femminile). Scritto in parte biografico visto che molti elementi del romanzo come le condizioni disastrose di vitto e alloggio nell'istituto femminile di Jane, il solitario ruolo della precettrice nella società dell'epoca, la bontà della governante furono ripresi dall'esperienza diretta dell'autrice (che nelle disastrose condizioni del Clergy Daughter's School di Cowan Bridge vedrà morire le due sorelle maggiori Maria ed Elizabeth).


Jane Eyre si dimostra un ottimo romanzo di formazione, con la storia divisa in tre parti, percorre l'evoluzione di una protagonista decisamente sui generis rispetto alla produzione del tempo. Infatti Jane Eyre è descritta come bruttina e molto timida, rompendo nettamente la tradizione dell'eroe sempre perfetto (o calocagatico), "difetti" compensati da un ardente spirito e dalla forte caparbietà, capace di rispondere a tu per tu con chiunque anche se si tratta del proprio datore di lavoro (la sfuriata che rifila da piccola alla matrigna è uno dei pezzi più belli e rappresentativi del personaggio nel romanzo). Jane si dimostra una donna indipendente sia sul lavoro che negli affetti (è lei stessa a dichiararsi. Cosa ancora oggi un quasi un tabù nelle storie d'amore). Un romanzo che parla di Jane ma che allo stesso tempo parla anche Charlotte, in un costante gioco di rimandi e citazioni, che non può che farci ancora più ammirare una scrittrice che combatté con tutta se stessa gli stereotipi e i limiti che la visione del tempo dava alle donne, una lottatrice silenziosa che sbandiera a testa alta la propria femminilità.

"No, perché sento che odierò sempre quelli che mi odieranno, che resisterò a chi mi punirà ingiustamente, e che vorrò bene a chi me ne vorrà."

Uno dei punti più interessanti e divertenti
del romanzo
Punto forte del romanzo è sicuramente la caratterizzazione dei personaggi, veramente ottima e sicuramente da prende come esempio da ogni aspirante scrittore, sopratutto per l'ottima cura data alla psicologia dei personaggi, con l'autrice che dimostra buona capacità di analisi dei loro sentimenti. In molti casi li si sente vicini, quasi fosse possibile alzare lo sguardo e salutare con un cenno Mr Rochester o la stessa Jane, cosa davvero molto piacevole e molto difficile da realizzarsi.

Interessante anche la contrapposizione tra la figura di Jane e quella di Bertha Spoiler//(la moglie pazza e per questo segregata di Mr Rochester)//Spoiler, con la prima che rappresenta la passione dominata dal ragionamento e dalle buone motivazioni, mentre la seconda ne dimostra la forza distruttiva quando non si riesce a dare un freno alle proprie fantasie e ambizioni. Sopratutto è interessante considere come spesso la figura di Jane sia di buono esempio di bontà e salvifica per personaggi come St. John o Mr Rochester. 

"Sono ciechi gli uomini quando assicurano che le donne debbono limitarsi a far puddings, a far calze, a sonare il pianoforte e a ricamare."

Jane si dimostra anche un forte romanzo sul femminismo, cosa non facile in un periodo dove il ruolo delle donne veniva inteso come inferiore a quello dell'uomo. Jane invece si dimostra una donna completamente indipendente, sia a livello economico che quotidiano, scegliendo personalmente il suo percorso e non tollerando nessuna influenza esterna, sopratutto nel combattere gli stereotipi del tempo. La stessa autrice nonostante il parere contrario del proprio padre deciderà infatti di sposare il reverendo Nicholls, matrimonio purtroppo destinato a durare pochissimo, visto che di li a poco l'autrice morirà a causa della tubercolosi (non prima di aver visto morire nel giro di poco tempo il fratello e le sorelle).

"Tutto questo mi fece piacere, perché non v'è gioia maggiore che quella di sentirsi amati dai proprii simili, e che la nostra presenza è un piacere per essi."

Jane Eyre insegna che la forza per andare avanti e realizzare i nostri sogni sta dentro di noi e non si può trovare da nessun'altra parte. Anche il più brutto degli esseri (che se poi dubito nonostante quello che dica St. John che Jane possa essere veramente definita brutta) può realizzare la propria felicità. Sopratutto in periodo come questo dove la cultura e la scienza vengono schiacciati e messi in discussione dalla forza brutale della ignoranza e del pregiudizio Jane Eyre insegna che solo dalla cultura e dalla lettura possiamo trovare quei principi di moralità e empatia altrimenti irraggiungibili.

Il punto più romantico del romanzo
a mio modo di vedere

4 commenti:

  1. Charlotte era una tosta senza dubbio!

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    1. Vero, sopratutto considerando che il periodo in cui visse non era decisamente illuminato nei riguardo alla posizione della donna della società.

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  2. Ah, cosa trovo qui. È praticamente il mio romanzo preferito, letto due volte.
    Come hai scritto, può ben definirsi anche un manifesto prefemminista, perché Jane Eyre è davvero un personaggio memorabile quanto a forza d'animo e determinazione. Mi piace perché non insegue il matrimonio, come le eroine di Jane Austen, ma proprio l'autodeterminazione. È stilisticamente perfetto. Un gioiello assoluto.

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    1. È stata proprio una mia cara amica, nonché grande appassionata di questo romanzo, a farmi leggere questo libro.

      Hai ragione è un femminismo vero, quello duro e tenace di una donna che ha tutto da perdere e quasi nulla da guadagnare dal proprio orgoglio femminile.

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