venerdì 22 dicembre 2017

Star Wars VIII: Gli ultimi Jedi - Recensione -


Anno: 2017
Durata: 152 min
Genere: fantascienza, azione, avventura
Regia: Rian Johnson
Sceneggiatura: Rian Johnson
Produttore: Kathleen Kennedy, Ram Bergman

Trama: Il nuovo ordine sta distruggendo le ultime sacche di resistenza della ribellione, nel frattempo Rey  cerca di convincere un restio Luke Skywalker a tornare in azione senza però grandi risultati. Il concetto stesso di forza sembra ormai desueto...

Star Wars VIII: Gli Ultimi Jedi è a mio giudizio una strana pellicola. Sembra quasi che Rian Johnson sia stato chiamato a dirigere un episodio che assommasse a se tutti gli aspetti iconici di Guerre Stellari, per poi una volta cotti a puntino buttarli da parte per preparare all'ultimo qualcosa di totalmente nuovo per rivoluzionare la serie. Per realizzare tutto ciò serve un minutaggio enorme per dare il giusto spazio a tutti i personaggi vecchi e nuovi, e si finisce inevitabilmente per azzeccare molto ma anche cadere in impasse clamorose.


La trama ha elementi interessanti come il fatto che questa volta si sente che per la resistenza la speranza di sopravvivenza è ridotta al lumicino e forse anche meno. Il rapporto che lega i due lati della forza rappresentati da quadrilatero  Rey, Kylo Ren, Luke e Snoke e il loro sviluppo, al legame maestro e allievo, è uno degli elementi più riuscito del film, con un ritorno alle origini e ai concetti filosofici alla base della forza, che questo film intenzionalmente riscrive da capo avvicinandosi molto a una filosofia orientale, in una specie di concetto di equilibrio tra tutti gli elementi del cosmo di stampo naturalistico. Per tutta la storia il film invita a lasciar perdere il passato, a quello che si era dato per assodato, alla dicotomia bene/male, per guardare al concreto presente in attesa degli eventi. Ci sono anche interessanti riflessioni sul concetto di "eroe", sul fatto che spesso il modello da seguire non sia sempre quello delle azioni avventate e dall'alto costo umano e materiale, ma che il vero campione sia spesso colui che rimane dietro alle quinte e combatte ogni giorno per la sopravvivenza dei suoi compagni e del presunto "campione della resistenza" senza ottenere mai un briciolo di notorietà se non il premio di mantenere viva la speranza. Altro punto interessante del film è il fatto che in questa guerra mostruosa tra buoni e cattivi, che uccide ogni giorni migliaia di persone se non milioni per degli ideali comprensibili o meno a seconda del proprio schieramento, chi alla fine fa grossi guadagni sono i produttori di armi, che vendendo i loro prodotti indiscriminatamente ad entrambe le fazioni fanno lucrosi affari fregandosene della sofferenza altrui. Probabilmente il punto più geniale del film rimane però l'idea di beffare il PG-13 nella battaglia finale mostrando fiumi di liquido rosso con la scusa che si tratti di sale.

Purtroppo ci sono anche elementi della trama che non funzionano (il film si può dire che sia letteralmente spaccato in due parti contrapposte). La prima parte del film è sicuramente deludente e quella che risulta più piallata dai vari difetti del film (alcuni voluti e altri no). Sopratutto l'umorismo sparso senza lesinare nel film è spesso mal riuscito e alcune scene scadono nella quasi auto-parodia involontaria (per esempio la scena dell'addestramento di Rey da parte di Luke). Altre scene invece comiche come quelle legate dallo strano rapporto si instaura tra Chewbacca e i Porg, incredibile ma vero funzionano, anche se quelle scene non riescono mai ad amalgamarsi al resto del girato e la sensazione rimane quella di vedere un contenuto speciale di un dvd. Altro punto che non funziona nel film è l'arco narrativo dedicato all'inutilFinn, che riesce nel mirabile intento di renderlo un personaggio interessante e più complesso (con tanto di interesse amoroso), per poi a fine film cancellare tutto come se non fosse mai accaduto rendendo la storia del personaggio uno spreco inutile di pellicola. Il punto più deludente del film rimane però l'occasione sprecata sui genitori di Rey e la storia dietro a Snoke, dove Johnson non riesce a essere minimamente incisivo e si fa sfuggire due punti veramente interessanti della nuova trilogia. Si sente la mano della Disney sopratutto per il piazzamento pretestuoso e commerciale dei dannatissimi Porg, a meta strada tra i digimon e una qualsiasi mascotte giapponese, dove si capisce benissimo l'intento commerciale come risposta del topolino ai Minions della Universal, che di fatto non hanno motivo di esistere se non per il discorso gadget friendly.

Alcuni personaggi come Dameron Poe, il personaggio impersonato da Benicio Del Toro, Leila in questo film ottengono una buona caratterizzazione e in alcuni casi come per Luke una maggiore complessità (tanto da far pensare a un jedi grigio). Il personaggio che però più di tutti trova giovamento da questo film è Kylo Ren, che ottiene una complessità caratteriale e una visione d'intenti così stupefacente da rimanere stupiti, tanto da sfuggire per quasi tutto il film dal suo misero destino di post adolescente complessato. Rey purtroppo ormai è arrivata ad essere la Mary Sue più potente della galassia e aspira chiaramente a diventare la principessa Disney più potente della galassia, tanto che l'inquietante idea che si tratti di un nuovo figlio della forza alla Anakin Skywalker (per fortuna senza tirare folli errori del passato come i Midi-chlorian) si fa sempre più realistica.

Il secondo tempo invece ribalta tutto quello che si era imbastito e sorprende per ritmo, colpi di scena e scene ambiziose. La scena della battaglia finale vale da sola quasi l'intero prezzo del biglietto per la sua perfetta realizzazione. Anche se non mancano alcune scene controverse che faranno parlare sicuramente i fan.

In definitiva Star Wars VIII è sicuramente un bel prodotto, sicuramente migliore del suo precedessore, anche se bisogna dirlo non perfetto. Vedremo come gli ormai  "cinepanettoni" Disney style si evolveranno, considerando l'ormai aspetto da serial con tutti i pro e i contro che questa saga sta raggiungendo. 

8 commenti:

  1. Simpatico...discutibile su determinate scelte, ma simpatico e meno citazionista/copione (finalmente) di TFA. Comunque non mi aspettavo che Rian Johnson tirasse fuori il vecchio trucco di Jena Plissken in Fuga da Los Angeles..quella mi è piaciuta proprio

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    1. Sono d'accordo con te. È un film discutibile, di certo non un capolavoro, ma sicuramente guardabile nella sua interezza.

      La citazione di Fuga da Los Angeles mi è completamente sfuggita.

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  2. Infatti ne ho letto giudizi altalenanti, non so.
    però dai, è comunque Star Wars, e a un fan medio piacerà per due ore gasanti^^

    Moz-

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    1. Verissimo, però il fan Star Wars (come tutti i fandom) è una bestia strana. Prima criticava Lucas perché aveva tradito lo spirito della prima trilogia, ora si lamenta della Disney perché non fa film con la passione di Lucas.

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  3. Pensa che io ancora non l'ho visto, forse sono uno dei pochi sul pianeta Terra.

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    1. Lo puoi sempre vedere con calma successivamente. Onestamente non è a mio giudizio il miglior film di questo ormai quasi trascorso 2017, ma perlomeno sa intrattenere.

      Poi in questo modo ti eviti bambini molesti e tizi che invitati a forza da amici passano tutto il film ad abbagliarti con la luce dello schermo del cellulare durante la visione.

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  4. A me è piaciuto molto! Molti dei difetti che citi sono effettivamente presenti, ma non gli ho dato grande importanza. Ad esempio l'umorismo insistito della prima parte del film non è così fuori luogo all'interno della saga, anzi ne è una delle caratteristiche principali. Lucas ha sempre puntato su umorismo e sdrammatizzazione, inserendo anche momenti che oggi probabilmente (se non avessimo il condizionamento del "mito" di Star Wars) giudicheremmo con occhi diversi. Ad essere cambiato è forse il tipo di umorismo, molto più moderno e che per questo riscuoterà più l'approvazione dei nuovi fan, gli adolescenti che si avvicinano a Star Wars oggi. Anche sulla trama di Finn non concordo completamente: è vero che nell'immediato la trama può sembrare inutile, ma ci mostra alcuni dei momenti visivamente migliori del film e soprattutto apre la saga a un mondo di Star Wars che non è solo lotta tra Impero e Ribelli, ma si dimostra molto più grande...

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    1. Vero che l'umorismo era presente anche nelle precedenti trilogie, però qui l'ho trovato decisamente fuori contesto rispetto al resto del film, come se per esempio in Re Lear il protagonista omonimo si lanciasse ogni tanto in battute in romanaccio per poi tornare al testo originale come nulla fosse.

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