Lupin:
La lapide di Daisuke Jigen
Titolo
originale: Lupin the IIIrd: Jigen Daisuke no Bohyou
Tipologia:
Film
Anno
di uscita in Giappone: 2014
Anno
di uscita in Italia: Inedito
Prodotto
da: Telecom Animation Film
Durata:
51 minuti (diviso in due episodi da 26 minuti circa ciascuno)
Staff
Direttore,
Character Design
Koike
Takeshi
Sceneggiatura di
Takahashi
Yuuya
Opera
originale di
Musiche
di
Shimoji
James
Lupin e Jigen sempre pronti all'azione. |
Sicuramente
tutti conoscono Lupin, ma per chi non si fosse mai interessato o venga
da Marte darò un piccolo riassunto: Lupin III nasce dalla brillante
mente di Monkey Punch nel 1967 (L'ispirazione viene dall'omonimo
personaggio creato da Maurice Leblanc protagonista di una famosa
serie di romanzi, di cui Lupin III sarebbe il nipote).
Dopo
l'incredibile successo del manga, la TMS (Tokyo movie shinsha) nel
1971 decide di trasportarlo in animazione. La prima serie nonostante
le ottime qualità non ebbe il successo sperato, per cercare di
salvare la serie vennero chiamate le “pecore nere” della Toei
Miyazaki e Takahata, appena usciti dal fallimentare film “La grande
avventura del piccolo principe Valiant”. I due decidono di
abbandonare il tratto serioso e fedele al manga tenuto fino ad allora,
semplificando e rendendo più umoristica la serie. Nasce il tratto
caratteristico della serie, che verrà riproposto per ben due serie e
una infinita serie di ova e film.
Nel 2012 a 27 anni dall'ultima serie viene annunciata una quarte serie da 13 episodi, dal tratto più serio e fedele al manga. Nel 2014 viene mandato al cinema un film spin-off della serie (anche se
in
realtà si tratta di due episodi uniti per dare l'illusione di film),
tale film sarà tratto nella recensione. Questo è il sesto film
basato su Lupin .
Lupin e Jigen
decidono di rubare nella Doroa est “la piccola cometa”, una
pietra preziosa che si narra sia un pezzo di cometa. Il pistolero è
appena uscito da un fallimento, la sua cliente è stata uccisa in un
concerto per la pace di cui era la protagonista. L'estrema
sorveglianza, porta però al fallimento del colpo. Nella fuga Jigen
viene preso di mira da un'incredibile cecchino, capace di sparare a
colpo sicuro dal proprio angolo ceco. Egli è Tael Okuzaki uno sniper
che ha l'abitudine di ordinare una tomba per le proprie vittime e di
decidere con quanti colpi ucciderle attraverso il lancio di un dado.
Nello scontro finale l'avversario si dimostra invincibile per il
nostro pistolero, e Jigen cade esanime a terra. È la fine? Cosa Farà
Lupin? Nel frattempo Fujiko si trova coinvolta in una torbida
vicenda all'interno di un perverso club segreto.
Fujiko dimostra la sua utilità ai fini della trama. |
La caratterizzazione
proviene dalla serie “La donna chiamata fujiko Mine”. I
personaggi sono più seriosi e “freddi” delle loro controparti
classiche, Lupin non casca più nelle moine di Fujiko, ma più che
altro sta al gioco (e alla fine risulta quasi sempre vincitore), ha
una mente fredda e lucida che gli permette con largo anticipo di
comprendere le mosse nemiche, dimostra uno spirito cinico, ma
l'omicidio di Jigen mostra anche il profondo affetto che è capace di
donare agli amici. In alcune occasioni, soprattutto quando è fuori
dal centro dell’azione, riesce a mostrare un forte senso
dell’umorismo. Fujiko ha un mero ruolo di produttrice di fanservice
e non va oltre l’abbozzato il ruolo di ladra sexy. Yael Okuzaki e
Jigen sono i più deboli come caratterizzazione. Jigen dovrebbe avere
un ruolo centrale nel film, ma non riesce ad andare oltre il ruolo di
spalla di Lupin con il classico principio del pistolero d’onore,
solo nel finale del film riesce a dimostrare le sue reali capacità.
Mai fare arrabbiare Jigen, mai! |
Dal punto di vista
tecnico siamo di fronte ad un piccolo capolavoro, le animazioni sono
fluide e il chater design funziona, i colori vividi e molto
caldi. L’ambientazione è ricercata e realistica, sembra di vedere
una vera città tedesca dal vivo.
Chi non vorrebbe una macchina cosi? Sarebbe l'ideale per i giorni di traffico. |
Lupin mostra le sua abilità con le mani :) |
Il sorriso di Lupin vale mille parole. Nessuno può batterlo. |
La trama nel suo
complesso funziona e riesce a dare qualche brivido di piacere (la
scena dell’inseguimento in macchina e Fujiko ignuda in una vasca
cosparsa d’olio su tutte), anche se non sempre tutto scorre liscio.
Alcuni colpi di scena sono telefonati con largo anticipo e il
minutaggio troppo breve per dare una storia di largo respiro di cui
si sente cerca mancanza.
Lo stesso lupin nella seconda parte riulta
un po troppo freddo e infallibile nei suoi piani, un pizzico di
errore o causalità per rendere la situazione più interessante non
avrebbe guastato. Nonostante qualche piccolo difetto lo consiglio a
tutti gli appassionati di Lupin, se invece si è novizi e ci si
approccia per la prima volta al mondo di Lupin consiglio di visionare
precedentemente la serie “la donna chiamata Fujiko Mine” per poi eventualmente passare a questo film.
In attesa di nuove recensioni vi lascio con la bellissima sigla finale:
Si ringrazia per il supporto Alessandro B. e Roberta B.
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