sabato 17 aprile 2021

Fantasy & Science Fiction 12 (Giugno 2015) - Recensione -


Volume che parte alla grande con un racconto del mitico Robert E. Howard dal forte elemento orrorifico e che si lega al tema del popolo perduto molto caro allo scrittore texano. Anche gli altri racconti sono molto interessanti sopratutto "Sperduta nel centro Commerciale" di Allen Steele e Oh, "Uccellaccio!" di Manly Wade Wellman valgono la pena a mio giudizio di una lettura.

I racconti presenti sono:

La valle degli esseri perduti di Robert E. Howard: Nel giovane stato del Texas le faide sono brevi ma sanguinarie, e spesso finiscono solo quando una delle due famiglie è completamente distrutta. La rivalità tra Reynolds e i McRill non è da meno ma un elemento oscuro attende da secoli, in un luogo chiamato sinistramente "Valle Perduta", di scatenarsi per distruggere il mondo degli uomini. Racconto molto carino e che piacerà sicuramente ai fan di Howard che a quelli di Lovecraft.

Fate l'amore, non la ciccia (Plumage from pegasus) di Paul di Filippo: Racconto simpatico ma di certo non il migliore tra quelli prodotti da Di Filippo.

Illustrazione di Mimi N
Sperduta nel centro Commerciale di Allen Steele:
 Una piacevole scoperta. Un racconto che sembra uscito oggi e non nel 1993 per la sua scottante attualità. Si parla infatti dell'attrattiva che oggi internet e i prodotti collegati hanno sui giovani, del pericolo che si corre ad abbandonarsi ad un mondo totalmente artefatto e perfetto, ma che spesso è una amara alternativa di un mondo diventato troppo cinico e ostile verso qualsiasi soggetto che non riesca a calarsi nel modus operandi che la società civile e consumistica impone al singolo. Strangolandone la personalità dietro a comodi e rassicuranti stereotipi. Allo stesso tempo il racconto si volge anche del difficile rapporto tra genitori e figli, che da sempre è un tema molto delicato e difficile per la crescita.
   

Veri Volti di Ken Liu: Oggi il tema del razzismo, sia visto per il colore della pelle che per il genere, è molto attuale (basti vedere il caso Weinstein). Giudicare qualcuno però senza usare un qualche metro di paragone, magari durante un colloquio di lavoro, è quasi impossibile (anche perché è nella nostra stessa natura trovare inconsciamente degli elementi che ci permettano di identificare sentimenti e possibili di elementi di confronto nell'altro). Nel racconto di Liu la tecnologia e la fobia sociale hanno eliminato grazie a uno schermo olografico qualsiasi elemento discriminante (lasciando l'interlocutore davanti a un avatar* che non mostra nessun elemento di riconoscimento e dove tutte le informazioni personali sono censurate). Tutti sono felici ed entusiasti di queste maschere che promettono la libertà di essere finalmente se stessi, tanto che chi non le indossa è visto come un soggetto nocivo che vuole mostrare a tutti costi la propria unicità in un mondo di eguali, ma è veramente così? E se invece si trattasse di un nuovo metodo di censura, che non nasconde la verità delle cose, ma semplicemente oscura la causa del problema dietro a un sistema da cui la stessa vittima non può uscire? In una pezzo del racconto per esempio un ragazzo esprime delle tesi razziste ma nessuno degli interessati protesta perché sarebbe una manifestazione di appartenenza a un genere specifico. Davvero molto interessante.

Le maschere di James Blish: Racconto brevissimo ma che dimostra le ottime capacità di Blish nel catturare l'attenzione del lettore.

Il capolavoro del truccatore di Cadaveri di M. Rickert:
 La morte può colpire duro, soprattutto quando colpisce una giovane vita e lasciare cicatrici indelebili. Però a Cape Cod c'è un artigiano capace di creare miracoli con i resti dei cadaveri... Un racconto veramente angosciante sul dolore della perdita.

Ben quadrato e senza scacco di R. A. Lafferty: Di segno completamente opposto il racconto di Lafferty. Una storia dal tipo folklore irlandese, divertente e ben scritta, che sono sicuro che non vi deluderà (altrimenti se vi spostate leggermente alla vostra sinistra aprirò la botola giusta).

Oh, Uccellaccio! di Manly Wade Wellman: Racconto a tema simil weird western, molto bello e interessante. Soprattutto per la presenza di un chitarrista girovago che si ritrova involontariamente a combattere un antico stregone armato solo dei fili d'argento della  propria chitarra.

Immagina di Frederic Brown: Racconto molto carino ma nulla di eccezionale.

Ponti di Charles De Lint: Idem come sopra.

*Simile alle immagini di profilo di Facebook quando non sono presenti immagini ma senza nessun dettaglio sulla sessualità del soggetto.

2 commenti:

  1. Wellman è uno di quei classici che hanno fatto la storia della narrativa fantastica. Ha creato tanti personaggi e cicli, tra cui molti detectives del Mistero.

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    1. Wellman è uno di quelli autori che vorrei riscoprire (soprattutto mi piacerebbe leggere altro di questa specie di saga del chitarrista girovago).

      P.S. Con Fantasy & Science Fiction la lista di pubblicazioni da recuperare si allunga sempre di più.

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