mercoledì 23 ottobre 2019

La maledizione di Capistrano di Johnston McCulley - Recensione -

La bellissima copertina di Vincenzo Pratticò

Zorro è un personaggio ormai iconico, archetipo dell'eroe mascherato che raddrizza i torti celando la propria vera identità, che ha goduto nel corso del tempo di svariate trasposizioni; ma quanti sanno che in realtà il giustiziere mascherato fa la sua prima comparsa in un romanzo breve del 1919 e non in un qualche film o serie tv?

"I soprusi che i militari compiono ai danni del popolo e dei nativi restano impuniti. L’unico a ergersi a baluardo della giustizia è un bandito mascherato, Zorro, che si dice sia imprendibile come uno spettro e scaltro come una volpe. La Maledizione di Capistrano, lo chiama la gente. Tutti i militari della regione verranno sguinzagliati alla sua ricerca. Il loro capitano, Ramon, ha messo gli occhi addosso alla ragazza più bella del pueblo e farà di tutto per farla sua. Ma non è l’unico ad avere mire su di lei… Zorro: tanti i nemici, pochi gli alleati, un solo segno, impresso nella carne degli ingiusti!" Trama tratta dal sito dell'editore

Johnston McCulley per la stesura della sua storia riprende la lunga tradizione dei romanzi di cappa e spada europei (per esempio il celeberrimo "I tre moschettieri" di Dumas), ma lo arricchisce con diverse idee tipicamente americane degli inizi del novecento: Per per prima cosa l'eroe perde la sua connotazione di emarginato della società per diventare invece il rampollo di una ricca e nobile famiglia (la famiglia di Diego de La Vega è il fior fiore della nobiltà californiana); nasconde la sua vera identità tramite una maschera, mentre di giorno camuffa il suo carattere risoluto dietro una falsa ostentazione di vacuità e pusillanimità; combatte le ingiustizie non attraverso il sistema costituito ma agendo personalmente per raddrizzare i torti (pur rimanendo comunque nei limiti di un vago senso dell'onore che non lo fa sprofondare nell'anarchia), usa degli assistenti per le sue missioni ecc.


Lo stile di McCulley è quello tipico dei romanzi pulp americani: scrittura rapida ed asciutta, con caratterizzazioni molto semplici ma accattivanti, qualche ingenuità di fondo, ma con un ritmo mozzafiato e dal forte taglio cinematografico (tanto che l'anno successivo ne verrà tratto un film di enorme successo).

La maledizione di Capistrano però dimostra uno spirito realistico e una sottile vena comica inaspettata. Infatti l'esperienza giornalistica Johnston McCulley si rivela in diversi dettagli all'interno del romanzo. Per esempio Zorro non usa solo la spada per combattere i gruppi di nemici che gli si parano davanti come accade spesso nei film e serie tv, ma logicamente quando la situazione lo richiede non disdegna la minaccia della pistola per trattenere il grosso degli avversari e concentrarsi su un solo antagonista con la spada (a fargli da contraltare c'è la figura del sergente Gonzales, che invece inveisce contro le armi “non cavalleresche”). Altro punto che dimostra la ricerca di un sviluppo ponderato dell'azione è l'uso da parte dell'eroe di una maschera che gli cela completamente il viso e non di una semplice fascia che gli copre solo una piccola porzione di viso come vuole l'immagine popolare del personaggio. La vena comica invece viene esplicata per esempio dal triangolo amoroso tra Zorro, Lolita Pulido e Don Diego, dove il protagonista rimane incastrato nel suo stesso gioco e non può far altro che gareggiare con se stesso per ottenere la mano della bella.

Di taglio nettamente moderno è anche la figura di Lolita Pulido, che da perfetta lady americana decide da se a chi concedere il proprio cuore e nei momenti di pericolo dimostra un coraggio e uno spirito di iniziativa veramente ammirevoli.

Guy Williams nel suo ruolo più famoso.
Bernardo invece nel romanzo è un indios,
dettaglio che la Disney preferì omettere.
Bisogna comunque ammettere che nel corso delle varie trasposizioni successive il personaggio letterario ha perso sempre di più la propria unicità, oscurato dal successo dei film ma sopratutto della serie tv Disney della fine degli anni 50 (con la star Guy Williams che ha associato in modo indelebile la sua faccia a quella di Diego de La Vega). Chi invece si può definire un degno erede di Zorro, quasi una sorta di figlio, è un altrettanto famoso giustiziere americano nato qualche anno dopo, un certo eroe chiamato Batman. Il cavaliere mascherato infatti ha troppi elementi in comune con la "volpe" per essere un caso (Entrambi vestono di nero, sono ambedue rampolli di famiglie ricche, hanno un proprio marchio/totem animale che ne esprime i punti di forza, combattono le ingiustizie per il bene altrui ed hanno un fidato servitore al loro seguito). Un collegamento messo in risalto dal fatto che il film che Bruce era andato a vedere in quella tragica notte che gli porterà via i genitori era proprio The Mark of Zorro (nel corso del tempo il film di Zorro cambierà ma il collegamento sarà sempre lo stesso).

Il mio personaggio preferito è il rissoso e collerico sergente Pedro Gonzales, che lontano dalla figura pacioccona e comica della serie tv, dimostra qui una verve sì boriosa ma allo stesso tempo carica di piccoli difetti e pregi che lo rendono molto accattivante. È uno spaccone ma si dimostra più volte cavalleresco, spesso è intorpidito dal troppo bere ma dimostra una acutezza e rapidità di pensiero ammirabile quando la situazione lo richiede, è duro con i nativi ma dimostra una sincera amicizia nei confronti di Don Diego (anche se spesso c'è dietro anche la speranza di scroccare un buon bicchiere di vino). Poi come si può non amare un personaggio che ha come espressione tipica "Meal mush and goat’s milk!" tradotta in italiano con "Latte di mille capre!"?

Vedo Diego della Vega, ma dov'è l'attore che interpreta Zorro?
La Disney svelerà mai il mistero?
L'edizione di Letterelettriche è di ottima fattura, bellissima la copertina ad opera di Vincenzo Pratticò. Veramente di alto livello la prefazione al romanzo, che già da sola a mio giudizio vale il prezzo di copertina. Un testo dove viene spiegata bene la nascita del personaggio, il suo background culturale, i vari film tratti dal romanzo e i possibili personaggi storici che potrebbero essere stati usati da Johnston McCulley come ispirazione per la creazione del suo personaggio. Questo romanzo poi fa da apripista per una nuova collana chiamata "Immortali Digitali", che si prefigge di riportare nelle librerie alcuni classici a rischio oblio (ovviamente il sottoscritto approva). L'unico difetto che ho riscontrato, di entità abbastanza grave, è che nella mia copia, probabilmente per un errore di stampa viene detto alla fine che Diego de La Vega e Zorro siano la stessa persona!!! Cosa ovviamente fuori da oggi logica. È come dire che He-Man e il principe Adam sono la stessa persona, oppure che il mansueto Clark Kent è in realtà Superman o addirittura che Bruce Wayne di notte indossi il costume di Batman per combattere il crimine!!! Chissà quale altro buffo collegamento si inventeranno la prossima volta!

In definitiva un ottimo romanzo da recuperare per capire da dove è nata la maschera che tutti conosciamo. Letterelettriche ha fatto un lavoro veramente egregio, sopratutto a un prezzo così basso che non prenderlo sarebbe un crimine. Sopratutto non vorrete far arrabbiare il Señor Zorro?

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Ebook

12 commenti:

  1. Aspetta, non ho capito se la tua penultima frase sia una battuta (come penso) o c'è qualche errore di stampa reale di cui non ho colto l'entità.
    In ogni caso, da amante di Zorro mi tocca prendere questo libro: vero, è un pre-Batman (e anche Bats è assolutamente pulp).
    Paradossalmente ho letto il prequel della Allende.
    Non vedo l'ora di tuffarmi nell'America di quegli anni *__*

    Moz-

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    1. Ma come tu che sei un grande esperto dei Masters non sai che He-Man e Adam sono due persone diverse? (ti faccio l'occhietto)

      Sicuramente è da recuperare per riscoprire un Zorro per certi aspetti molto diverso da quello Disney (praticamente quello che ricordiamo tutti).

      Poi fammi sapere se ti è piaciuto.

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    2. Ahaha ecco, avevo capito bene :)
      Yes, appena recupero, ti dirò :)

      Moz-

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  2. Non sapevo che Zorro derivasse da un libro di inizio Novecento e non sapevo del collegamento con Batman!

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  3. Per fortuna degli autori di Batman nella loro epoca si pensava di meno alla difesa del copyright altrimenti sai che causa gli avrebbero piantato su gli eredi di McCulley?

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    1. Non hai tutti i torti, chissà come sarebbe cambiato il mondo fumettistico senza Batman.

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  4. Io lo sapevo dell'origine letteraria ma figurati se ho letto il libro. Passo più il tempo a documentarmi che a leggere...
    Ci sta una maschera intera, la mascherina da carnevale è quasi più banale degli occhiali da vista di Clark Kent 😆

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    1. Leggere può essere una parte del documentarsi, altrimenti come fai a confermare quello che leggi?

      Una volta i lettori erano meno maliziosi, oggi si discute anche del più piccolo dettaglio fuori posto. Perlomeno sulla maschera ha un senso logico nel romanzo.

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    2. Mi limito a testi brevi, tipo saggi o analisi, piuttosto che all'opera stessa.

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  5. Bella recensione caro Silver, complimenti.
    Dove hai trovato il libro tanto per sapere?

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    1. Ciao! Il libro si trova per il momento solo in formato ebook nelle principali piattaforme on line.

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